ARCHEOBLOG

Giornale archeologico e culturale costantemente aggiornato con le ultime notizie e gli ultimi approfondimenti storico-archeologici



27 ottobre 2008

Castello di Serravalle (BO). "Vivere in villa: Mercatello in età romana"

Fino al 31 maggio 2009

Dalla terra al museo. I reperti rinvenuti nei recenti scavi di Marcatello di Serravalle offrono uno spaccato della vita e dell'ambiente di un complesso rustico di età romana utilizzato per mezzo millennio, dal I sec. a.C. al V-VI secolo d.C.

Come sempre, sono gli oggetti a parlare. Zappe, falcetti, coltelli, attrezzi e utensili che rimandano ai gesti della vita agraria e tracciano il quadro di un complesso rustico di età romana alle pendici dell'Appennino bolognese. Pare quasi di sentirli i suoni della vita dei campi, il campanaccio dei buoi, l'attrito della macina in pietra, il cigolio del torchio, lo sgocciolare del vino mentre si osserva la piana dove è stata rinvenuta la villa rurale di Mercatello di Serravalle. Una struttura residenziale e produttiva abitata per più di mezzo millennio, dal I secolo a.C. al V-VI d.C. Alla sua storia è dedicata la mostra "Vivere in villa: Mercatello in età romana", al via dal 28 settembre 2008 all'Ecomuseo della vite e del vino di Castello di Serravalle.
L'esposizione offre uno spaccato della vita e dell'ambiente di un insediamento rustico di età romana attraverso alcuni manufatti tipici della vita contadina antica riemersi dai recenti scavi.
Star del percorso è certamente un grande dolio di IV secolo, rinvenuto in ottimo stato di conservazione e pertinente ad un impianto per la produzione del vino (turcularium). La sua capacità, calcolata attorno ai mille litri, pari a circa 40 anfore (1 amphora = litri 26 ca.), lo colloca tra quelli di maggiori dimensioni, come quelli per vino o granaglie citati da Catone e Columella. Come spesso accadeva nei contenitori di queste dimensioni, anche questo dolio subì un collassamento prima della cottura, cui si ovviò con l'infissione di grappe e risarciture in piombo, perfettamente visibili.
Molto grande doveva essere anche un secondo dolio, più antico, di cui è stato rinvenuto solo un frammento con inciso un numerale. L'incisione, oltre ad indicare una capacità di 42 amphorae, denota una certa arcaicità e permette di datare il dolio entro il I secolo d.C.
Assai significativi sono i rinvenimenti di una macina in pietra per la molatura del grano, di una piccola fornace per la produzione di ceramica e di un campanaccio in bronzo (tintinnabulum) che, ieri come oggi, pendeva al collo delle bestie per segnalarne il movimento.
Le indagini archeologiche hanno evidenziato almeno quattro fasi edilizie del complesso, caratterizzate da trasformazioni che, seppur rilevanti, non hanno modificato la vocazione residenziale e produttiva del complesso. Dal piccolo edificio rustico di età repubblicana (I sec.a.C.), con mura in legno e mattoni crudi, si passa agli ampliamenti del I secolo d. C., quando alla costruzione di un nuovo settore ad uso residenziale del dominus (pars urbana), con pavimenti in cocciopesto ed acqua corrente, si affianca una pars rustica con vani in parte porticati adibiti a granaio. La profonda crisi che nel III secolo d.C. attanaglia il mondo antico si legge anche nel sito di Mercatello. Distrutto da un incendio di vaste proporzioni, il complesso viene restaurato solo in parte, con un netto ridimensionamento. Nell'ultima fase di vita, la villa mostra una decisa contrazione: il granaio diventa spazio abitato -come dimostra la presenza di un grande focolare- mentre la pars urbana viene trasformata in area adibita alla produzione di vino e ceramica.
La mostra è curata dagli archeologi Paola Desantis e Nicola Raimondi ed è promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna e dal Comune di Castello di Serravalle in collaborazione con l'Ecomuseo della vite e del Vino, e con il sostegno di Società Immobiliare PRIMM di Modena. Al termine della mostra, i reperti entreranno a far parte dell'esposizione permanente dell'Ecomuseo.

