Orvieto (Tr): dubbi sul ritrovamento del Fanum Voltumnae
Il santuario etrusco individuato dall’équipe dell’Università di Macerata a Campo della Fiera potrebbe essere quello cercato da secoli, ma molti studiosi ed esperti in Etruscologia invitano alla cautela. Tra di essi vi è il prof. Giovanni Colonna, ordinario di Etruscologia e Archeologia Italica all'università ''La Sapienza'' di Roma, nonché Accademico dei Lincei. ''Prima di gridare all'eccezionalita del ritrovamento del santuario federale degli Etruschi- afferma parlando all'ADNKRONOS- , ci andrei cauto, serve prudenza, perché mancano ancora elementi importanti che ci possano far affermare che siamo davvero in presenza del Fanum Voltumnae''. Importanti le obiezioni sollevate dall'archeologo. ''Si è un po' sconcertati dalle piccole dimensioni dell'edificio sacro rinvenuto - spiega il professor Colonna - che sono di soli 6 metri per 6. Anche se questo non è un elemento dirimente. Ma soprattutto -aggiunge- invito alla prudenza perché non sono stati ancora ritrovati doni votivi e non sono state ancora rinvenute le iscrizioni al dio Voltumna. Prima di dire che questo è il santuario federale, il 'Concilium Voltumnae' -sottolinea- attenderei questi elementi''. Alcune circostanze, invece, secondo il professor Colonna, potrebbero ''deporre a favore del luogo in cui è stato fatto il ritrovamento. L'ubicazione della Lega etrusca a Volsinii - conclude l'archeologo - risale infatti al re Porsenna, all'ultimo quarto del VI secolo a.C." L'importanza di ritrova l'iscrizione sacraria è sottolineata anche dal prof. Mario Torelli, ordinario di Archeologia Classica all'Università di Perugia ed esperto di Etruscologia. ''Personalmente -ha dichiarato all'ADNKRONOS- credo alla scoperta, ma la mia convinzione personale è ben diversa e lontana dall'essere un fatto scientifico. Comunque, non si potrà avere la certezza assoluta finché non si ritroverà l'iscrizione, ma, francamente, credo sia improbabile che succeda''. ''Si aspettano quindi comunicazioni di tipo scientifico - continua l'esperto - seppur siano stati ritrovati resti che vanno dall'età etrusca a quella romana avanzata che potrebbero essere stati inseriti nel santuario. Detto ciò, ci sono i termini secondo i quali è possibile pensare che quello ritrovato sia il santuario, molti elementi sembrano attestarlo, in particolare i mosaici di epoca tarda favoriscono l'ipotesi''. Secondo Torelli ''non è assolutamente da escludere che il santuario fosse stato costruito nelle vicinanze delle tombe, come qualcuno avrebbe supposto; d'altronde le necropoli sono distanti circa 400 metri dal ritrovamento''. Allo stesso tempo, ''non è detto che il santuario dovesse essere stato costruito nelle città all'epoca più influenti di Orvieto - continua il professore - non doveva esserci necessariamente un collegamento tra importanza economica e politica con quella religiosa. In ogni caso - tiene a precisare Torelli - attendiamo una verifica scientifica''. Ma il più scettico sul 'fanum' ritrovato a Orvieto non è uno studioso né un archeologo di professione: è Omero Bordo uno dei massimi esperti sul campo di scavi e ritrovamenti etruschi. La sua è stata fin da giovanissimo un'autentica passione che lo ha portato a creare a Tarquinia 'Etruscopolis', una sorta di cittadella dove sono stati collocati plastici, modelli di tombe e di dipinti. Come però i professori più blasonati, Bordo, fin dall'annuncio della scoperta, ha avanzato dubbi motivati dalla collocazione del santuario, dalla vicinanza del fanum alle necropoli, pur ammettendo pero' che bisognerebbe valutare i reperti da vicino. ''A livello teorico - ribadisce - sono assolutamente e fermamente convinto che non può trattarsi del 'fanum', per una semplice motivazione: gli etruschi non costruivano locali del genere nelle vicinanze di tombe, neanche se queste si trovassero a 300 metri di distanza. Altro questione - aggiunge Bordo - sarebbe se tale ritrovamento fosse stato fatto al centro della cittadina. Inoltre, bisogna chiedersi che se questo è il 'fanum' dove sono le poltrone sulle quali sedevano? Dovrebbero essere scavate nella roccia e al lato della sala per il 'concilium'. Era in questo modo che ciascuno dei membri della Lega etrusca si disponeva quasi fosse un senato. Infine - conclude - se si aspetta di ritrovare una qualsiasi iscrizione per verificare l'esistenza del ritrovamento è un'attesa vana: ammesso che si trovasse non sarebbe decifrabile, la scrittura degli etruschi è di difficile comprensione, ogni popolazione scriveva nel proprio dialetto''.
Fonte: "Adnkronos" - 2 settembre 2006 -
Pagina di approfondimento storico-archeologico dell'Umbria
Fonte: "Adnkronos" - 2 settembre 2006 -
Pagina di approfondimento storico-archeologico dell'Umbria

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