Ravenna. Giornata di Studio "Da Tell Afis in Siria a Mozia. Studi e ricerche di archeologia orientale"
31 marzo 2010
Fin dalla sua fondazione la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali e il Dipartimento di Storie e Metodi dell'Università degli Studi di Bologna, con sede a Ravenna, hanno condotto un'intensa attività volta a studi e ricerche orientalistiche. La civiltà fenicia con la sua proiezione coloniale e con la fondazione di Cartagine costituisce l'ultimo esito occidentale di quella cultura vicino-orientale che, nata in Siria alla fine dell'Età del Bronzo, trasmette le sue conquiste culturali e tecnologiche in Occidente, dove interagisce con i Greci e con le diverse realtà indigene del Mediterraneo.
Gli scavi in Siria dell'Università di Palermo a Tell Shiyukh Tahatani, sul fiume Eufrate e a qualche chilometro da Carchemish, e delle Università di Firenze e di Bologna a Tell Afis, a circa 50 chilometri da Aleppo, hanno restituito sequenze culturali che pongono in primo piano quell'Ars Syra, la cui importanza per l'intero Vicino Oriente e le sue proiezioni orientali era stata già segnalata da Paolo Matthiae fin dal 1962. Gli studi che Serena Maria Cecchini ha da sempre dedicato alla lettura dei "disegni e modelli" del Levante arrivano sino all'estremo Occidente: passaggi questi molto complessi con cui si sono misurate intere generazioni di studiosi tesi a decifrare l'enigma dei Popoli del Mare, come ricorda Fabrizio Venturi.
Con il tofet di Mozia, recentemente restaurato, si dà conto nell'intervento di Rosella Giglio di uno dei contesti santuariali più tipico della cultura punica, dove Oriente ed Occidente prestano al "sacrificio dei fanciulli" modalità che attingono a ritualità diverse. Fra queste ritualità emerge sempre di più un approccio "greco", in particolare dionisiaco, con non poche incidenze politiche, come mostrerebbero i komasti dei sigilli cartaginesi presentati da Paola De Vita.
Ad un linguista e storico, che spesso ha interpretato con vivida intelligenza contesti archeologici orientali e punici, Giovanni Garbini, il compito di valutare l'odierna capacità dell'orientalista di leggere prodotti orientali in contesti occidentali. Ad uno storico della grecità, con raffinato ed aggiornato approccio antropologico, quale Nicola Cusumano, il compito di relazionare sull'immagine che i Greci di Sicilia hanno degli inaffidabili Cartaginesi. Dall'archeologia alla storia la ricerca orientalistica si pone come una delle prospettive più idonee a comprendere le origini del nostro Mediterraneo, nella prospettiva di valorizzare e salvaguardare quei Beni culturali propri di ogni popolo, dalla Siria al centro del Levante alla Sicilia, da sempre agognata dagli Ateniesi.
Località della manifestazione
Biblioteca Classense - Sala Muratori, via Baccarini 3, Ravenna
Fonte: “www.archaeogate.org”
Etichette: Convegni

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