Prossima riapertura al pubblico del complesso augustero sul Palatino
La Soprintendenza Archeologica di Roma è da tempo impegnata in un vasto piano di restauro, di attività investigative e di studio dell’intero complesso delle costruzioni che Augusto realizzò sul Palatino.
Molteplici sono gli interventi effettuati: da quelli di ordine statico-strutturale a quelli di ricomposizione e ripristino della decorazione pittorica. Quest’ultimo ha interessato, in particolare, il nucleo della reggia augustea situato sul pendio meridionale del colle nel tratto adiacente al tempio di Apollo Aziaco, compreso tra le Scalae Caci e le Biblioteche di Domiziano.
Il sito, finora escluso dal circuito di visita, a fine febbraio sarà aperto ai numerosi visitatori del Palatino. La Casa di Augusto costituisce il monumento più importante del colle, al quale pochi altri possono essere paragonati per importanza storica e interesse archeologico e nel quale si rinvengono le espressioni artistiche più alte, trattandosi della residenza imperiale. In quest’ultimo biennio, infatti, per raggiungere l’obiettivo dell’apertura al pubblico, l’attività e le risorse finanziarie a disposizione della Soprintendenza Archeologica di Roma si sono concentrate essenzialmente attorno al peristilio (giardino porticato a colonne) della prima fase della Casa di Augusto (quando ancora non era imperatore), sui cui lati settentrionale e orientale si aprono i locali più rappresentativi dell’abitazione.
I lavori di restauro dell’edificio si sono focalizzati sul ripristino delle coperture di alcuni degli ambienti, per consentire la ricollocazione dei preziosi affreschi, rinvenuti in frammenti minuti e adesso ricomposti e restaurati. A tutto ciò, si sono aggiunte le opere di messa in sicurezza e sistemazione dei percorsi.
Grazie all’allestimento di un percorso attraverso il peristilio, sarà visitabile il settore della casa, il più ricco di decorazioni pittoriche di altissima qualità. Oltre al cosiddetto studiolo dell’imperatore, preziosa testimonianza del raffinato gusto decorativo augusteo, saranno restituiti nel loro primitivo aspetto: il “cubicolo inferiore”, il grande oecus (ambiente di soggiorno e di ricevimento) e i locali denominati della rampa e dell’antirampa. Le loro splendide decorazioni, capisaldi nella storia della pittura romana, fanno della casa del primo imperatore il maggior complesso pittorico di secondo stile che si sia recuperato in questi ultimi decenni.
Con la contemporanea riapertura della Casa di Livia, dove, ormai da tempo, si è provveduto ad una definitiva copertura dell’atrio a salvaguardia degli affreschi, e si stanno restaurando i dipinti del tablinum e dell’ala sinistra, si realizzerà un vero e proprio museo in situ della pittura decorativa di età protoaugustea.
Di recente ultimazione sono i restauri del podio di Apollo Aziaco, che hanno consentito l’identificazione di luoghi celebrati dai contemporanei, quali il portico delle Danaidi e la Biblioteca ad Apollinis, luogo citato dalle fonti (Svetonio) dove Augusto era solito riunire il Senato.
Sono ancora in atto lavori diretti ad arrestare i dissesti statici che interessano il settore meridionale del complesso, lavori che hanno consentito l’identificazione del Lupercale.
I restauri della decorazione pittorica
Gli ambienti venuti alla luce dagli scavi eseguiti nella zona augustea da Gianfilippo Carettoni alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, decorati con affreschi e stucchi, rappresentano un importante esempio di pittura romana della fine del I sec. a.C. e il risultato di una impegnativa opera di restauro che ha interessato il grande oecus, l’ambiente della rampa, due cubicoli sovrapposti. Nel cubicolo superiore (il cosiddetto studiolo di Augusto) la situazione generale emersa dallo scavo era abbastanza diversificata: rimanevano circa due terzi dell'affresco della parete frontale, una parte della volta era crollata e conservava un grosso frammento di pittura e stucchi, mentre tutto il resto della decorazione era ridotto in frammenti.
Il cubicolo inferiore conservava la quasi totalità della decorazione ancora sulla muratura originaria, mentre la fascia superiore delle pareti laterali è stata ritrovata in frammenti nell’interro, insieme a quelli dello studiolo.
Nell’oecus si sono ritrovati i frammenti degli affreschi della parte superiore delle pareti dell’antisala (che erano crollate nella demolizione della casa di Augusto per la costruzione del Palazzo di Domiziano), tutto il resto della decorazione rimasto si presentava molto deteriorato, tanto da richiedere un significativo intervento di consolidamento e di reintegrazione per restituire la leggibilità dell’insieme.
Nell’ambiente della rampa la decorazione delle volte e gran parte delle pareti dell’antirampa sono state raccolte anch’esse in frammenti.
Il restauro degli ambienti, quindi, ha sì richiesto l’intervento sulle superfici ancora in situ, ma anche e soprattutto la ricomposizione dei frammenti, attraverso cui giungere alla restituzione dell’impianto decorativo di questa ala della Casa di Augusto, così come era al tempo dell’Imperatore.
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