ARCHEOBLOG

Giornale archeologico e culturale costantemente aggiornato con le ultime notizie e gli ultimi approfondimenti storico-archeologici



28 aprile 2009

Pittura Pompeiana: riapertura della Collezione Affreschi

Aprono al pubblico il 29 aprile - dopo alcuni anni di chiusura - due grandi collezioni del Museo Archeologico di Napoli: la Collezione Affreschi, che raccoglie più di 400 affreschi restituiti dalle città vesuviane distrutte dall’Eruzione del 79 d.C., e la Collezione Farnese (da settembre 2009), che nasce nel 1500 ad opera di Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III e che costituisce la più grande raccolta storica di statue antiche al mondo.

La Storia e i contenuti della collezione
Dopo alcuni anni di chiusura e al termine di lavori di restauro e riallestimento delle sale, riapre una delle collezioni più celebri del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per la ricchezza delle testimonianze e per la fama che seguì al disseppellimento delle città vesuviane: la collezione degli affreschi da Pompei, staccati dal sito dalla metà del XVIII fino a tutto il XIX secolo ed, in casi eccezionali, anche nel corso del Novecento, sacrificando l’unitarietà delle pareti originarie.
Il nuovo allestimento è da un lato cronologico e dall’altro tematico, mentre sono stati contestualizzati alcuni complessi significativi, quali ad esempio la Casa di Meleagro e la Casa dei Dioscuri.
La collezione delle pitture del Museo costituisce un eccezionale documento della pittura di età romana, nella sua evoluzione e varietà, a partire dal II stile, poiché le pitture di I stile, non essendo figurate, non vennero mai staccate per le raccolte museali. Il II stile, pur presente nelle abitazioni urbane, trova la sua migliore manifestazione nelle ville dell’ager Pompeianus, come nella Megalografia con principe macedone e filosofo dalla villa di P. Fannius Synistor a Boscoreale.
Il III stile, che si colloca tra l’età augustea e la prima età giulio - claudia, vanta esempi di grande qualità, sia nelle ville extraurbane, sia nelle case cittadine. Tra i primi si inserisce la villa di Boscotrecase, appartenuta ad Agrippa Postumo, nota per la raffinata esecuzione dei quadretti idillico - sacrali, ornati policromi elaborati con gusto miniaturistico. Sono soprattutto i quadri di soggetto narrativo - mitologico, copie o rielaborazioni di celebri originali della pittura greca classica ed ellenistica, che connotano questa fase, dando l’occasione di realizzare una vera e propria pinacoteca di quadri di “arte greca”. La decorazione di uno dei cubicoli della Casa dell’Amore fatale o di Giasone che manifesta, nei quadri raffiguranti Medea che medita di uccidere i figli, Fedra con la nutrice, Paride ed Elena, una scelta iconografica ispirata al tema della fatalità dell’amore delle eroine antiche.
Il passaggio tra il III ed il IV stile avvenne nel periodo tra Claudio e Nerone: in questa fase si ritrova il gusto per le architetture scenografiche, prive però della profondità illusionistica del II stile. Tuttavia, si impongono ancora i quadri mitologici, con temi ripetuti più volte, come quello di Perseo ed Andromeda, dal quale però si distingue l’esemplare proveniente dalla Casa dei Dioscuri che, nella composizione e nella concezione delle figure, risale all’originale greco, forse opera di Nicia. Tra i temi preferiti erano anche gli amori di Marte e Venere, conosciuti in oltre trenta copie, o le imprese di Ercole, o ancora la storia di Didone abbandonata, che ricorre in cinque quadri pompeiani ispirati ad uno dei più noti soggetti iconografici desunti dal mito delle origini di Roma celebrato nell’Eneide.
Un gruppo di pitture, di notevole bellezza, proviene dalla Casa del Poeta Tragico; esse rappresentano la Ierogamia di Zeus e Hera, Achille e Breseide, ed il Sacrificio di Ifigenia. Tuttavia la parete di IV stile non esauriva il tema figurativo solo nel quadro mitologico centrale, ma presentava inoltre quadretti minori, vignette, fregi, molto spesso con Eroti, soggetti di origine ellenistica che vengono raffigurati, insieme alle loro compagne, le Psychai, come bambini occupati nelle più svariate attività umane degli adulti. Un tema a parte, nelle pitture, è costituito dal paesaggio, in origine rappresentato sullo sfondo delle scene mitologiche di gusto idillico, poi come paesaggio nilotico, popolato da pigmei, coccodrilli ed altri animali, più noti dopo la conquista romana dell’Egitto.
A volte compare, specie nella pittura di III e IV stile, il paesaggio architettonico, rappresentato, in particolare, dalla villa d’otium, con i suoi giardini ed i suoi porticati.
In età romana il ritratto dipinto assunse un singolare rilievo, sebbene siano assai pochi gli esemplari conservati; tra questi particolarmente celebri sono Saffo e la coppia di Paquio Procolo e sua moglie. Di notevole interesse sono inoltre le pitture con nature morte, che gli antichi chiamavano xénia (parola greca che significa “doni ospitali”). Tale termine indicava in origine la frutta, la verdura, le uova che il padrone di casa soleva fare pervenire crude ai suoi ospiti nelle stanze, perché potessero prepararle come desideravano. Successivamente, come segnalato da Vitruvio, il nome passò ad indicare i quadretti dipinti con quegli stessi soggetti. Tra i più raffinati e belli sono quelli provenienti, dai Praedia di Julia Felix a Pompei.
Oltre alla pittura degli stili pompeiani, è presente un altro filone più popolare, realizzato per fini pratici come le insegne di bottega, la decorazione delle taverne o di altri simili esercizi commerciali. Dipinta con corsività e senza ricercatezza, essa otteneva comunque l’obiettivo di cogliere l’attenzione dell’ipotetico cliente o viandante con la sua vivacità. Fanno parte di questo genere le pitture dei larari, le scene di vendita, di lavoro, di taverna.
Nella pittura romana si diffuse, infine, un altro tema iconografico di grande rilevanza: quello del giardino. Le pitture con tale soggetto erano spesso utilizzate sulle pareti degli stessi giardini, ma anche dei triclini e dei cubicoli, con la funzione di ampliarne prospetticamente le dimensioni, o di creare una vista fittizia su cespugli o boschetti. Spesso allusivamente presenti in queste pitture sono i richiami al mondo dionisiaco ed afrodisiaco, rifugi di felicità.
Durante il IV stile, dall’età claudio - neroniana in poi, la pittura si arricchisce inoltre con paesaggi popolati da animali selvatici, raffigurazioni di ambienti esotici e lontani dalla quotidianità.

