ARCHEOBLOG

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04 marzo 2010

Roma. “Nel dialogo tra popoli e culture, le vie come infrastrutture tra storia e progetto: il caso della via Appia”

Venerdì 5 marzo, ore 16.00
Sala Conferenze – Palazzo Massimo, Largo di Villa Peretti, 1 – Roma

In occasione dell’inaugurazione del II ciclo del Master in Cittadinanza europea e integrazione euro-mediterranea - I beni e le attività culturali come fattore di coesione e sviluppo, si svolgerà l’incontro Nel dialogo tra popoli e culture, le vie come infrastrutture tra storia e progetto: il caso della Via Appia. Un nuovo appuntamento voluto dall’Università degli Studi Roma Tre e dalla Fondazione Casa delle Regioni del Mediterraneo e realizzato con il contributo dell’assessorato all’Ambiente e alla cooperazione tra i popoli della Regione Lazio. Con l’obiettivo di fare il punto sui più recenti studi sull’antica via Appia e stimolare una riflessione sul suo futuro.

Dopo gli indirizzi di saluto di importanti rappresentanti istituzionali, tra i quali quello del rettore di Roma Tre, Guido Fabiani, e del direttore del dipartimento Territorio della Regione Lazio, Raniero De Filippis, il dibattito, moderato dal direttore generale dei Beni archeologici del Mibac, Stefano De Caro, vedrà la partecipazione di Rita Paris della soprintendenza archeologica di Roma, di Daniele Manacorda e Adelina Ramundo dell’Università di Roma Tre e di Susanna Menichini e Lucina Caravaggi dell’Università La Sapienza di Roma.

Questo incontro intende porsi come una finestra sull’intensa attività di ricerca e di studio dedicata alla storia e all’archeologia del paesaggio della prestigiosa via Appia. In questa occasione saranno presentate le ricerche che confluiranno in un volume che ha coinvolto innumerevoli istituzioni, docenti, ricercatori e giovani studiosi di diversi atenei. Si tratta di un testo che contiene saggi di diversi autori che costituisce la summa delle più recenti ricerche su questa zona nevralgica della Città eterna. Oggetto di studio e di interventi urbanistici di grande impatto nell’Ottocento e nel Novecento e poi rimasta sostanzialmente al margine dell’interesse degli studiosi. Al centro degli interventi dei relatori e degli autori del testo, le proposte di recupero della centralità storica, urbanistica e ambientale di questa Regina viarum. Si parlerà, infatti, di corretta riscoperta del passato, ma anche di come valorizzare le aree urbane, suburbane ed extraurbane da essa attraversate.

“Il passato e il futuro senza soluzione di continuità, si fronteggeranno in questo importante appuntamento – afferma Michele Achilli, direttore generale della Fondazione Casa delle Regioni del Mediterraneo –. Diversi e interessanti saranno gli spunti proposti per il recupero di questo importante tracciato urbano. Il volume presentato sarà un utile strumento per affrontare le nuove sfide legate alla valorizzazione della via Appia, da anni al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica per i più vari motivi. Una via che arriva fino a Brindisi, dove c’era il più importante porto del Mediterraneo, e che rappresenta la prima autostrada del mondo antico la cui importanza è confermata dal soprannome datole dai Romani: Regina viarum. Un’arteria che è riuscita a mettere in comunicazione popoli e culture differenti. In tale ottica – conclude Achilli – la Fondazione ha voluto sostenere questa iniziativa che intende promuovere uno strumento di conoscenza e integrazione anche con le Regioni del Mare nostrum”.

Il presente appuntamento è il terzo degli incontri che la Fondazione realizza insieme all’Università di Roma Tre. Ad essi ne seguirà un quarto che tratterà di integrazione euro-mediterranea in termini di politiche al femminile. Con essi la Fondazione intende proseguire il suo lavoro di approfondimento e di sostegno di quei progetti, soprattutto culturali, che costituiscono lo strumento privilegiato per consolidare i legami fra le diverse culture dell’area mediterranea.

Proprio per raggiungere tali obiettivi è nata – alla fine del 2006 - la Fondazione Casa delle Regioni del Mediterraneo. Un ente senza scopo di lucro, presieduto dal governatore della Regione Lazio, che ha come obiettivo quello di dare continuità e sistematicità all’azione regionale in questa fondamentale area geopolitica. Una struttura che rappresenta lo strumento privilegiato che la Regione utilizza per farsi promotrice, catalizzatrice e coordinatrice delle innumerevoli iniziative che hanno come territorio di riferimento il bacino del Mediterraneo.

Per la sua strategica posizione geografica, infatti, il Lazio rappresenta l’incrocio di tutti i fermenti internazionali. E proprio per questo, la Fondazione si propone come una casa comune che possa accogliere tutti quegli uomini e quelle istituzioni di buona volontà, sia pubbliche sia private, che abbiano a cuore l’area mediterranea e cerchino un’esperienza di comune condivisione.

La Casa delle Regioni del Mediterraneo, abbandonando ogni logica meramente assistenzialistica, adotta l’approccio del networking, della costruzione di una rete di rapporti, di sinergie e di partnership che, ottimizzando al massimo le risorse, consenta la realizzazione di idee e di progetti di comune interesse. Coinvolgendo i più diversi interlocutori - dagli organismi sovranazionali agli Stati, dalle Regioni agli enti locali - il quotidiano lavoro della Casa delle Regioni del Mediterraneo crea, di fatto, continue occasioni di confronto e di dialogo, rilanciando la cooperazione.

Tale ottica, che ha caratterizzato tutte le iniziative e gli eventi della Fondazione, continua quindi a guidare questo gruppo di lavoro che crede nella logica della collaborazione, della conoscenza reciproca, ma soprattutto di uno sviluppo comune, solidale ed etico.




Fonte: notizia segnalata via mail

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