ARCHEOBLOG

Giornale archeologico e culturale costantemente aggiornato con le ultime notizie e gli ultimi approfondimenti storico-archeologici



29 luglio 2009

Scavo archeologico a Centuripe (EN)

Termini Imerese, SiciliAntica organizza uno scavo archeologico

Dal 7 settembre al 9 di ottobre 2009 SiciliAntica organizza, sotto la direzione della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali, uno scavo archeologico a Centuripe, l'antica kentoripa in provincia di Enna. E' possibile partecipare come volontari. Gli interessati a prendere parte all'iniziativa devono comuni¬care la propria disponibilità, inviando un breve curriculum, all'indirizzo terminiimerese@siciliantica.it entro il 30 di agosto. Sono previsti cinque turni settimanali da lunedì a venerdì con orario di lavoro antimeridiano. E' richiesta la presenza ad almeno un turno. A conclusione dello scavo la Soprintendenza di Enna rilascerà un attestato di partecipazione. E' necessaria l'iscrizione a SiciliAntica per l'anno in corso.

Per informazioni tel. 091/8112571 – 346.8241076

 

Fonte: "Archaeogate"

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27 luglio 2009

Muro Tenente (BR). Muro Tenente 2009: "Cantieri Aperti e Concerti"

20 luglio 2009 - 02 agosto 2009 

Muro Tenente è un Parco Archeologico posto al confine fra i territori comunali di Mesagne e Latiano, in provincia di Brindisi.
Le sue mura monumentali si estendono per oltre due chilometri e mezzo, racchiudendo un insediamento messapico di circa 50 ettari. I risultati delle ricerche condotte negli ultimi decenni dalla Soprintendenza Archeologica , dalla Libera Università di Amsterdam e dal reale Istituto Neerlandese di Roma, divengono oggi fruibili grazie alle opere finanziate dalla Comunità Europea nell'ambito del Progetto Integrato Settoriale n. 11. Con il programma MURO TENENTE 2009: "Cantieri Aperti e Concerti" , voluto dal Comune di Mesagne e cofinanziato dalla Regione Puglia, si vuole aprire il Parco Archeologico al grande pubblico, con lo scopo di ricucire il perduto rapporto fra lo spazio urbano ed il paesaggio rurale. Le iniziative, partite il 20 Luglio, prevedono visite guidate, attività didattiche sperimentali per bambini e concerti.
La novità, però, consiste nel fatto che i concerti si terranno all'interno del Parco Archeologico di Muro Tenente nei pressi di uno dei saggi di scavo principali.
Ad aprire gli eventi musicali, Domenica 26 Luglio alle ore 21,00 , sarà il Laboratorio di Drammaturgia e Musica Popolare PIETREVIVE DEL SALENTO in una notte dedicata ai racconti ed alla prosa in musica, dal titolo: "Quando il sole ballava la notte".
Il secondo appuntamento è per Venerdì 31 Luglio alle ore 21,00 con il concerto di ROSAPAEDA dal titolo "Mater heart folk" .

Scarica il programma degli eventi

 

Fonte: "Archaeogate"

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21 luglio 2009

Anzio (Rm). Mostra "Anzio e Nerone. Tesori dal British Museum e dai Musei Capitolini"

