Un nuovo straordinario restauro per i Bronzi di Riace
Al via le operazioni di valorizzazione dei simboli della Magna Grecia tra tecnologie più innovative e percorsi didattici.
Presentano i lavori Giuseppe Bova, Presidente del Consiglio regionale della Calabria, Simonetta Bonomi, Soprintendente Archeologo della Calabria, Pasquale Dapoto, Direttore del Laboratorio di Restauro del Museo Nazionale di Reggio Calabria, Marco De Guzzis, Amministratore Delegato di Editalia, Leonardo Previ, Presidente di Trivioquadrivio.
La nuova operazione di valorizzazione dei Bronzi di Riace entra nel vivo.
I “giovanotti di Riace”, come li amava chiamare il grande storico dell’arte Cesare Brandi, verranno sottoposti a un innovativo intervento di restauro dopo essere stati passati alla TAC .
Per la prima volta verranno infatti effettuati rilevamenti mirati con Raggi Gamma, che entrano dentro le terre di fusione residue e mostrano lo stato di conservazione non solo in superficie ma a tutti i livelli della statua bronzea.
“Per questa nuova fase di restauro vengono mobilitate le tecnologie più avanzate, mutuate dall’industria aeronautica o usate solitamente negli sport più estremi, come le fibre di carbonio, utilizzate per esempio nella costruzione di Luna Rossa”, spiega Pasquale Dapoto, direttore del Laboratorio di Restauro del Museo di Reggio Calabria.
A condurre le indagini Roberto Ciabattoni e Laura Donati dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria
Questo intervento, nato da esigenze di natura conservativa, rappresenta anche una straordinaria occasione conoscitiva, per comprendere più da vicino la storia dei due capolavori. Il team di lavoro proverà infatti a sciogliere quei nodi sui quali esperti e appassionati di arte antica dibattono ormai da tempo: chi rappresentano queste due statue bronzee? Qual è la loro origine? Quale il destino che le ha unite nella stiva della nave con la quale salparono prima di essere travolte da un naufragio?
Ai visitatori viene offerta la possibilità di seguire da vicino le fasi di questo eccezionale restauro. Il laboratorio, allestito presso il Salone Monteleone di Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria, che ha deciso di supportare e accogliere questa operazione, sarà infatti aperto al pubblico che può vedere i restauratori all’opera attraverso una vetrata. In questo modo il restauro dei Bronzi si apre a tutta la comunità, rendendo partecipi gli abitanti della Calabria, da sempre profondamente legati ai bronzi da un sentimento di appartenenza collettiva.
Un sito web in continuo aggiornamento (www.bronzidiriace.org) permette di seguire passo passo, da ogni parte del mondo, le fasi di questo percorso per conoscere le scoperte che le operazioni di restauro porteranno alla luce. Una sorta di live-cam consentirà infatti di registrare ogni mutazione chimica e fisica sia all’interno che all’esterno delle due opere e le riprese verranno pubblicate sul web site.
La mostra
Una mostra, allestita nella sala Green dello stesso Palazzo Campanella, ospita invece gli altri reperti solitamente custoditi nel Museo della Magna Grecia, che è attualmente in fase di restauro in vista delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. E’ stato predisposto per l’occasione un allestimento suggestivo per favorire il dialogo tra le opere e i visitatori: anche i più piccoli potranno offrire il loro punto di vista sui reperti e raccontare le emozioni suscitate dalle opere che da oggetti lontani senza significato si trasformano in opere mettono in relazione l’antico passato con il nostro presente quotidiano. Tra i manufatti esposti, ci sono i preziosissimi Pìnakes, ex voto offerti dai fedeli al tempio della dea Persefone, i più importanti esemplari in tutto il mondo.
Tanti fans per i Bronzi
L’intervento di restauro è il risultato di un’azione congiunta e sinergica che vede nella collaborazione tra il Laboratorio di restauro del Museo, la Soprintendenza per i Beni Archeologici, il Consiglio Regionale della Calabria la portata di un’operazione che ha già segnato i primi traguardi in termini numerici. A curare l’intervento di valorizzazione comunicativa e didattica è la società milanese Trivioquadrivio, che ha affiancato l’operazione fin dai suoi esordi. Come ha sottolineato lo stesso presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova, i visitatori, che solitamente si aggiravano sul migliaio ogni mese, hanno raggiunto in un unico giorno quota quattromila.
Anche quando i Bronzi sono stati trasportati a Palazzo Campanella alla fine di dicembre, attorno ai contenitori sigillati si è accalcata una gran folla di reggini singolarmente partecipe ed eccitata, in attesa che le statue venissero restituite alla vista di tutti. Ma, in fondo, avevano fatto poca strada. Si trattava infatti degli stessi Bronzi di Riace che, sin dal 1980, anno del loro arrivo al Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria, risultano disponibili all'incontro quotidiano.
“Ci siamo subito detti che, evidentemente, quelle casse dovevano contenere qualcosa di più”, dice Leonardo Previ, Presidente di Trivioquadrivio. “Duemilacinquecento anni fa, quando la nostra civiltà prendeva forma, la città di Reggio era protagonista assoluta, insieme alle altre colonie calabresi, di un primato culturale che, al cospetto dei Bronzi, torna a farsi presente. E allora - continua Previ – abbiamo realizzato che quello che si cercava in quelle casse era l'eco di quel primato, la coda lunga di una sostanza originale alla quale attingere per cercare di costruire il futuro e per sforzarsi di restituire a Reggio Calabria il posto che merita nell'immaginario collettivo”.
“C’è stato un forte coinvolgimento emotivo e un po’ di magone quando i Bronzi sono usciti dal Museo di Reggio Calabria - spiega la Soprintendente Simonetta Bonomi - perché da quando sono tornati dal primo restauro questi guerrieri non sono mai stati spostati da lì. Alcuni dei nostri custodi più anziani si sono davvero commossi perché effettivamente la separazione dei Bronzi dalla sede storica, ma non solo, anche il trasferimento degli uffici e del personale hanno segnato un momento epocale.
“Reggio Calabria è una città traumatizzata per la perdita del suo passato” continua la Bonomi. In una regione come la Calabria, che ha parecchi problemi noti a tutti, la valorizzazione dei Beni Archeologici, che sono così numerosi e diffusi su tutto il territorio regionale, ha un ruolo importante, un grande risvolto sociale. I visitatori hanno il diritto di arrivare in un luogo in cui possano fare un’esperienza gradevole oltreché formativa, educativa, di informazione, di curiosità e di emozione” In Calabria c’era bisogno di un segnale di investimento nella cultura e soprattutto di un segnale forte da parte della Pubblica Amministrazione verso la valorizzazione di un patrimonio che parla delle nostre radici più profonde per comprendere meglio la nostra contemporaneità.
Informazione utili sui tempi dell’operazione:
Le indagine gammagrafiche sono iniziate lunedì 8 e terminano sabato 13 marzo.
Con le informazioni che raccoglieranno dalle indagini, il Laboratorio di Restauro si prende circa due settimane per valutare l’intervento di restauro più adeguato, che partirà ai primi di aprile.
La mostra e l’allestimento didattico nella sala Green inaugura il 12 marzo.
*L'arrivo dei Bronzi al Laboratorio di Restauro, primi rilievi Foto di Stefano De Grandis © Trivioquadrivio
Fonte: “www.beniculturali.it”
Etichette: Restauri

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