INFORMAZIONI
domenica ore 15-18; feriali, solo su prenotazione, ore 10-12 e ore 14-16
Ingresso gratuito
Comune di Castello di Serravalle, Biblioteca, tel. 051.6710728
e-mail cultura@comune.castellodiserravalle.bo.it

Località della manifestazione

Castello di Serravalle (BO), Via della Rocca n. 130, Ecomuseo della vite e del vino

http://www.archeobo.art....tello/mercatello_08.htm

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24 ottobre 2008

Padova. Nuovo allestimento della sezione romana del Museo Archeologico di Padova

Sabato 25 ottobre 2008, ore 12.00
Padova, Musei Civici agli Eremitani

Un pullman per la stampa partirà da Milano sabato 25 ottobre alle ore
8.30 da Piazza Castello, lato fontana

Una biga corre veloce. L’auriga che la sta guidando è proteso in
avanti, briglie alla mano, nel gesto di sferzare i cavalli; dietro
l’uomo in toga volge lo sguardo verso una donna, ritta al centro,
con le mani incrociate sul ventre. Sono marito e moglie e questo è il
loro ultimo viaggio: la strada che stanno percorrendo è quella del
loro destino.
La stele funeraria di Ostiala Gallenia, testimonianza eccezionale e
unica per la commistione di elementi cultuali e figurativi venetici
con altri sicuramente romani, reperto tra i più significativi tra
quelli conservati presso il Museo Archeologico di Padova nelle sale
dei Musei Civici di Piazza Eremitani, non a caso è stata scelta come
logo generale del Progetto via Annia: progetto che nasce per la
valorizzazione e il recupero dell’antica strada romana del II sec.
a.C. - e dunque dei centri e dei terrori da essa attraversati -
promosso e finanziato da Arcus Spa, con la Regione del
Veneto e il Comune di Padova, e attuato da questi insieme
all’Università per gli Studi di Padova, alle Soprintendenze
archeologiche del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e ai Comuni
collegati dall’arteria romana.
L’articolato progetto, che prevede anche la realizzazione di un
complesso di studi e ricerche storicoarcheologiche lungo tutto il
tracciato della strada (da Adria o da Bologna, a seconda delle
diverse tesi ancora in discussione, fino ad Aquileia, passando per
Padova, Altino e Concordia), ha come momento centrale la
realizzazione di percorsi museali e sale dedicate alla via Annia in
ciascuno dei centri interessati dal percorso. Il primo allestimento
presentato sarà ai Civici Musei di Padova con l’apertura, il 25
ottobre di quest’anno, di una nuova affascinante sistemazione delle
sale d’età romana del Museo Archeologico, incentrate appunto sulla
via Annia e su una rilettura delle emergenze archeologiche della
città, in relazione all’importante via.

PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Villaggio Globale International
Antonella Lacchin- Rachele Gibin
041/5904893-3357185874
a.lacchin@villaggioglobale.191.it

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23 ottobre 2008

Monte Porzio Catone (Rm). "Monumenta. I Mausolei romani, tra commemorazione funebre e propaganda celebrativa"

Sabato 25 Ottobre 2008

Monte Porzio Catone – Barco Borghese

ENTE PROMOTORE
Polo Museale di Monte Porzio Catone

Via S. Pomardi, s.n.c.