16 luglio 2009 - 16 gennaio 2010 

E' stata inaugurata giovedì 16 luglio alle ore 20.00, all'interno del Museo Civico Archeologico di Anzio – Via di Villa Adele, l'importante mostra "Anzio e Nerone Tesori dal British Museum e dai Musei Capitolini", organizzata dall'Amministrazione Comunale e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. La Mostra, con ingresso libero, sarà aperta al pubblico tutti i giorni, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30, dal prossimo 17 luglio 2009 fino al 16 gennaio 2010. L'imperatore Nerone nacque ad Anzio nel 37 d.C. e diverse vicende della sua vita sono legate al luogo natale, sede di una residenza imperiale che, nei secoli, assunse le dimensioni monumentali che tuttora ammiriamo nell'area tra il faro, il porto neroniano (straordinario esempio di ingegneria marittima) e l'Arco muto. Nella splendida cornice del Museo Civico Archeologico, provenienti dal British Museum e dai Musei Capitolini, saranno esposti al pubblico straordinari reperti provenienti dall'area della villa, da altre residenze e dallo stesso porto neroniano a testimonianza della ricchezza degli arredi e delle decorazioni, di età imperiale, ad Anzio.
"E' l'evento culturale dell'anno – dice il Sindaco di Anzio, Luciano Bruschini con la gloriosa storia della nostra Città protagonista. La Mostra, organizzata nei minimi particolari dal nostro Museo e dalla Soprintendenza, consentirà a cittadini e turisti di riappropriarsi delle memorie disperse attraverso importanti reperti che da questo territorio, per diversi percorsi, sono giunti sia nel British Museum di Londra sia nei Musei Capitolini di Roma".
Questo genere di approccio al grande tema dell'archeologia ad Anzio vuole essere un contributo al continuo progredire dello studio della città antica e nello stesso tempo costituisce la continuazione, passo dopo passo, di quella intelligente e attenta opera di recupero e valorizzazione in loco, sia pure per periodi circoscritti, dei frammenti di storia anziate che l'Amministrazione Comunale e la Direzione del Museo hanno iniziato e perseguito, sin dal 2002, con l'esposizione della celebre "Fanciulla d'Anzio", appartenente alle collezioni del Museo Nazionale Romano, poi con quella della "Venere" anziate del Louvre nel 2004, infine con il prestito, nel 2008, del "Ninfeo di Ercole", ancora dal Museo Nazionale Romano. Accanto alle mostre temporanee il Museo Civico Archeologico di Anzio ha perseguito l'obiettivo di incrementare il nucleo di esposizione fissa delle collezioni museali, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Autonoma di Roma e con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, con l'incremento dei reperti esposti a tempo indeterminato.
"Occuparsi di Anzio – ha detto la Sopr intendente per i Beni Archeologici del Lazio, Marina Sapelli Ragni significa occuparsi di uno dei più importanti centri di epoca preromana. Con questa esposizione si è cercato di rappresentare ancora una volta, nell'ambito delle varie attività scientifiche condotte dal Museo Civico Archeologico di Anzio, la qualità delle testimonianze di cui il territorio anziate non ha lesinato sorprese nel corso degli ultimi secoli. Non mancherà, da parte della Soprintendenza, ogni forma di collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Anzio che tanto impegno profonde per il recupero e la fruizione del patrimonio archeologico della Città".

 

Fonte: "Archaeogate"

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20 luglio 2009

Archeologia Viva. Luglio-Agosto 2009

Archeologia Viva_LuglioAgosto09
Principali argomenti presenti su questo numero:

- DIVUS VESPASIANUS: IL VERO VOLTO DEI FLAVI

- I POTENTI SIGNORI DI ASSIUT

- I DISCUTIBILI CIELI DEGLI ANTICHI

- AIANO-TORRACCIA DI CHIUSI: ARTIGIANI FRA I MURI DELLA VILLA

- IL MONDO DEGLI ETRUSCHI

- IL SANTUARIO DEL RE: L'AREA SACRA DI SANT'OMOBONO

- NELLA PROVINCIA DEL DIO MIN

- RITORNO A FAILAKA: L'ISOLA DI ICARO NEL GOLFO PERSICO

- ANTONIO RAIMONDI: UN ITALIANO ALLA SCOPERTA DEL PERU'

- INCONTRO CON ADRIANO LA REGINA


Link: www.archeologiaviva.it

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17 luglio 2009

Castiglion Fiorentino (Ar). Mostra "Il cinghiale nell'antichità. Archeologia e mito"

Nelle civiltà del mondo antico, il cinghiale aveva un forte significato simbolico. Per i celti era un animale sacro, rappresentazione della forza divina allo stato selvaggio. In India la manifestazione della forza creatrice che pone fine al caos originale. Nelle culture mediterranee il cinghiale veniva identificato con la Morte, per il colore scuro e le abitudini notturne: ucciderlo significava sconfiggere l’Oltretomba. Nel mondo greco, fin da Omero, era il simbolo del coraggio virile, dell’indomabile ferocia e dell’audacia propria del guerriero. Per questo i Greci, come spiega lo storico Senofonte, consideravano la caccia al cinghiale un allenamento fondamentale per educare i giovani alla guerra. Gli Etruschi lo ritenevano a diretto contatto con le divinità infernali, lo cacciavano di notte o all’alba, con cani feroci e sembra con pantere, al suono dei flauti. Per i Greci era il kapros, per i Latini il tuscus aper trasformatosi nell’italiano cinghiale, attraverso il volgare toscano cignale.

