Roma. Sotto Testaccio i magazzini dell'Impero
E' lo scavo archeologico più esteso della Città Eterna. Probabilmente il più grande scavo, su territorio urbano, di tutta Italia. È nel cuore, fisico e romantico, di Roma. A Testaccio nell'area compresa tra via Galvani, via Franklin, via Manuzio e via Ghiberti. Lì, dove ormai sorgevano pochi edifici (il Teatro dei Cocci e un campetto sportivo) la Giunta Comunale ha deciso di realizzare il nuovo Mercato di Testaccio. Quasi un presentimento. Visto che gli scavi, coordinati dalla Soprintendenza archeologica di Roma, stanno dando alla luce una elevatissima quantità di reperti e che dimostrano che nella Roma Imperiale quell'area, ai piedi del Monte Testaccio e vicina al vecchio porto Fluviale, ospitava magazzini per le merci e anche alcune realtà commerciali. Gli scavi archeologici, come anticipato dalla rivista Forma Urbis, sono iniziati ad aprile 2005 e si avvalgono anche degli studenti dell'Università di Roma Tre, dell'Università di Lecce e della società Saf per riuscire a coprire l'intera area che supera un ettaro di estensione. Solo adesso, però, stanno dando risultati eccezionali. “Come spesso accade negli scavi urbani abbiamo rinvenuto una stratificazione che racconta l'intera storia dell'area – aggiunge Sebastiani – Si va dai magazzini di età imperiale, all'epoca dell'abbandono medievale quando la zona ospitava orti e vigne per passare alle vigne rinascimentali e barocche che coprono un periodo del 1400 al 1800”. Stando alla ricostruzione degli esperti in quell'area, nell'Antica Roma, sorgevano i grandi magazzini. Le merci arrivavano con grandi navi dall'Africa o dall'Oriente e approdavano al porto di Ostia. Da lì venivano portate nella città con delle chiatte che risalivano il Tevere fino al vecchio porto fluviale (tra ponte di Porta Portese e quello di Testaccio). “E' questa anche la spiegazione di Monte Testaccio, il monte dei cocci – spiega ancora Sebastiani – In pratica era una discarica Annona (dei magazzini statali) dove venivano distrutte e abbandonate tutte le grandi anfore di olio e di vino al momento della distribuzione al dettaglio in contenitori più piccoli”. I magazzini sono stati rinvenuti soprattutto nell'area nord dello scavo. Si tratta di tre linee di edifici che formano un triangolo: un lato costituito da una doppia fila di magazzini per un totale, al momento, di circa una ventina di ambienti: l'altro solo formato da una solo schiera di stanze che per ora risultano essere una decina. Quest'ultimo si affaccia su un corridoio collegato ad una strada che probabilmente si trova sotto Vicolo della Serpe. In uno dei locali, non è escluso che ci fosse un antico forno per la cottura delle ceramiche (anche grazie alla vicinanza del fiume che poteva fornire l'argilla e l'acqua necessarie). Finora, comunque, sono state recuperate circa un migliaio di cassette di reperti che sono ancora in corso di lavaggio e classificazione. La presenza principale è, senza dubbio, quella delle anfore olearie spagnole e africane e anfore vinarie di provenienza gallica, orientale e cretese. Sono state rinvenute anche una quarantina di monete di bronzo e di argento di varie epoche (dall'età vespasiana a quella severiana). “Quello che si prefigurava come il tradizionale conflitto tra salvaguardia dei resti archeologici e realizzazione di opere di pubblica utilità – spiega Renato Sebastiani, coordinatore degli scavi e responsabile della soprintendenza archeologica di Roma per l'area di Testaccio – E' stato, invece, vissuto come un'occasione di dialogo e di integrazione tra antico e moderno, a tutto vantaggio della città”. Il nuovo mercato di Testaccio, infatti, si farà lo stesso. “Al suo interno sarà realizzata anche un'area museale che illustri i ritrovamenti in modo da condurre il visitatore dai livelli più antichi a quelli più recenti mettendolo in grado di conoscere e comprendere al meglio l'evoluzione storica dell'area e, in certo senso, dell'intera città – sottolinea Lucina Giacopini, responsabile della direzione scientifica della Saf – Inoltre verranno anche realizzate delle attività didattiche dove i visitatori potranno partecipare a forme di archeologia sperimentale.
Fonte: “Il Messaggero – Cronaca di Roma” - 22/04/2007 – Autore: Davide Desario
Etichette: Scoperte e scavi

0 Comments:
Posta un commento
<< Home