Quarta Campagna di Scavo dell'Università di Lecce a Dime (El-Fayyum) - Rapporto 2006
La Missione Archeologica del Centro di Studi Papirologici dell'Università di Lecce diretta da Mario Capasso e Paola Davoli ha svolto la Quarta Campagna di Scavo a Dime (El-Fayyum), l'antica Soknopaiou Nesos, dal 29 ottobre al 16 dicembre 2006.
La Quarta Campagna di scavo si è svolta all'interno del grande recinto templare, nell'area situata al centro del temenos. È continuato lo scavo del tempio dedicato al dio coccodrillo Soknopaios (ST 20) e costruito con blocchi arenaria, probabilmente in epoca romana. Il nuovo settore di scavo misura 22 x 10 m e comprende la stanza antecedente al pronao, il pronao, una scala, il relativo sottoscala e una cappella laterale. La stratigrafia indagata era composta principalmente da detriti, blocchi e grandi architravi, pertinenti all'originaria copertura dell'edificio e delle sue porte e derivanti dal crollo e dallo smantellamento della struttura. Tale stratigrafia è risultata in gran parte manomessa da scavi effettuati in periodi diversi. In alcune stanze, tuttavia, parti di essa sono risultate intatte e hanno rivelato una fase tarda di occupazione, forse non continua, nel corso della quale furono utilizzati i mobili in legno del tempio e papiri in esso conservati come combustibile. A questa fase risalgono un frammento di papiro con testo copto e anfore LR 1 e LR 7.
Dalla sala d'ingresso del tempio (A), portata alla luce nel 2005 e identificata come la sala wesekhet, si accedeva all'ambiente F per mezzo di una breve rampa affiancata da due serie di tre gradini. La stanza F, analogamente alla A, è pavimentata con lastre di calcarenite grigia e introduce al pronao (stanza L) per mezzo di una rampa del tutto simile alla precedente. Nell'angolo Sud-Ovest della stanza F vi è uno stretto passaggio, chiuso da una porta, che immetteva nella scala I, della quale si conservano solo i primi tre gradini e il vano sottoscala (stanza H) ancora in parte coperto dall'originario soffitto. A Est della stanza F una porta, circondata da una cornice piana e da un toro non finito, introduce alla stanza G, originariamente una cappella. Tra i materiali litici crollati all'interno di F sono state rinvenute parti di fregi di urei e di gole egizie decorate con sole alato e pertinenti alla porta della cappella G e alla porta che immette nel pronao.
Le pareti della stanza F sono state tutte levigate e rifinite per accogliere decorazioni, solo in parte conservate sulla parete Nord-Ovest del vano. Si tratta di un registro figurato in cui sono rappresentati nove personaggi, solo parzialmente conservati. Di questi, due sono a bassorilievo finemente realizzato e raffigurano probabilmente un sovrano rivolto a destra, seguito da un personaggio femminile. Entrambi sono realizzati sulla cornice piana della porta e sono rivolti verso l'ingresso. Gli altri personaggi, invece, sono tutti maschili e in fasi diverse di realizzazione. Da destra a sinistra: un sovrano con gonnellino triangolare è rivolto a sinistra in atteggiamento di offerta di fronte ad un dio. Il sovrano è stato parzialmente scolpito a bassorilievo ma non perfettamente rifinito. Il dio che gli si trova di fronte è invece solo dipinto con inchiostro rosso ed è quasi completamente sbiadito. Un'altra raffigurazione di sovrano in atto di offerta segue il dio. Anch'essa è solo dipinta, mentre il dio a cui è rivolta l'offerta è realizzato a bassorilievo non rifinito. Seguono tre divinità solo dipinte, incedenti verso destra, con scettro was e ankh.
Il pronao è stato solo parzialmente posto in luce. Esso si configura come una grande stanza sul fondo della quale è costruita la sala naos: i due corridoi che la affiancano introducono a sale laterali. Il naos era una struttura rastremante verso l'alto, con toro d'angolo, in parte conservato sullo spigolo occidentale. A Ovest della porta del naos, sulla cornice piana, si conserva la parte inferiore di una raffigurazione a bassorilievo dipinto. Rimangono i piedi di due figure maschili affrontate, di cui quella di destra rappresenta una divinità dipinta in azzurro.