Scena di caccia su matrice di coppa in terrasigillata aretina

Castiglion Fiorentino, in Toscana tra Arezzo e Cortona (sede di un Museo archeologico e da oltre venti anni impegnata in campagne di scavo per la presenza di importanti aree archeologiche etrusche), dedica a questo animale la prima mostra archeologica mai realizzata prima d’ora su questo argomento.

Curata da Margherita Scarpellini (etruscologa, direttore scientifico del Museo Civico Archeologico), organizzata dal Comune di Castiglion Fiorentino e da ICEC con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ed il sostegno della Regione Toscana e della Provincia di Arezzo, la mostra presenta al pubblico cinquanta pezzi, molti dei quali inediti, che vanno dal VII sec. a. C. al III sec. d. C., provenienti dai maggiori musei archeologici della Toscana (MAEC di Cortona, Museo Archeologico delle Acque di Chianciano Terme, Museo Guarnacci di Volterra, Museo Archeologico Nazionale G. C. Mecenate di Arezzo, Museo Archeologico Nazionale di Firenze) oltre che da Museo Casa Siviero, Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria e collezione Cassa di Risparmio di Firenze.

Urna cineraria ispirata al mito di Meleagro e la caccia al cinghiale caledonio

L’idea della mostra, nasce dalla scoperta di un’area sacra etrusca nella parte più antica della cittadina toscana, nel piazzale del Cassero, dove sono stati rinvenuti centinaia di ossa di animali, tra cui molte zanne di cinghiale: offerte sacrificali, in onore, forse, di una divinità protettrice della caccia.

Simbolo della mostra una stupenda scena di caccia, rappresentata in una matrice di una coppa in terra sigillata aretina ( la tipica produzione ceramica dal colore rosso, che in epoca romana rese Arezzo famosa in tutto il mondo). Nella straordinaria scena dal forte senso naturalistico, un cinghiale esce da un canneto, affrontato da un guerriero con una lunga lancia ed un feroce cane; da dietro una bellissima figura maschile nuda, con un leggero mantello mosso dal vento, si torce per raccogliere la forza e colpire l’animale con una scure. Una scena fortemente evocativa, non lontana da quella che doveva essere la realtà. Sappiamo infatti che gli Etruschi cacciavano il cinghiale a gruppi armati, accompagnati da cani particolarmente feroci, discendenti dei mastini assiri, impiegati anche nella caccia all’orso, al cervo e al lupo.

La mostra è suddivisa in cinque sezioni Il Cinghiale nei riti e nelle offerte votive, Il Cinghiale nell’iconografia, Il Cinghiale nel mito, Armi e cani e Il Cinghiale nell’Alimentazione.

Nella prima sezione della mostra, sono presentate numerose zanne di cinghiale - rinvenute nello scavo del santuario etrusco castiglionese, ma anche in altre località toscane - un bronzetto (cm 5, fine VI sec. a.C) ed alcune statuette votive ad effige di cinghiale. Il cinghiale nell’iconografia, per il periodo etrusco, presenta alcune bellissime ceramiche corinzie ed etrusco corinzie decorate con serie di animali. In questa sezione anche alcune gemme preziose appartenute al tesoro mediceo, tra cui una in calcedonio e corniolo con cavaliere che caccia il cinghiale. Esposte anche alcune monete, in particolare una delle prime coniate da una città etrusca, detta “moneta della Maremma” (3 cm per 17,53 g), con un cinghiale dal pelo irsuto. In argento, datata ai primi decenni del V secolo a.C., è stata attribuita alla zecca di Populonia. Tra gli oggetti, del periodo romano, in questa sezione, alcuni particolarmente curiosi come l’anello maschile in bronzo con accoppiamento tra un cinghiale ed una scrofa. In questo periodo, infatti, il cinghiale rappresentava il concetto di virtus e varie persone assunsero aper come nome proprio o la sua immagine come emblema personale. Esposta anche un’insegna di potere di un magistrato, un vero e proprio scettro, realizzato con una zanna di cinghiale lunga 15 cm, originariamente ricoperta d’oro.