00040 – Monte Porzio Catone (Rm)

Tel. 06.94341031; e-mail: musei@comune.monteporziocatone.rm.it

SEGRETERIA CONVEGNO
Promozione Castelli Romani, via. M. Greuter snc

00044 – Frascati (Rm)

Dott.ssa Laura Lopopolo

Tel. 06.62279426; 331.5811061; e-mail: segreteria@pcr.it
Dott.ssa Silvia Giuseppini

Tel. 06.94341031 (Venerdì, Sabato, Domenica)

Continuando a percorrere la strada imboccata nel 2003, questa Istituzione vuole contribuire all’approfondimento del dibattito scientifico sulle problematiche inerenti la storia, l’archeologia e più in generale il patrimonio architettonico di questo territorio, caratterizzato da un’alta concentrazioni di beni culturali (l’area archeologica di Tusculum, Villa Mondragone, Villa Borghese, l’Eremo Tuscolano dei Camaldolesi di Montecorona, l’Osservatorio Astronomico, per citare solo gli esempi più rappresentativi). Su questa linea vanno inserite le varie iniziative realizzate in questi anni: la mostra Invito a Camaldoli (2003), il Convegno di Studi Ville degli Imperatori nel Lazio (2004), l’inaugurazione del Museo della Città e il Ciclo di Conferenze Storie di un Territorio (2005), l’apertura al pubblico del Complesso archeologico del Barco Borghese (2006). A distanza di 4 anni dal precedente, caratterizzato da un incredibile successo di pubblico e dallo spessore scientifico delle relazioni presentate, si è dunque deciso di organizzare un nuovo Incontro dedicato questa volta ai Monumenti sepolcrali romani, traendo spunto proprio dalla presenza nel tuscolano di alcuni ragguardevoli esemplari (quello di Celio Viniciano sulla Via dei Sepolcri e il Cappello del Prete a Tuscolo; quello di Metilio Regolo e quelli presso le catacombe di ad Decimum a Grottaferrata; la Casaccia a Monte Porzio Catone; il cd. Sepolcro di Lucullo e il Torrione di Micara a Frascati). L’aspetto che dovrebbe fare da fil rouge è quello della monumentalità di alcuni di essi e del rapporto che poteva esistere tra la loro forma, la loro collocazione, il loro apparato decorativo ed epigrafico e il desiderio di esaltare il defunto e/o la gens cui apparteneva.

imageMonte Porzio Catone, cd. Casaccia (I sec. a.C.)

La Giornata di Studi, ideata e curata dal dott. Massimiliano Valenti, direttore del Polo Museale di Monte Porzio Catone, sarà presieduta dal prof. Henner von Hesberg, direttore dell’Istituto Archeologico Germanico a Roma e specialista della materia, avendo pubblicato in Italia, fra gli altri, un bel libro edito dalla Longanesi: Monumenta. I sepolcri romani e la loro architettura, Milano 1994. All’incontro di studio partecipano esperti del settore: professori e ricercatori di varie Università (Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Cassino, Viterbo, Napoli e Foggia), funzionari della Soprintendenza per i Beni Archeologici (del Lazio e di Roma), e ricercatori di altri enti (Musei Vaticani, Istituto Archeologico Germanico, Polo Museale di Monte Porzio Catone).

Il Convegno durerà una giornata, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, e si svolgerà nel “teatro” del Barco Borghese, lo stupendo complesso di casali rinascimentali che insiste sulle rovine di una monumentale e spettacolare sostruzione romana, aperta al pubblico nel settembre 2006 e parte integrante del Polo Museale di Monte Porzio Catone.

In una sala attigua a quella del Convegno sarà allestita la mostra documentaria Il Torrione di Micara, il monumentale sepolcro romano di Frascati forse costruito per accogliere le spoglie di Lucullo, splendidamente ed esaustivamente illustrato dalle tavole realizzate dall’arch. Riccardo Petrachi.

Al termine della giornata è prevista la presentazione del volume degli Atti del Convegno sulle Ville degli Imperatori nel Lazio e, per chi ne fosse interessato, una visita guidata alle rovine del complesso archeologico del Barco Borghese.

Alla manifestazione ha aderito la Espera Libreria Archeologica, che sarà presente con un proprio punto vendita di titoli strettamente connessi con l’argomento del Convegno.

