ARCHEOBLOG

Giornale archeologico e culturale costantemente aggiornato con le ultime notizie e gli ultimi approfondimenti storico-archeologici



31 agosto 2006

Roma. Eur, strada romana sotto la torre.

Nell'area di Castellaccio, nei pressi del Fungo, si sta realizzando un grande insediamento di case ed uffici. I resti stradali sono affiorati nella piazza dove sorgerà il "grattacielo" di Purini. Si tratta di un'unica strada romana sulla destra della C.Colombo nella direzione verso Ostia. "La strada romana", afferma Purini, "è affiorata proprio al centro della futura grande piazza. Ed ora il progetto di questo spazio sarà arricchito dalla sua presenza che cercheremo di valorizzare insieme ai resti dell'antico ponte". L'edificio sarà formato da due corpi legati da ponti ed in cima avrà un approdo per gli elicotteri e pannelli solari che riforniranno di energia. La piazza sarà poi arricchita da fontane, sculture, ristoranti, bar.

Fonte: "La Repubblica"

29 agosto 2006

Napoli. Capanne sotto l'università

Un insediamento dell'età del Bronzo Medio è stato rinvenuto dalla Soprintendenza Archeologica nell'area di piazzale Tecchio durante i lavori per la realizzazione della metropolitana. Le strutture, poste a circa 10 mt. di profondità, sarebbero la parte periferica di un villaggio situato proprio al di sotto l'edificio della facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi. Notevole è la quantità di ceramica e di scorie di bronzo recuperata. L'analisi dei sedimenti ha rivelato che la linea di costa nell'antichità era molto più arretrata rispetto a quella attuale. La forma delle capanne è a ferro di cavallo e non differisce di molto da quella di altri edifici dello stesso periodo. Sono stati individuati anche solchi di coltivazioni di età romana con segni di arature.

Fonte: "Il Giornale dell'Arte"

28 agosto 2006

Marzabotto (Bo): nuove scoperte etrusche a Misa

Misa, la città etrusca che sorgeva nell’area corrispondente oggi a Marzabotto (Bo), ha un nuovo nome: “Kainua”, la nuova. Lo attesta un’iscrizione ritrovata nel frammento di un vaso, rinvenuto in una fossa insieme ad altri materiali che probabilmente servirono per un rito propiziatorio.
Ultima novità emersa dagli scavi condotti da anni dagli archeologi dell’Università di Bologna, guidati da Giuseppe Passatelli.
“Il ritrovamento è importante e conferma la tesi, avanzata fin dagli anni ’60, che Misa non fosse il nome reale della città”, spiega Passatelli, “Possiamo invece essere sicuri che la nuova denominazione giusta sia Kainua, perché si accompagna alla particella locativa “ti”; una denominazione “parlante”, che ci fa capire come gli etruschi considerassero innovativa questa città. Misa era importante dal punto di vista dell’impianto urbanistico, centro di intensa coltivazione di cereali e snodo di collegamento tra gli impulsi culturali provenienti dal Mediterraneo verso il Nord Europa”. Ma questa non è l’unica scoperta rilevante. “Abbiamo rivenuto poi le tracce di un edificio di culto, un tempio risalente al 520 a.C., di grandi dimensioni (25 metri di lato)”, aggiunge ancora Passatelli, “con ogni probabilità dedicato alla massima divinità del pantheon etrusco, curiosamente collocati in pieno centro città e non su un monte, quasi fosse un dio molto vicino alla popolazione”.
Infine, ultima novità, da alcuni mesi è operativa, presso il Dipartimento di Archeologia dell’Università, la sezione bolognese dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, con la denominazione di Sezione dell’Etruria Padana e dell’Italia Settentrionale.
La Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna sostiene con fondi triennali le attività di scavo e il Museo di Marzabotto e ora si qualifica come Ente sostenitore delle attività della Sezione.

Fonte: "Il Giornale dell'Arte"

24 agosto 2006

Angouleme (Francia). Più antica della grotta di Lascaux

Lo scorso 2 giugno è stata annunciata la scoperta di una grotta parietale protostorica a Vilhonneur, a circa 25 km da Angouleme, nel sud-ovest della Francia. La grotta è stata datata al Paleolitico Superiore, circa 25000 anni a.C., molto più antica della celeberrima grotta di Lascaux. La grande cavità scoperta presenta una serie di dipinti parietali tipici di questo periodo (mano in negativo) ma anche la rappresentazione unica di un volto umano, che sfrutta le anomalie della roccia per tracciare i contorni della fisionomia. Alcune tracce policrome definiscono i tratti del naso, degli occhi e della bocca. I due vani rinvenuti sono grandi circa 9 mq; a pochi metri è stato rinvenuto anche uno scheletro di circa 27000 anni fa. Si tratta del secondo caso al mondo (dopo quello di Cussac) in cui sono associati resti umani e dipinti parietali.

