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17 luglio 2008

Trasacco (Aq). Antichi riti nel Fucino

Sabato prossimo 19 luglio alle ore 10.30 presso il municipio di Trasacco è in programma l’incontro “Antichi riti nel Fucino”, organizzato da Archeologia Viva e Università di Pisa, in collaborazione con Comune di Trasacco, Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Abruzzo e Archeoclub d’Italia, dove verrà presentata l’intera sequenza delle scoperte all’interno dell’ormai famosa grotta abruzzese. Alle ore 15 visita guidata alla grotta con gli scavi in corso.Fucino

Per migliaia di anni la Grotta Continenza, a Trasacco (Aq), ospitò comunità di uomini preistorici che la utilizzarono per inquietanti riti funebri. Sabato prossimo 19 luglio alle ore 10.30 presso il municipio l’incontro “Antichi riti nel Fucino” per presentare le scoperte.

Un vero e proprio cimitero preistorico è stato rinvenuto nella Grotta Continenza, un antro che si apre sui monti che circondano il Fucino, in Abruzzo, una grande pianura che prima delle bonifiche ottocentesche era il secondo lago d’Italia. La scoperta è presentata sul nuovo numero della rivista Archeologia Viva. All’interno della grotta, dove da trent’anni vengono effettuati scavi da parte di un’équipe dell’Università di Pisa in accordo con la Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Abruzzo, sono stati ritrovati molti resti di sepolture riferibili a un lunghissimo periodo della preistoria. Le più recenti, una trentina di individui fra adulti e giovani, risalgono all’età neolitica e si datano a circa 6500 anni. Il momento della sepoltura era accompagnato da riti particolari. Ad esempio i corpi di due bambini sono stati ritrovati senza testa, mentre altri due furono cremati e le ceneri deposte dentro due vasi, quindi coperte dai resti, sempre cremati, di una donna. Ma la Grotta Continenza fu frequentata fin dal Paleolitico dai cacciatori e pescatori del Fucino, che in ogni epoca vi hanno lasciato i segni del proprio passaggio, come resti di pesci e di animali cacciati e selci scheggiate, sempre usando l’antro anche come luogo di seppellimento. Assolutamente eccezionale è una sepoltura di circa 10.300 anni fa: un uomo venne deposto bocconi dentro un circolo di pietre con il braccio destro piegato sotto il ventre, le gambe flesse fino a toccare il bacino come fosse stato legato, e inoltre mutilato del cranio, delle vertebre cervicali e dei piedi; al posto del cranio vennero poste due pietre poggianti sopra una specie di cuscino formato da pietre più piccole. Un altro uomo è stato ritrovato deposto sul fianco sinistro, la testa rivolta a nord, e in tutta l’area di sepoltura c’erano canini forati di cervo, conchiglie marine (preziosissime vista la distanza dall’Adriatico), grumi di ocra rossa, cristalli di quarzo e ossa di animali decorate con segni geometrici. Mentre di una donna sepolta intorno a 9600 anni fa è stata ritrovata solo la parte inferiore del corpo. «Le sepolture della Grotta Continenza – afferma la professoressa Renata Grifoni che dirige gli scavi – costituiscono una testimonianza straordinaria per la conoscenza dei rituali funerari nella preistoria. Comunque, pur trovandoci davanti a casi eccezionali, se non inquietanti, di sepolture, è necessaria la massima prudenza prima di avanzare ipotesi suggestive, come la costrinzione del cadavere, la decapitazione e l’eventuale culto dei crani».

Giulia Pruneti (addesta stampa di Archeologia Viva)

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