IL DIRETTORE DEL POLO MUSEALE

Massimiliano Valenti

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21 ottobre 2008

Ugento (Le). Interventi di conoscenza, tutela e valorizzazione dell'area archeologica di località Artanisi

Presentazione del progetto:

INTERVENTI DI CONOSCENZA, TUTELA E VALORIZZAZIONE DELL’AREA ARCHEOLOGICA DI LOCALITÀ ARTANISI AD UGENTO (LECCE)Ugento

Mercoledì 22 ottobre 2008

ORE 19.30

Sala Conferenze del Seminario Vescovile

UGENTO

LA LOCALITÀ ARTANISI AD UGENTO

PRIMA CAMPAGNA DI SCAVO ARCHEOLOGICO

NUOVI DATI E ACQUISIZIONI

INTERVENGONO:

On. le EUGENIO OZZA

SINDACO DELLA CITTÀ DI UGENTO

Avv. GIOVANNI PAPARELLA

DIRETTORE GENERALE Fondazione Cassa Risparmio Puglia - Bari

Prof. ALDO SICILIANO

DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI BENI CULTURALI – UNIVERSITÀ DEL SALENTO

Prof.ssa ANNA MARIA BIETTI – SESTIERI

DOCENTE DI PROTOSTORIA EUROPEA - UNIVERSITÀ DEL SALENTO

Dott.sa MARIA ANTONIA GORGOGLIONE

ARCHEOLOGA - SOPRINTENDENTENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA PUGLIA

Dott. GIUSEPPE SCARDOZZI

RICERCATORE CNR – IBAM LECCE

MODERA:

Avv. MASSIMO LECCI

VICE SINDACO E ASSESSORE ALLA CULTURA DELLA CITTÀ DI UGENTO

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20 ottobre 2008

Castellammare di Stabia (Na). Storia delle ricerche archeologiche a Stabia dal '700 ad oggi

25 ottobre 2008

La Fondazione Restoring Ancient Stabiae in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologi di Napoli e Pompei, organizza per il 25 di ottobre 2008 il I Workshop Nazionale sul Patrimonio Archeologico di Stabia, dal titolo "Storia delle ricerche archeologiche a Stabia dal '700 ad oggi".

L'evento ha lo scopo di invitare tutte le Università del territorio nazionale con particolare propensione al tema dell'archeologia e del mondo umanistico in generale,  promuovendo le peculiarità di un sito archeologico suggestivo e spettacolare come Stabiae, meno conosciuto rispetto a Pompei.

L'inizio dei lavori sarà scandito da interventi sostenuti da personaggi illustri del mondo culturale come il Soprintendente Archeologo Prof Piero Giovanni Guzzo, il Direttore Generale dei Beni Archeologici del Ministero per i beni e le Attività Culturali Dr Stefano De Caro, la Professoressa Nicole Blanc del CNRS di Parigi e il Prof. di Arte e Storia dell'Arte Thomas Howe alla Southwestern University Georgetown (Texas).

La giornata proseguirà con una visita presso gli scavi delle Ville di Stabiae - Villa Arianna e Villa San Marco da parte della Direttrice degli Scavi Dr.ssa Bonifacio - ponendo in luce anche le nuove scoperte effettuate sul sito.

Al ritorno seguirà la Tavola Rotonda, che offrirà l'occasione di discutere sulle prospettive future della collaborazione tra pubblico e privato nella gestione dei beni culturali, traendo spunto dall'esempio concreto offerto dall'attività della Fondazione RAS, condotta dal Prof. Thomas Howe, nonchè Coordinatore Generale della Fondazione RAS.

L'intero evento avrà luogo presso l'Istituto Internazionale Vesuviano per l'Archeologia e le Scienze Umane, sede operativa della Fondazione Restoring Ancient Stabiae, sito in Castellammare di Stabia - Napoli.

Informazioni

Tel 081 871 71 14 - Fax 081 871 52 60
Orari 9.00 / 17:00 Lunedì - Venerdì
Dr Pasquale Guerrieri tel.cell. 333 16 33 751
Dr.ssa Antonella Rivieccio tel.cell. 3332875182.

http://www.stabiae.org/

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18 ottobre 2008

Artimino (Po). "L'arte del vino al museo"

L'ARTE DEL VINO AL MUSEO
19 ottobre ore 10.00

Dal vino etrusco al Barco Reale, un percorso di saperi e sapori nella tradizione millenaria del vino.
Un percorso guidato nella storia del vino, dalle pratiche di uso e consumo dell'antichità alla tradizione vinicola attuale: visita al museo, prove di miscelatura e assaggio del vino etrusco, illustrazione e degustazione dei vini della Fattoria Ambra di Carmignano (con la partecipazione del dott. Rigoli, enologo della cantina).