Fonte: "Il Giornale dell'Arte", Luglio-Agosto 2006

22 agosto 2006

Udine: Castello, resti umani risalenti al 1200.

Tornano alla luce le spoglie dei coloni che nel 1200 vivevano sul colle del castello e difendevano l’antico maniero del Patriarca: gli scavi avviati all’inizio del mese hanno infatti consentito di trovare i resti di tre persone che secondo gli archeologi vissero tra il 1200 e il 1300. Sono venuti alla luce anche altri reperti come ceramiche, tegole e macerie di antiche abitazioni. Ciò che emergerà dagli scavi – che dovrebbero protrarsi almeno sino a settembre – contribuirà a ricostruire il passato di Udine e del suo punto di maggior prestigio, il colle, con il castello che sorgeva sulla sua sommità, sede patriarcale con testimonianze storiche che risalgono al 983, ma che con tutta probabilità era presente anche in precedenza. Le radici della storia cittadina affondano dunque proprio nel castello e gli archeologi sono all’opera per trovare testimonianze di quei secoli. Durante i primi giorni di scavo sono stati trovati due metri di detriti: si tratta di ciò che rimane delle casette esistenti sul livello superiore del colle che sono state distrutte in seguito ai lavori di costruzione del nuovo castello, durante il XVI secolo.Per costruire il palazzo attuale sono state abbattute le casette degli “habitatores”; si è trattata di un’operazione che ha mutato radicalmente l’aspetto del colle nella sua parte superiore. Gli archeologi hanno rinvenuto anche ossa del cranio di tre individui diversi e per il momento non è possibile dire se si tratti di uomini o donne. Sono state raccolte anche parti di bacino e di femore. In epoca medievale sul colle non c’era dunque un vero e proprio cimitero. Gli udinesi seppellivano i propri cari vicino alle case nei pressi del castello. La possibilità di avere una piccola dimora sul colle era infatti un privilegio concesso direttamente dal Patriarca. I colini (che spesso avevano anche una abitazione principale in città), lavoravano la terra e difendevano il castello. Questi coloni-soldati si sarebbero poi meritati il passaggio a una classe superiore all’interno delle gerarchie sociali della città: sarebbero diventati nobili.
Proprio dagli habitatores avrebbero dunque avuto origine le principali famiglie nobili di Udine.
Le case di questi difensori del colle erano distribuite su alcuni livelli. Quello più vicino alla sommità è attualmente esaminato dagli archeologi. Quelle abitazioni furono distrutte in seguito ai lavori di costruzione del nuovo castello, nel corso del sedicesimo secolo. Da quanto è già stato trovato gli archeologi hanno anche compreso che in origine il colle doveva essere molto più ripido. E’ stato parzialmente spianato proprio in occasione della costruzione del palazzo attuale.
Sul colle c’erano alcune decine di abitazioni, dalla sommità sino in via Manin ed è quindi probabile che i lavori portino alla luce altri resti umani e reperti di vario tipo, tra cui corredi funerari.

Fonte: "Messaggero Veneto", Udine

21 agosto 2006

Vieste (Fg): torna alla luce una tomba di età ellenistica

Una struttura funeraria, presumibilmente di età ellenistica (III secolo a.C.) è venuta alla luce a Vieste, nel cortile interno dell'edificio municipale. Il rinvenimento, del tutto casuale, è piuttosto importante poichè l'area garganica non presenta questa tipologia di tomba. Giuseppe Ruggieri, ispettore onorario di Vieste dei beni architettonici e del paesaggio, ha potuto rilevare che la struttura funeraria, rinvenuta nel banco sabbioso fossile a circa 3 metri e mezzo dal piano di calpestio, è allocata in asse nord est-sud ovest, per una lunghezza di due metri circa, la cui copertura è costituita da blocchi di calcare a doppia falda insistenti su altri blocchi che formano la semicamera funeraria. Segnalato da Ruggieri l'importante rinvenimento al soprintendente archeologo di Taranto, Giuseppe Andreassi, questi ha inviato sul posto l'archeologa responsabile, Giovanna Pacilio, la quale ha confermato la straordinarietà dell'evento. Questa tomba - afferma Ruggieri - assume una particolarissima importanza in considerazione della sua monumentalità, espressione di un ceto emergente ed aristocratico che viveva in questa cittadina che batteva anche moneta».