Tra i rinvenimenti vanno menzionati papiri demotici, tra cui una domanda oracolare completa di epoca romana; 6 papiri greci, tra cui una probabile lista di sacerdoti ed elenco patrimoniale del tempio di Soknopaios, risalente all'epoca romana, e 2 papiri figurati magici. Un frammento di papiro copto proviene dalla stanza centrale. Sono stati inoltre rinvenuti tre ostraka demotici, di cui uno completo, recante un nome di persona e utilizzato verosimilmente per le elezioni; e tre tituli picti in scrittura greca corsiva. Meritano inoltre di essere menzionati due sigilli in legno figurati, cretulae e tappi per anfore, frammenti di mobili sacrali e numerose parti di statue pertinenti originariamente al corredo templare.
Una seconda area indagata si trova ad Ovest del tempio e corrisponde all'edificio denominato ST 21. Sotto al crollo in mattoni crudi della struttura stessa sono state poste in luce le volte a botte di tre piccoli ambienti sotterranei, di cui una integra. Nello spazio tra due di esse è stata rinvenuta una spada romana in ferro, completa di fodero e di pomello in ebano, databile tra il I e il II d.C. Si tratta di un rinvenimento straordinario e finora unico nel Fayyum. Particolarmente complesso si è rivelato il recupero dell'oggetto, che ha richiesto il consolidamento della stessa spada e della sabbia circostante prima della sua rimozione. L'operazione è stata eseguita con pieno successo da alcuni restauratori del Centro Italo-Egiziano per il Restauro e l'Archeologia (Cairo) diretto dal prof. G. Fanfoni. Il restauro sarà completato nella prossima Campagna del 2007.
Il rilievo topografico dell'abitato, iniziato nel 2005 dalla società Archeosistemi di Reggio Emilia, è stato completato da I. Chiesi e N. Raimondi, insieme con il rilievo delle isoipse. Oggi disponiamo della prima planimetria scientifica completa del sito.
È stata inoltre iniziata l'indagine delle strutture presenti nel territorio intorno a Dime. T. Smekalova e M. el Zahabi hanno condotto un primo survey geomagnetico di alcune aree situate in zone diverse. Sono stati individuati numerosi insediamenti e tombe databili dal Neolitico al periodo islamico.
Fonte: "Redazione Archaeogate" - 17/01/2007
La Quarta Campagna di scavo si è svolta all'interno del grande recinto templare, nell'area situata al centro del temenos. È continuato lo scavo del tempio dedicato al dio coccodrillo Soknopaios (ST 20) e costruito con blocchi arenaria, probabilmente in epoca romana. Il nuovo settore di scavo misura 22 x 10 m e comprende la stanza antecedente al pronao, il pronao, una scala, il relativo sottoscala e una cappella laterale. La stratigrafia indagata era composta principalmente da detriti, blocchi e grandi architravi, pertinenti all'originaria copertura dell'edificio e delle sue porte e derivanti dal crollo e dallo smantellamento della struttura. Tale stratigrafia è risultata in gran parte manomessa da scavi effettuati in periodi diversi. In alcune stanze, tuttavia, parti di essa sono risultate intatte e hanno rivelato una fase tarda di occupazione, forse non continua, nel corso della quale furono utilizzati i mobili in legno del tempio e papiri in esso conservati come combustibile. A questa fase risalgono un frammento di papiro con testo copto e anfore LR 1 e LR 7.
Dalla sala d'ingresso del tempio (A), portata alla luce nel 2005 e identificata come la sala wesekhet, si accedeva all'ambiente F per mezzo di una breve rampa affiancata da due serie di tre gradini. La stanza F, analogamente alla A, è pavimentata con lastre di calcarenite grigia e introduce al pronao (stanza L) per mezzo di una rampa del tutto simile alla precedente. Nell'angolo Sud-Ovest della stanza F vi è uno stretto passaggio, chiuso da una porta, che immetteva nella scala I, della quale si conservano solo i primi tre gradini e il vano sottoscala (stanza H) ancora in parte coperto dall'originario soffitto. A Est della stanza F una porta, circondata da una cornice piana e da un toro non finito, introduce alla stanza G, originariamente una cappella. Tra i materiali litici crollati all'interno di F sono state rinvenute parti di fregi di urei e di gole egizie decorate con sole alato e pertinenti alla porta della cappella G e alla porta che immette nel pronao.