Museo Archeologico di Artimino
c/o Villa Medicea La Ferdinanda

Artimino - Carmignano (PO)
(consigliata la prenotazione, 055-8718124)

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17 ottobre 2008

Trieste. "Trieste Archeologica - Lungo passato di una terra fra Europa e Adriatico"

TRIESTE ARCHEOLOGICA
LUNGO PASSATO DI UNA TERRA FRA EUROPA E ADRIATICO

Trieste - Lapidario Tergestino - Castello di San Giusto
Sabato 18 ottobre 2009 (ore 11)

Introduce
Massimo Greco
assessore alla Cultura

Intervengono
Adriano Dugulin
direttore Area Cultura - Civici Musei di Storia ed Arte;

Piero Pruneti
direttore di Archeologia Viva;

Paola Cassola Guida
ordinario di Preistoria e Protostoria all'Università di Udine;

Marzia Vidulli Torlo
archeologo - Civici Musei di Storia ed Arte.

Ingresso libero - Info: 040.6754850

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16 ottobre 2008

Arezzo. "La Minerva di Arezzo"

Fino al 06 gennaio 2009 

L'evento espositivo trae origine da un lungo ed articolato intervento di restauro, durato otto anni, che ha interessato uno dei bronzi più celebri conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, la cosiddetta Minerva di Arezzo. Uno dei grandi bronzi antichi che si pensa risalga al III sec.a.C., raffigurante Minerva, rinvenuto nel 1541 nell'area della chiesa di San Lorenzo in Arezzo, fu successivamente acquistato dal granduca Cosimo I, che lo espose a partire dal 1558 nel suo scrittoio di Palazzo Vecchio.I dati emersi dalle approfondite ricerche e analisi hanno evidenziato la stretta relazione della Minerva, eseguita con l'utilizzo della tecnica della fusione diretta e pertanto ricondotta a fabbrica italica, con un modello risalente al IV sec. a.C. riferibile allo scultore greco Prassitele.
La mostra si articola in tre sezioni principali: nella prima è illustrata la Minerva di Arezzo, a cui sono affiancate numerose repliche del tipo dell'Atena Vescovali ; nella seconda viene illustrato il contesto di rinvenimento della Minerva e sono esposti mosaici, affreschi e bronzetti dell'area di San Lorenzo, in antico interessata da una lussuosa domus e, nella terza, viene presentato il complesso intervento di restauro che ha permesso l'affascinante rilettura del bronzo antico. Una sezione a parte è destinata, infine, alla ricostruzione evocativa dello scrittoio di Calliope a Palazzo Vecchio, dove la Minerva fu collocata da Cosimo I.
L'iniziativa è di Comune di Arezzo e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, di Provincia di Arezzo, Camera di Commercio e Banca Etruria. Hanno collaborato Università di Siena, Fraternita dei Laici, Fiera Antiquaria, Coingas e Bucci. Il coordinamento generale della mostra è del Centro Promozioni e Servizi.

Informazioni

Località della manifestazione:                                                        Sala Vasari della ex Corte di Assise in piazza del Praticino
Ingresso mostra: Intero € 6,00; Ridotto € 4,00 (under 18/over 65 e dipendenti Ministero per i Beni e le Attività Culturali)