Fonte: "La Gazzetta del Mezzogiorno"

20 agosto 2006

Vercelli: riemerge un anfiteatro romano

Il sindaco di Vercelli Andrea Corsaro e l'architetto Giuseppina Spagnolo hanno dato notizia della riscoperta di un importante anfiteatro romano nella zona di viale Rimembranza. L'architetto Spagnolo ha sottolineato l'importanza degli scavi condotti nella zona: «Si tratta di uno dei più grandi e importanti anfiteatri romani. Ha un’ellisse di circa 130 metri, 50 in più rispetto a quello di Verona. Per restare in Piemonte, è grande come quello di Pollenzo, ma è assai più monumentale. Penso che appartenga alla classica età Flavia e che quindi sia catalogabile fra la fine del I secolo e la metà del II. L’imponenza di questo anfiteatro, i materiali con cui è stato realizzato, riaffermano l’opulenza di Vercelli nell’era romana». Già nel 1560, anno in cui il duca Emanuele Filiberto aveva iniziato ad ampliare la cittadella, si aveva notizia della presenza dell'anfiteatro romano in questa zona. Dal XVII fino al XIX secolo proseguono le notizie riguardo la presenza di ruderi imponenti e di strutture riconducibili all'anfiteatro. Grazie anche all'uso della fotografia aerea, in questi ultimi anni, si è potuto constatare la presenza di una vasta area ellittica con l'asse maggiore in direzione Est-Ovest tra viale Rimembranza e corso Salamano. L’anfiteatro di Vercelli sarà dunque una delle attrattive della città nei prossimi anni.

Fonte: "La Stampa"

19 agosto 2006

Alla ricerca dell'Ara Martis

Sono iniziati da poco gli scavi sotto piazza Venezia, con il preciso scopo di rinvenire l'altare di Marte presso cui, nel mondo romano, si riuniva la popolazione per assistere al sacrificio di un toro, di una pecora e di un maiale in onore della divinità. Le fonti antiche infatti sembrano collocare l'antica ara del dio della guerra proprio nei pressi della moderna piazza romana. Il sovrintendente comunale Eugenio La Rocca descrive lo scavo come il primo vero e proprio intrapreso in quest'area. Bisogna ricordare che, per quanto riguarda l'antica collocazione di piazza Venezia, ci troviamo nella vastissima area del Campo Marzio. Davanti al moderno Altare della Patria lo storico Tito Livio menzionava la presenza dei "Saepta", area adibita allo svolgimento dei comizi centuriati. Al suo fianco vi era il tempio di Serapide e di Iside. L'Ara di Marte si trovava invece tra via della Gatta e Palazzo Venezia; al centro dell'attuale piazza vi era un tratto della via Flaminia, che transitava successivamente per l'odierna piazza del Popolo e proseguiva per il nord Italia.

Fonte: "La Repubblica"

18 agosto 2006

Ardea: emergono altre parti del porto dei Rutuli

Continuano a venire alla luce nuove testimonianze del castrum Inui, l'antico porto dei Rutuli alla foce del fiume Incastro. Le novità riguardano l'impianto termale ( di età repubblicana, con tracce di restauro tardo-imperiali); sono stati individuati nuovi ambienti, piscine e una fullonica. La nuova area di scavo ricopre un'area di circa 2000 mq.

Fonte: "Il Messaggero" (Latina)


17 agosto 2006

Micenei ad Afragola (Na)

La Soprintendenza archeologica di Napoli, mentre era in opera lo scavo per la costruzione della TAV, ha intercettato 4 fosse di scarico al cui interno vi era della ceramica micenea frammentata, molto elegante nella decorazione. La profondità delle fosse varia dai 2 ai 5 m dal piano di campagna. La scoperta apre nuovi scenari riguardo la presenza micenea nel territorio di Afragola: nei pressi delle fosse, inoltre, vi è un villaggio capannicolo (di cui vi sono attestazioni a partire dal "bronzo recente") dalle caratteristiche commerciali e produttive. La presenza micenea andrebbe in due direzioni: 1) necessità di allargare i mercati; 2) trasferirsi su nuovi territori. La certezza, per quanto riguarda questi rinvenimenti, sta nel fatto che per la prima volta si rinviene, nell'entroterra, ceramica di importazione e imitazione orientale: questo elemento testimonierebbe probabilmente dei contatti commerciali e culturali con i mercanti che provenivano dall'Oriente.

