ARCHEOBLOG

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27 marzo 2007

Napoli. Ambre. Trasparenze dall'Antico

fino al 10 settembre 2007

Curatori della mostra e del catalogo: Maria Luisa Nava e Antonio Salerno.

Ideata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Caserta congiuntamente alla Soprintendenza Archeologica di Pompei sotto l'egida della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, promossa dalla Regione Campania, la mostra e' curata da un comitato scientifico che vede la partecipazione di importanti studiosi rappresentanti della comunità scientifica nazionale ed internazionale.

"Raccontano che le sorelle, mutate in pioppi dal dolore per Fetonte colpito dal fulmine, spandono ogni anno lacrime di elettro (ambra) lungo il fiume Eridano, detto Elettro, che noi chiamiamo Po."
Plinio, Naturalis Historia, XXXVII, 31

"Dai nuovi rami fluiscono ora le lacrime, i raggi del sole s'irrigidiscono in gocce d'ambra, che il limpido fiume raccoglie e manda poi alle giovani donne latine da portare come ornamento."
Ovidio, Metamorfosi

"Tutto intorno le giovani Eliadi, battute dal vento negli alti pioppi, piangono, dalle loro palpebre versando sul suolo gocce d'ambra brillante."
Apollonio Rodio, Le Argonautiche, IV

Il racconto del pianto inconsolabile delle figlie del Sole alla morte del fratello Fetonte connota l'ambra come dono degli dei per la morte di un essere divino e motiva l'attribuzione a questa preziosa resina fossile di qualità magiche e terapeutiche.

Raccolta, lavorazione e diffusione di questo fossile prezioso e trasparente iniziano nella piu' remota preistoria ed arrivano sino ai giorni nostri, quasi a voler ricordare, dal piu' semplice vago al piu' complesso rilievo, la ricerca di luce e protezione che caratterizza, in ogni tempo, la storia dell'umanità. La mostra - attraverso la presentazione di quasi 1000 reperti datati entro un lungo arco temporale che va dall'Età del Bronzo all'Alto Medioevo - intende raggruppare in un unico percorso espositivo i principali rinvenimenti di oggetti in ambra (collane, fibule, pendenti, statuine, ecc.) provenienti dal territorio italiano con l'obiettivo di far conoscere al grande pubblico una delle classi di materiali piu' preziose e meno note tra quelle restituiteci dall'antichità e di illustrare e comprendere, in un quadro unitario, le caratteristiche scientifiche, la produzione artistica e le tecniche di lavorazione, i percorsi di approvvigionamento, i meccanismi economici, sociali e rituali alla base della diffusione di questo prezioso materiale.

L'esposizione presenterà non solo singole, eccezionali, opere d'arte ma anche i contesti di provenienza privilegiando, come nel caso dei corredi funerari, la completezza delle parures ornamentali. Le ambre verranno associate percio' ad altri oggetti di prestigio, ricostruendo il quadro sociale e simbolico nel quale si inseriscono.
Nel percorso della mostra i diversi contesti archeologici saranno ordinati sia su base cronologica che areale, in modo da fornire al visitatore un quadro storico organico ed accattivante. Le sezioni saranno introdotte dai miti del mondo classico legati all'origine e alla scoperta dei reperti esposti.

Ai materiali di competenza della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Caserta - alcuni, per la prima volta restaurati ed esposti al pubblico - si affiancheranno prestiti provenienti da numerosi musei italiani nonche' da prestigiose istituzioni straniere.

Il percorso espositivo e' organizzato in cinque sezioni: la prima sezione a carattere tematico-introduttivo, le altre quattro distinte, su base cronologica, in relazione ai periodi di maggiore diffusione dell'ambra in Italia:

1 sezione: La metamorfosi delle Eliadi
Nella prima sezione la presentazione del mito di Fetonte e delle Elidi fornirà lo spunto per analizzare le caratteristiche scientifiche, i giacimenti e la diffusione dell'ambra; saranno inoltre esposti alcuni esempi di capolavori assoluti in ambra, provenienti dalle Collezioni di Capodimonte, del Museo degli Argenti di Firenze, da Palazzo Venezia e dai Musei Civici di Reggio Emilia.

2 sezione: Tra mondi lontani (2200 - 900 a.C.)
Questa sezione, attraverso la presentazione delle prime attestazioni in Italia e della diffusione dell'ambra durante l'età del Bronzo, ha come obiettivo l'individuazione delle vie di scambio tra Baltico e Mediterraneo nonche' dei principali centri di lavorazione e dei meccanismi di diffusione.

3 sezione: Dei, donne e fiere (900 - 200 a.C.)
La diffusione dell'ambra nelle culture dell'Italia preromana e' esaminata attraverso la presentazione delle principali aree di distribuzione e dei centri di lavorazione.

4 sezione: Le gioie delle matrone (II sec. a.C. - IV sec. d.C.)
La circolazione dell'ambra in età romana e' definita attraverso la presentazione di oggetti di prestigio e di oggetti d'uso provenienti sia da abitati che da necropoli (Pompei, Roma, Aquleia, Nola, Pozzuoli).

5 sezione: Tra i signori delle spade (Altomedioevo)
La circolazione dell'ambra in età altomedioevale e' definita, anche in questo caso, attraverso la presentazione di contesti da abitato e da necropoli.

Immagine: Placchetta con putto intagliato a rilievo (part), Ambra rossastra, Aquileia, Età romana. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

Enti promotori: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Campania, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania,Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Caserta, Soprintendenza Archeologica di Pompei

Organizzazione e promozione: Mondadori Electa S.p.A.

Catalogo: Electa http://www.electaweb.com

Ufficio Stampa: Electa, Ilaria Maggi tel. 02.21563250, imaggi@mondadori.it, Enrica Steffenini tel. 02.21563433, elestamp@mondadori.it
Soprintendenza archeologica di Pompei, Francesca De Lucia e Raffaella Leve'que, tel. +39 081 2486112 delev@iol.it

Info:

dalle 9 alle 19.30. Chiuso martedi'.
Tariffe: 9 - intero, comprensivo dell'ingresso del museo; 5,75 - ridotto; la mostra e' inserita nel circuito Campania Artecard
Prenotazione obbligatoria per gruppi, scuole e visite didattiche: tel. 081 4422149 ; 848800288.
al Museo Archeologico di Napoli, fino al 10 settembre 2007.

Fonte: Undo.net 26/03/2007

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