Assessorato alla Cultura: 0575/377852 Fax:0575/377854
Ufficio Cultura: 0575/377508/509
ufficiocultura@comune.arezzo.it

http://www.laminervadiarezzo.it/

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12 ottobre 2008

Roma. "Etruschi. Le antiche metropoli del Lazio"

dal 16 ottobre 2008 al 6 gennaio 2009

La mostra, organizzata su iniziativa della Regione Lazio - Assessorato alla Cultura Spettacolo e Sport con la diretta partecipazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, racconta e descrive l'eccellenza della civiltà etrusca del Lazio attraverso lo straordinario sviluppo dei suoi principali centri urbani: Veio, Cerveteri, Vulci, Tarquinia, città che a partire dai più antichi e comuni caratteri, si andarono via via differenziando, non solo rispetto alla produzione artistica, ma anche, più in generale, rispetto agli orientamenti culturali e di culto, agli stili di vita, alle prassi commerciali.
Ai rapporti tra queste antiche metropoli e Roma  è dedicata la seconda parte della mostra, che mette in luce la forte influenza esercitata dalla civiltà etrusca sul mondo romano quanto a pratiche religiose e simbologie del potere, illustrando continuità ma anche differenze tra le due culture.
I  caratteri delle quattro metropoli dell'Etruria meridionale sono resi evidenti nella loro specificità dalla presentazione delle più importanti testimonianze artistiche locali, molte delle quali presentate al pubblico per la prima volta.

Veio è la città della coroplastica, la produzione in terracotta destinata a decorare i tetti degli edifici e a realizzare ex-voto scultorei. Accanto ai manufatti provenienti dal santuario, nell'ottagono centrale del Palazzo delle Esposizioni la ricostruzione di una parte del Tempio di Apollo rievoca l'imponente effetto scenografico dato dalla sapiente commistione di architettura e scultura, con le statue di Apollo, Latona ed Eracle svettanti alla sommità del tetto.

Cerveteri è caratterizzata principalmente dalla straordinaria architettura funeraria collegata alla celebre necropoli. La ricostruzione di un intero sepolcro, a grandezza naturale, restituisce il fasto dei cerimoniali di epoca arcaica, dove un ruolo rilevante era attribuito al culto degli antenati.

Vulci è rappresentata dalla scultura monumentale in pietra locale e dalle opere del vicino centro di Ischia di Castro che, spesso raffiguranti animali mitici, erano collocate all'ingresso delle tombe. Caere (Cerveteri) e Vulci, a partire dalla fine dell'VIII secolo a.C., erano le mete principali dei grandi flussi commerciali provenienti dal mondo greco, mercati attraverso i quali le pregiate ceramiche figurate di produzione corinzia, greco-orientale, e poi attica raggiungevano diversi centri dell'Etruria. Sono presentati in mostra alcuni grandi vasi, capolavori della pittura greca, che ebbero una profonda influenza sulla cultura figurativa etrusca.

Tarquinia, con le sue cento e più tombe affrescate tra l'età arcaica e quella ellenistica, costituisce la più importante pinacoteca del mondo antico prima di Pompei. In mostra sono esposti alcuni dei reperti più significativi di questa straordinaria produzione pittorica, ancora in parte sconosciuta al grande pubblico. Il rinvenimento agli inizi degli anni Settanta dell'area sacra di Gravisca, porto di Tarquinia, ha costituito una tappa fondamentale per lo studio delle dinamiche economiche che hanno animato i rapporti commerciali nel Tirreno, testimoniando per la prima volta l'apertura in suolo etrusco di un emporio utilizzato principalmente da mercanti greci. Il santuario di Gravisca viene rievocato non solo grazie all'esposizione dei molti ex-voto dedicati dai frequentatori, ma anche attraverso la ricostruzione a scala reale del sacello di Adone, dove si celebravano le feste che scandivano annualmente il ciclo di morte e rinascita del giovane eroe.