Fonte: "Il Mattino" (clicca qui se vuoi leggere l'articolo completo)

14 agosto 2006

Xi'an: l'antica capitale dell'Impero Celeste

L'enorme boom edilizio della Cina sta cancellando le tracce del glorioso passato dell'Impero Celeste.Ma a Xi'an, antica capitale e capoluogo dello Shaanxi, l'archeologia è vivissima. Qui fu portato alla luce il famoso "esercito di terracotta" del primo imperatore Qin Shihuangdi (209 a.C. ca.) e le tombe della dinastia Tang (618-907 d.C.). Il 2005 è stato un anno molto proficuo per quanto riguarda i ritrovamenti: ben 58 sono stati quelli di una certa entità, tra cui bisogna menzionare un imponente complesso monumentale funerario su una superficie di 500 x 300 m.
Il principale monumento della capitale è senza dubbio il complesso di Qinling dove, nel 1974, furono riportati alla luce le statuette di terracotta che formavano un vero e proprio esercito imperiale. Molto prima di morire (attorno al 247 a.C.) Qin Shihuangdi diede inizio alla costruzione del proprio mausoleo nei pressi della montagna di Lishan. Il mausoleo, rimasto incompiuto, prevedeva una estensione di ben 2,5 kmq. Qui sono state rinvenute le statuette, circa 8000, in terracotta. Questo esercito rappresentava pienamente l'idea di un potere smisurato, di uno stato, la Cina, che lentamente si apprestava a divenire una grande potenza economica e culturale.
La successiva dinastia degli Han (206 a.C.-220 d.C.) ha lasciato il segno nella capitale con il mausoleo di Jingdi (quarto imperatore della dinastia), iniziato nel 153 a.C., e situato nella valle del fiume Wei a nord della capitale Chang'an, futura Xi'an.
Numerosi reperti sono stati rinvenuti nelle necropoli di Gaoyangyuan, a sud di Xi'an, del periodo delle dinastie Tang (618-907 d.C.). Tra questi bisogna menzionare le figurine di terracotta di donne di corte, di alcuni importanti funzionari dello stato e anche di alcuni demoni antropomorfi. Sempre da queste necropoli di epoca Tang provengono anche i bellissimi cavalieri di terracotta dipinta. Queste importanti testimonianze attestano la floridezza economica e culturale della capitale, punto di partenza e di arrivo della Via della Seta.

13 agosto 2006

Restauro della Tomba dell'Iscrizione di Chiusi

E' stato da poco recuperato questo importante monumento funerario della necropoli di Poggio Renzo e sembra anche quasi del tutto svelato anche il significato delle parole incise in una delle pareti rocciose della camera di fondo. Enrico Benelli ha studiato l'epigrafe, il cui significato sembrerebbe essere "Non fare nulla qui". Si tratterebbe quindi non di un'iscrizione contenente termini onomastici ma di un vero e proprio divieto che voleva scongiurare ogni possibile profanazione della tomba. L'esplorazione dell'atrio della tomba ha portato alla luce una grande fossa rettangolare con all'interno i resti di 9 individui. L'elevato numero di persone sepolte le une accanto alle altre segnalerebbe l'appartenenza di esse ad una stessa cerchia familiare. La datazione delle deposizioni ricopre un periodo di tempo che va dalla metà del VI all'inizio del V sec. a.C. La frammentazione degli oggetti presenti all'interno della fossa (soprattutto piattelli) testimonierebbe la celebrazione di una cerimonia che avrebbe accompagnato i defunti alla sepoltura.

Per visitare la Tomba dell'Iscrizione ci si può rivolgere per informazioni al Museo Archeologico di Chiusi

12 agosto 2006

L' Amazzone di Ercolano

Un'intensa attività di conservazione e valorizzazione dei siti archeologici è svolta ad Ercolano, come anche a Pompei, dalle missioni straniere: una di esse è quella relativa all'Herculaneum Conservation Project, nell'ambito della quale è stata riscoperta la bella testa di Amazzone.
Il rinvenimento è avvenuto durante i lavori di restauro dell'edificio della Basilica Neroniana posta all'estremità nord dell'insula VII. La testa, in marmo pentelico, è apparsa sotto il muro presso la scarpata. Il biondo dei capelli, i particolari delle ciglia, delle pupille e delle iridi degli occhi rimandano ad un'Amazzone di tipo Sciarra, simile a quella rinvenuta a Villa dei Papiri.
E' possibile che la statua di Amazzone a cui apparteneva la testa fosse collocata su una delle basi addossate alle semicolonne in muratura del muro perimetrale della Basilica Neroniana.

NOVITA'

Amici carissimi, da oggi le news sull'archeologia che inserivo nel mio sito non si troveranno più nelle pagine tematiche all'interno del sito ma direttamente qui nel blog. Il blog, da oggi, avrà la funzione principale di "giornale archeologico", continuamente aggiornato (per quanto possibile). Inizia anche questa nuova avventura. Speriamo vada bene. Messaggiate!!