Le pareti della stanza F sono state tutte levigate e rifinite per accogliere decorazioni, solo in parte conservate sulla parete Nord-Ovest del vano. Si tratta di un registro figurato in cui sono rappresentati nove personaggi, solo parzialmente conservati. Di questi, due sono a bassorilievo finemente realizzato e raffigurano probabilmente un sovrano rivolto a destra, seguito da un personaggio femminile. Entrambi sono realizzati sulla cornice piana della porta e sono rivolti verso l'ingresso. Gli altri personaggi, invece, sono tutti maschili e in fasi diverse di realizzazione. Da destra a sinistra: un sovrano con gonnellino triangolare è rivolto a sinistra in atteggiamento di offerta di fronte ad un dio. Il sovrano è stato parzialmente scolpito a bassorilievo ma non perfettamente rifinito. Il dio che gli si trova di fronte è invece solo dipinto con inchiostro rosso ed è quasi completamente sbiadito. Un'altra raffigurazione di sovrano in atto di offerta segue il dio. Anch'essa è solo dipinta, mentre il dio a cui è rivolta l'offerta è realizzato a bassorilievo non rifinito. Seguono tre divinità solo dipinte, incedenti verso destra, con scettro was e ankh.
Il pronao è stato solo parzialmente posto in luce. Esso si configura come una grande stanza sul fondo della quale è costruita la sala naos: i due corridoi che la affiancano introducono a sale laterali. Il naos era una struttura rastremante verso l'alto, con toro d'angolo, in parte conservato sullo spigolo occidentale. A Ovest della porta del naos, sulla cornice piana, si conserva la parte inferiore di una raffigurazione a bassorilievo dipinto. Rimangono i piedi di due figure maschili affrontate, di cui quella di destra rappresenta una divinità dipinta in azzurro.
Tra i rinvenimenti vanno menzionati papiri demotici, tra cui una domanda oracolare completa di epoca romana; 6 papiri greci, tra cui una probabile lista di sacerdoti ed elenco patrimoniale del tempio di Soknopaios, risalente all'epoca romana, e 2 papiri figurati magici. Un frammento di papiro copto proviene dalla stanza centrale. Sono stati inoltre rinvenuti tre ostraka demotici, di cui uno completo, recante un nome di persona e utilizzato verosimilmente per le elezioni; e tre tituli picti in scrittura greca corsiva. Meritano inoltre di essere menzionati due sigilli in legno figurati, cretulae e tappi per anfore, frammenti di mobili sacrali e numerose parti di statue pertinenti originariamente al corredo templare.
Una seconda area indagata si trova ad Ovest del tempio e corrisponde all'edificio denominato ST 21. Sotto al crollo in mattoni crudi della struttura stessa sono state poste in luce le volte a botte di tre piccoli ambienti sotterranei, di cui una integra. Nello spazio tra due di esse è stata rinvenuta una spada romana in ferro, completa di fodero e di pomello in ebano, databile tra il I e il II d.C. Si tratta di un rinvenimento straordinario e finora unico nel Fayyum. Particolarmente complesso si è rivelato il recupero dell'oggetto, che ha richiesto il consolidamento della stessa spada e della sabbia circostante prima della sua rimozione. L'operazione è stata eseguita con pieno successo da alcuni restauratori del Centro Italo-Egiziano per il Restauro e l'Archeologia (Cairo) diretto dal prof. G. Fanfoni. Il restauro sarà completato nella prossima Campagna del 2007.
Il rilievo topografico dell'abitato, iniziato nel 2005 dalla società Archeosistemi di Reggio Emilia, è stato completato da I. Chiesi e N. Raimondi, insieme con il rilievo delle isoipse. Oggi disponiamo della prima planimetria scientifica completa del sito.
È stata inoltre iniziata l'indagine delle strutture presenti nel territorio intorno a Dime. T. Smekalova e M. el Zahabi hanno condotto un primo survey geomagnetico di alcune aree situate in zone diverse. Sono stati individuati numerosi insediamenti e tombe databili dal Neolitico al periodo islamico.
Fonte: "Redazione Archaeogate" - 17/01/2007

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