Info:

Palazzo delle Esposizioni, Via Nazionale, 194 - Roma
a cura di Mario Torelli e Anna Maria Moretti
dal 21 ottobre 2008 al 6 gennaio 2009
Orario: domenica, martedì, mercoledì e giovedì ore 10-20; venerdì e sabato ore 10-22,30; lunedì chiuso; ingresso fino ad un'ora prima della chiusura.
Biglietti: intero € 12,50; ridotto € 10; scuole € 4.
Biglietto integrato Palazzo Esposizioni e Scuderie Quirinale: intero € 18; ridotto € 15; acuole € 6.
Biglietti validità fino a 3 giorni dalla data di emissione.
tel. 06.39967500

http://www.palazzoesposizioni.it

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01 ottobre 2008

Roma. "Rovine e rinascite dell’arte in Italia"

Dal 2 ottobre 2008 al 15 febbraio 2009

La Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma allestisce al secondo ordine dell’Anfiteatro Flavio la mostra Rovine e rinascite dell’arte in Italia. Promossa dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario del primo regolamento di tutela (1909–2009), l’esposizione affronta il tema della salvaguardia del paesaggio e dei beni culturali in Italia. Si parte dai primi provvedimenti ottocenteschi, per arrivare ad una riflessione sul concetto di tutela ai giorni nostri, quanto mai attuale dopo le restituzioni di opere da musei stranieri e i numerosi ritrovamenti di reperti trafugati, oltre alle importanti iniziative di restauro per la conservazione del patrimonio.
È attraverso sessanta opere, provenienti dai maggiori musei italiani e stranieri, che vengono illustrate le conquiste e i progressi compiuti nel nostro paese in difesa del patrimonio artistico ricordando, quindi, il primo provvedimento organico di tutela: la Legge 20.6.1909, n. 364, dove si riconoscono i principi tuttora in vigore nell’attuale legislazione, e cioè il Codice dei beni Culturali e del Paesaggio, D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 (con successive modifiche e integrazioni). Uno dei punti fondamentali della legge del 1909 è il riconoscimento del prevalente interesse pubblico delle opere d’arte e d’antichità, enucleando i principi dell’inalienabilità per le cose appartenenti allo Stato e agli Enti pubblici insieme al divieto di esportazione, qualora questa costituisca un danno per la Storia e l’Arte della Nazione. Principi, poi, ribaditi dalla Costituzione. Tra le opere esposte si annoverano numerosi capolavori, come l’Arringatore dal Museo Archeologico di Firenze, alcuni frammenti delle metope di Selinunte da Palermo, le statue di filosofi dal Gruppo della “galleria dei sapienti” del giardino Ludovisi provenienti dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen e dall’ambasciata Usa di Roma, il rilievo con la Nascita di Bacco da Budapest, l’Hestia Giustiniani dalla collezione Torlonia, la bellissima Niobe della Villa dei Quintili, per la prima volta esposta accanto alla sua testa identificata di recente in Polonia.
L’esposizione si articola in sei sezioni. La prima, Alle origini della tutela”, costituisce una sorta di prologo storico: dal Medioevo all’Ottocento preunitario si assiste ad un mutevole atteggiamento nei confronti dell’antico. Distruzioni, razzie, dispersioni, ma anche uso consapevole del bene pubblico. Un esempio in tal senso è costituito dai frammenti delle metope di Selinunte che non poterono essere trasportati al British Museum proprio in virtù delle leggi preunitarie.
La seconda sezione, intitolata L’unita’ d’Italia e l’educazione nazionale”, si sofferma sull’ultimo trentennio dell’Ottocento, periodo in cui fu notevole l’impegno dello Stato italiano nell’acquistare opere d’arte, acquisire terreni per avviare estese campagne di scavo, organizzare musei. Uno sguardo particolare, in questa sezione, è rivolto a Roma, capitale e crocevia di nuovi modelli di tutela e di antichi costumi antiquari. Tra le sculture esposte in questa sezione, la riunificazione di un gruppo di statue di filosofi e di sapienti, dal Seicento esposti insieme nel giardino dei Boncompagni Ludovisi. Dopo la vendita allo Stato della collezione nel 1901, quattro di essi rimasero nella proprietà – oggi sede dell’ambasciata U.S.A. a Roma – mentre il quinto componente del gruppo fu venduto a Copenaghen tramite il mercato antiquario.