La terza sezione (Il cinghiale nel mito) mostra come alcuni miti greci, in cui appare la cattura e l’uccisione del cinghiale, abbiano fortemente influenzato l’iconografia e la letteratura. Primo fra tutti il mito di Meleagro e la caccia al cinghiale caledonio. Eneo, re di Calidone, aveva offerto sacrifici a tutte le divinità, ma si era dimenticato di Artemide. La dea per punirlo gli inviò un mostruoso cinghiale che devastava tutto ciò che incontrava. Ovidio lo raffigura come un toro, con zanne elefantesche, setole come spade e fiamme che gli uscivano dalla bocca. Per vincerlo il re, riunì i più famosi eroi del tempo tra cui suo figlio Meleagro e la vergine Atalanta. L’animale ne uccise molti, finché non cadde sotto i colpi del giovane Meleagro (come si vede nel famoso cratere Francois di Chiusi 570-560 a.C.). In mostra, cinque urne cinerarie etrusche di epoca ellenistica e alcune coppe in terra sigillata aretina delle fabbriche di M. Perennius e di Cn. Ateius, databili al I sec. a.C. - I sec. d.C.. Altro mito greco è quello di Eracle ed il cinghiale di Erimanto per il quale vengono esposti una splendida anfora attica a figure nere della cerchia del pittore di Antimenes (515 a.C.) e uno skyphos (520-515 a.C.) del Pittore di Teseo, un unicum per l’iconografia in cui l’eroe sottomette lo spaventoso cinghiale con un ginocchio. Nella quarta sezione viene affrontato il tema delle armi e dei cani: esposti cuspidi e puntali di lancia, di scure e di ascia, oltre a lunghi spiedi, le armi usate per la cattura del cinghiale. Tra i reperti di questa sezione anche un flauto. Il cinghiale nell’alimentazione è l’ultimo argomento della mostra: sappiamo che gli Etruschi e i Romani facevano abbondante uso di carne di cinghiale che veniva bollito con erbe aromatiche o cotto alla brace. In ambito romano basta la descrizione del banchetto di Trimalcione nel Satyricon di Petronio: la pietanza forte era costituita da un enorme cinghiale con datteri dal cui ventre aperto usciva un volo di tortore. Esposti spiedi, tripodi, alari, fornelli, coltelli ed altri oggetti usati nell’alimentazione.

Catalogo (Tiphys edizioni) con saggi a cura di Carlotta Cianferoni, Cristiana Franco, Maurizio Martinelli, Giulio Paolucci, Paolo Bruschetti, Paolo Giulierini , Luca Fedeli, Silvia Vilucchi, Laura Paoli, Sara Mencarelli, Stella Menci, Valentino Minocchi, Piero Fusi, Luca Mattioli, M.G.Scarpellini, Paola Zamarchi Grassi, Sara Faralli, Mario Iozzo, Luca Mattioli

Didascalie immagini:

1. Matrice di coppa in terra sigillata aretina con scena di caccia, fabbrica di M. Perennius, I sec. a.C. - I sec. d.C.- Arezzo Museo archeologico Nazionale;

2. Urna cineraria etrusca in alabastro con scena di Meleagro e la caccia al cinghiale caledonio. Produzione Volterrana. III sec. a.C. - Firenze Museo Arch. Naz

INFORMAZIONI

Sede mostra: Spazio espositivo Chiesa di San Filippo

Piazza del Collegio, Castiglion Fiorentino (Ar)

Date: 19 luglio – 18 ottobre 2009

Inaugurazione: 18 luglio 2009, ore 18.00

Orari: 10.00- 12.30 – 16.00/18.30 festivi chiusura 19.00

giorno di chiusura lunedì

biglietto: intero 4 euro, ridotto 2,00

Info e Prenotazioni: tel. 0575- 659457 sito internet: www.icec-cf.it

Ufficio Stampa: Ambra Nepi Comunicazione

Tel. 055/244217 – 2021 485 Cell. 348/6543173

e-mail: ambranepicomunicazione@gmail.com


Fonte: "notizia segnalata via mail"

