Abu Simbel – Il salvataggio dei Templi, l’uomo e la tecnologia
Al Museo Egizio di Firenze dopo i successi in Egitto
Nell’immenso patrimonio culturale ed architettonico del Centro Storico di Firenze, iscritto dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Mondiale nel 1982, particolare risalto merita il Museo Egizio, diretto dalla Dott.ssa Maria Cristina Guidotti, secondo in Italia solo al famoso Museo Egizio di Torino, ed ospitato nel palazzo del Museo Archeologico. Attualmente il Museo Egizio di Firenze conta oltre quattordicimila reperti, distribuiti in nove sale, in gran parte rinnovate, e due depositi.
Un primo nucleo di antichità egiziane era presente a Firenze già nel settecento, nelle collezioni medicee, ma nel corso dell'ottocento fu ampiamente incrementato. Grande merito in proposito ebbe il Granduca di Toscana Leopoldo II che, oltre ad acquistare alcune collezioni, finanziò, insieme a Carlo X re di Francia, una spedizione scientifica in Egitto negli anni 1828 e 1829. La spedizione era diretta da Jean François Champollion, il decifratore dei geroglifici, e dal pisano Ippolito Rosellini, colui che sarebbe divenuto il padre dell'egittologia italiana, amico e discepolo di Champollion. Solo nel 1880 il Museo Egizio fiorentino ebbe la sua sede definitiva all'interno del Museo Archeologico, e con il direttore Ernesto Schiaparelli ebbe anche un nuovo importante incremento.
E proprio il Museo Egizio ospiterà, dopo i notevoli successi ottenuti ad Alessandria d’Egitto ed al Cairo, la mostra documentaria sul salvataggio dei Templi di Abu Simbel, compiuto negli anni ’60 da una cooperazione internazionale di 119 Nazioni, tra cui l’Italia, che rivestì un ruolo fondamentale con l’apporto di numerosi studiosi e tecnici altamente qualificati.
Oltre 40 milioni di ore di lavoro, più di 5 anni di lavoro, oltre 4.000 blocchi di svariate tonnellate tagliati e riposizionati 65 metri più in alto ed oltre 200 metri verso l’interno, 2000 operai, quasi tutti locali, 150 tecnici provenienti da tutto il mondo, 50 famiglie, 20 bambini, neanche un incidente mortale. Questi alcuni numeri di una grande vittoria dell’uomo che, dal 1964 al 1968, riuscì a salvare i Templi di Abu Simbel, in Egitto, destinati alla definitiva scomparsa in seguito alla costruzione della grande diga di Aswan. La mostra evidenzierà, infatti, le forze umane che hanno realizzato questo grandioso progetto, il loro ingegno nel risolvere grandi problemi quotidiani in un’epoca che non aveva ancora visto nascere l’elettronica e la tecnologia avanzata, la manodopera e le esecuzioni manuali, con il loro umile ma indispensabile contributo. Promotore di questo progetto per salvare gran parte dei monumenti della Nubia fu l’U.N.E.S.C.O., che nel 1979 riconobbe i Templi di Abu Simbel come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Due gli obiettivi dell’evento: il primo è quello di raggiungere un pubblico globale e sensibilizzarlo alla storia dell’uomo, alle sue imprese ed alle sue idee, e il secondo quello di una occasione unica per valorizzare il tessuto imprenditoriale tra le realtà culturali, sociali ed economiche della Toscana, dell’Italia e dell’Egitto.
Promossa e realizzata dall’Associazione Culturale World Wide Artists Gallery e da Promoroma, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma, la mostra, in programma dal 9 aprile al 9 maggio 2010, sarà ospite del Museo Egizio di Firenze, presso il Museo Archeologico, e sarà occasione di contatti e scambi dai quali ci si aspetta una maggiore interazione tra i paesi del Mediterraneo, custodi e responsabili del più ampio bacino archeologico, culturale ed imprenditoriale del mondo.
Informazioni Evento:
Data Inizio: 08 aprile 2010
Data Fine: 09 maggio 2010
Costo del biglietto: 4 euro (gratuito per la settimana della cultura); Riduzioni: 2 euro
Prenotazione: Telefono prenotazioni: 055294883 (Firenze Musei)
Luogo: Firenze, Museo Egizio presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze
Orario: martedi - venerdi 08.30-19.00 / sabato domenica 08.30-14.00
Telefono: 05523575
Fax: 055242213
E-mail: sba-tos.museofirenze@beniculturali.it
Sito Web: http://www.archeotoscana.beniculturali.it
Fonte: “www.beniculturali.it”
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