Il progresso del Novecento è il titolo della terza sezione dedicata alle leggi di tutela del 1902, 1909 e 1939 e agli sforzi compiuti dal Governo italiano per far prevalere l’interesse pubblico, esercitando, dove possibile, il diritto di prelazione ancora oggi noto come vincolo di tutela. Tra gli esempi, la splendida Hestia Giustiniani, prestito del principe Torlonia e l’Atena Ilias da Pratica di Mare, esposta per la prima volta dopo un attento restauro, e un’eccezionale scultura in terracotta rinvenuta nel 2003 presso il lago del Fucino, scelta come immagine della mostra.
Nella quarta sezione, intitolata La propaganda fascista e la guerra”, sono esposte opere che rappresentano alcuni aspetti dell’epoca, come le mostre a scopo propagandistico (statua delle dea Roma). Nella stessa sezione, poi, si illustra la distruzione prodotta dalla Seconda Guerra Mondiale con spoliazioni, razzie, vendite illegali, ma anche con l’attività di chi rischiò la vita per proteggerle o recuperarle (Apollo bronzeo di Pompei). Alla fine della sezione era prevista l’esposizione della Venere di Cirene, simbolo della disponibilità dell’Italia a restituire le opere di cui si è impossessata illegalmente nelle colonie, poi consegnata alla Libia il 30 agosto di quest’anno.
La quinta sezione, L’evoluzione dei principi di tutela”, si focalizza sugli anni della ricostruzione fino ad arrivare agli anni Ottanta. In questi decenni si è assistito al recupero delle opere in vario modo danneggiate dalla guerra e all’introduzione di nuovi, innovativi principi, fra cui il valore di civiltà dei beni culturali che, come tali, devono essere trasmessi alle generazioni future. Fra le opere da segnalare, il recente abbinamento della statua acefala di Niobe, rinvenuta nel 2005 alla Villa dei Quintili sulla via Appia Antica, con la sua testa ritrovata ed esportata nel Settecento e ora identificata in Polonia. Altro tema affrontato in questa sezione quello delle grandi calamità, come terremoti e alluvioni, che hanno visto lo sforzo comune fra istituzioni, associazioni e collettività per la tutela delle opere d’arte. In mostra il gigantesco leone di Val Vidone, vittima dell’alluvione di Firenze del 1966, e il quattrocentesco Vesperbild, recuperato tra le macerie del Duomo di Gemona dopo il terremoto del 1976.
Infine, nell’ultima sezione Controtendenze: la tutela oggi”, uno sguardo al futuro. Il nuovo millennio si è aperto con accordi di collaborazione fra istituzioni italiane ed estere al fine di combattere il mercato clandestino delle opere d’arte e di offrire possibilità di prestiti a lungo termine fra musei di diversi paesi. Un esempio per tutti: i frammenti del rilievo con il mito di Efesto di cui due appartengono al Museo archeologico di Ostia antica e altri due agli Staatliche Museen di Berlino, ma concessi in comodato al museo ostiense per poter ammirare l’opera nella sua completezza.
Chiude la mostra uno dei recenti recuperi del Nucleo per la tutela del patrimonio archeologico dei Carabinieri, mentre a corredo della mostra titoli di giornali e foto d’epoca (tratte dalla fototeca storica dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte) dimostrano l’orgoglio e la sensibilità nazionali verso i temi della tutela del paesaggio e del patrimonio culturale italiano.
Il catalogo bilingue, edito da Electa, è una guida alla mostra. Seguendo le singole sezioni, tutte le opere sono accompagnate da una scheda scientifica che ne illustra la storia, rispetto all’evoluzione dei principi di tutela.

Informazioni

Città: Roma
Luogo: Colosseo
Indirizzo: ingresso sul lato verso il Colle Oppio, fornice 30
Orario: Inaugurazione: 2 ottobre ore 18.00
aperture:
8.30 - 18.30 dal 3 ottobre al 27 ottobre
8.30 - 16.30 dal 28 ottobre al 15 febbraio
Chiuso 1 gennaio, 25 dicembre.
Telefono: 06.39967700

Fonte: "MiBac"

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