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10 luglio 2009

Le ultime scoperte alla Villa dei Misteri

La Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei prosegue quindi l’attività di conoscenza e di conservazione del noto monumento, celebre per la grande pittura delle nozze di Bacco e Arianna. Si sono messe recentemente in luce, tra l’altro, la cella vinaria con un primo filare di dolia, ambienti rustici i cui manti di tegole sono ancora integri, ambienti di pertinenza del primo piano della Villa e coltivazioni sul fianco della via Superior che costeggiava il lato est, nonché una porzione del grande portico meridionale che era ancora sepolta.
Queste novità restituiscono una più completa conoscenza della Villa, la cui prima costruzione risale al II secolo a. C., anche se rifacimenti e modificazioni si sono susseguiti fino al momento dell’eruzione del Vesuvio.
La Soprintendenza, inoltre, ha praticato lavori per garantire un più ampio spazio paesaggistico intorno alla Villa dei Misteri ricavando così un più agevole ingresso per i visitatori che vi giungono dalla città antica. Questi lavori si sono svolti con notevoli difficoltà, a causa della presenza di costruzioni abusive, come un ristorante, e dell’opposizione dei proprietari circostanti.
Gli ostacoli che si frappongono ad un più decoroso inquadramento paesaggistico della celebre Villa non sono stati superati neanche dall’impegno del Commissario delegato all’emergenza di Pompei.

 

Fonte: "MiBac - Ministero per i Beni e le Attività Culturali"

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09 luglio 2009

Firenze. Mostra "Rinascimento faraonico. La XXV dinastia nel Museo Egizio di Firenze"

09 luglio 2009 - 20 settembre 2009 

Nell'ambito delle iniziative denominate "Le Notti dell'Archeologia", organizzate dalla Regione Toscana, si aprirà il 9 luglio presso il Museo Archeologico di Firenze la mostra intitolata "Rinascimento faraonico. La XXV dinastia nel Museo Egizio di Firenze".
L'esposizione nasce da un'altra grande mostra presentata nel 2008 a Lubiana e poi a Budapest, dal titolo "Rinascimento faraonico. Arcaismo e il senso della storia", su progetto dell'egittologo Francesco Tiradritti. In quell'occasione il Museo Egizio di Firenze (che si trova all'interno del Museo Archeologico fiorentino) prestò una serie di oggetti, che vengono dunque riproposti nella mostra che si inaugura il 9 luglio. Sono inoltre stati aggiunti altri reperti, per arricchire l'esposizione, ma anche a seguito di alcune scoperte e ricerche sia scientifiche, sia nei magazzini del Museo Egizio.
Si tratta essenzialmente di tre gruppi di oggetti. Il primo presenta una esemplificazione del ritorno al classico, quindi un "Rinascimento" nell'arte faraonica, che in questo periodo riprende gli stili e le iconografie dell'Antico e del Medio Regno.
Il secondo gruppo di oggetti esposti consiste nel corredo della nutrice di una principessa, figlia del faraone della XXV dinastia Taharqa: è stato trovato nei magazzini un altro importante reperto, parte di un sarcofago della nutrice; inoltre viene esposta la speciale vetrina creata a Lubiana per la mostra del 2008 e donata al Museo Egizio fiorentino, che permette di ammirare i sarcofagi della nutrice uno dentro l'altro.
Il terzo gruppo di oggetti consiste in una serie di frammenti provenienti dalla famosa tomba di Montuemhat, a Tebe Ovest, per i quali la studiosa tedesca Ingrid Gamert Wallert ha ipotizzato la ricostruzione sulle pareti della tomba stessa.
Il progetto vede l'affiancarsi della direttrice del Museo Egizio di Firenze, M. Cristina Guidotti, a Francesco Tiradritti nella direzione scientifica. Inoltre l'Associazione "Harwa 2001" ONLUS finanzierà la pubblicazione del catalogo della mostra.

Clicca qui per scaricare l'invito della mostra (.pdf)

 

Fonte: "Archaeogate"

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02 luglio 2009

Firenze. 7° Incontro Nazionale di Archeologia Viva - presentazione e proiezione del film: "Una giornata particolare"

Programma

Giovedì 2 luglio 2009, ore 17
presentazione e proiezione del film:

UNA GIORNATA PARTICOLARE
7° Incontro Nazionale di Archeologia Viva
Reportage di un grande evento della divulgazione archeologica
durata 60'

Partecipano:
Massimo Becattini regista e scrittore
Dario Di Blasi direttore Rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto
Piero Pruneti direttore Archeologia Viva
Claudio Rosati responsabile Settore musei e aree archeologiche - Regione Toscana

Interviene:
Paolo Cocchi assessore alla Cultura - Regione Toscana

Ingresso libero - Info: 055.5062303

Firenze - Auditorium del Consiglio Regionale - via Cavour 4



Fonte: "notizia segnalata via mail"

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