Velia, teatro antico con filosofia
Nell’area archeologica campana torna la rassegna teatrale dedicata ai classici. Novità dell’edizione: nei luoghi di Parmenide e della Scuola Eleatica vanno in scena anche i testi filosofici
Riportare il teatro classico nei luoghi della classicità: questo l’obiettivo che da dodici anni persegue “Velia Teatro”, rassegna dedicata al teatro antico che si svolge nello scenario del parco archeologico di Elea-Velia (Salerno). Un luogo d’eccezione, dal valore storico-culturale unico: qui nacque e visse nel V secolo a.C. il celebre filosofo Parmenide, qui ebbe inizio e si sviluppò una fiorente colonia magno-greca, i cui resti sono oggi inseriti nella lista Unesco del Patrimonio Mondiale dell’U manità.
In questo sito di grande importanza storico-archeologica, ai piedi della monumentale torre medievale che domina l’acropoli della città antica, viene dato spazio alla commedia e alla tragedia, ai classici greci e romani. Ma non solo. Questa edizione offre una novità: il teatro “filosofico” (già sperimentato lo scorso anno con la rassegna “ VeliaTeatroFilosofia”), quanto mai appropriato al luogo che fu patria di Parmenide e del suo discepolo Zenone e sede della loro importante corrente di pensiero, lafamosa Scuola Eleatica. In cartellone quattro allestimenti tratti dai Dialoghi di Platone e adattamenti di classici della filosofia greca, tra cui quelli tratti da Parmenide e dai filosofi di Elea.
Si parte con la Fedra di Gabriele d’Annunzio (9 agosto), poi tocca alla messa in scena dello spettacolo in prima nazionale La villa dei misteri, ispirato agli affreschi degli scavi di Ercolano (10 agosto), adatto a un pubblico adulto. Si prosegue con La violenza e la giustizia secondo Gorgia (13 agosto) e con Il teatro, l’arte e la politica di Ione (14 agosto), poi si torna ai classici: Edipo Re di Sofocle (22 agosto) e la Càsina di Tito Maccio Plauto (26 agosto). La rassegna si conclude con una conferenza-concerto ispirata all’archeologia dei suoni perduti (27 agosto).
La città di Elea fu fondata dai Focei intorno al 540 a.C. nell’attuale Cilento, sulla costa tirrenica tra Punta Licosa e Capo Palinuro. Famosa per la scuola filosofica che dalla città prendeva nome, nata con Senofane, maestro di Parmenide, la città viveva prevalentemente di economia mercantile. Nel corso del IV secolo a.C. Elea entrò in contrasto con i Lucani insediati a Paestum e nei primi decenni del III secolo a.C. strinse un trattato di alleanza con Roma, fornendo navi nella guerra contro Cartagine. In età romana la città fu chiamata Velia e riuscì a conservare una parziale autonomia, ottenendo di mantenere l’uso della lingua greca nelle cerimonie ufficiali e di continuare a battere moneta. Inoltre, la posizione geografica, su un promontorio che in antico si protendeva sul mare ne favorì la trasformazione in un centro di villeggiatura. Poi l’insabbiamento del porto segnò la decadenza della città, e nel Medioevo l’impaludamento progressivo e le scorrerie dei pirati saraceni spinsero gli abitanti a rifugiarsi in un piccolo centro montano, che prese il nome di Novi Velia.
Dell’antico centro greco-romano si conserva intatta l’acropoli: il teatro rifatto in età romana su un primitivo impianto ellenistico, il tempio principale forse dedicato ad Atena. Fuori dall’acropoli sono visibili i resti delle terme e una costruzione di età augustea dedicata al culto imperiale.
Ma il monumento più grandioso della città è la bellissima Porta Rosa, costruita, probabilmente nel IV secolo a.C., in una gola naturale con perfetti blocchi di pietra: è l'unico esempio di arco a tutto sesto che si sia conservato in Magna Grecia.
Link: http://www.veliateatro.it/
Fonte: "CulturaItalia"
Etichette: Manifestazioni

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