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24 febbraio 2007

Roma. Esposti a Palazzo Massimo scettro e insegne di Massenzio

Un motivo in più per andare al Museo romano di Palazzo Massimo, il magnifico spazio espositivo che da alcuni anni costituisce insieme al dirimpettaio Museo delle Terme il miglior biglietto da visita archeologico per l'ingresso in città partendo dall'area della Stazione Termini. Rita Paris, l'archeologa che dirige il museo (oltre a curare la tutela dell'Appia), le ha sistemate in un'area sotterranea del bel palazzo, negli spazi del medagliere. E lì resteranno in esposizione permanente come un "unicum" che finora non era mai stato trovato: sono le insegne imperiali di Massenzio. Eccole dunque finalmente esposte dopo l'avventuroso ritrovamento che l'archeologa della Sapienza, Clementina Panella, aveva fatto un anno fa scavando nelle viscere del Palatino, sul fianco nord-orientale dove il colle degrada davanti al Colosseo e all'Arco di Tito. Sono le sole che siano mai state trovate. Bellissime. Sono gli scettri e le insegne che l'archeologa, dopo lunghe ricerche e datazioni aiutate dai ritrovamenti di ceramiche nel sito, ha attribuito a Massenzio, l'imperatore "usurpatore" battuto nel 312 d.C. da Costantino e morto nella celebre battaglia di Ponte Milvio. Un'esposizione eccezionale, ha commentato presentandola alla stampa il vicepremier e ministro dei beni culturali Francesco Rutelli, che nonostante crisi di governo e consultazioni non ha voluto mancare all'evento. Eccezionale, dunque, per l'unicità dei reperti, visto che degli scettri e delle insegne imperiali avevamo solo immagini riportate da bassorilievi, pitture, monete, ma nessun esempio concreto. Ma anche per la preziosità dei materiali: dallo splendore del bronzo dorato a quei globi di vetro verde e di rarissimo calcedonio, e per la raffinatezza dell'esecuzione artistica. All'attribuzione si è arrivati un po' di tempo dopo la scoperta sulla base della cronologia e con gli esami di laboratorio, ha precisato l'archeologa Clementina Panella. E si è capito che si trattava di una scoperta eccezionale, che aiuterà a ricostruire un importante momento della storia di Roma. In mostra oltre ai due scettri, lance da cerimonia e portastendardi imperiali, insieme ad un ricco apparato iconografico costituito da monete, dittici d'avorio, cammei e rilievi. Soddisfatti il Sovrintendente Angelo Bottini e Rita Paris, che ha rivendicato i tempi strettissimi con cui è stata allestita la mostra che dà conto di tutto il processo di ricerca impiegato per la difficile attribuzione. Interessanti appaiono infatti anche le ceramiche ritrovate nel sito, come le anfore sigillate africane, le lucernette a becco tondo o a forma di pigna, insieme a sesterzi e radiati.

Fonte: "Corriere della Sera" - 24/02/2007 - Autore: "Paolo Brogi"

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