Il nuovo progetto di riallestimento si snoda seguendo sia a criteri cronologici sia tematici, ed è così articolato:
Sala LXVI La tecnica
Sala LXVII La villa di Boscoreale
Sala LXVIII La scoperta delle pitture
Sala LXIX La pittura nel I secolo a.C.
Sala LXX La pittura in età augustea: La villa di Agrippa Postumo
La pittura nella prima età imperiale: La Casa di Giasone
Sala LXXI La pittura nella prima età imperiale. I temi dei quadri e gli elementi decorativi
Sala LXXII La pittura in età imperiale: due case di prestigio. La Casa di Meleagro
La Casa dei Dioscuri
Sala LXXIII La pittura in età imperiale: i temi mitologici
Sala LXXIV Nature morte e paesaggi
Sala LXXXV Pitture di larari
Sala LXXVII Stabile – La Villa di Campo Varano
Sala LXXVIII I ritratti – La pittura popolare.

Informazioni:
Sede Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Periodo dal 29 aprile 2009

Orari
Dalle 9 alle 19.30. Chiuso martedì

Tariffe
10 euro intero
6,75 euro ridotto
la mostra è inserita nel circuito Campania Artecard

 

Fonte: "Ministero per i Beni e le Attività Culturali"

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27 aprile 2009

Parco dell'Orecchiella (Lu). Stage di archeologia sperimentale

Riconoscere le materie prime adatte alla scheggiatura: la selce, il diaspro, l'ossidiana, le quarziti...
Le tecniche di scheggiatura: la scheggiatura diretta, indiretta, pressione e ritocco a pressione.
Regole che determinano la scheggiatura: prova da parte dei partecipanti.
La produzione sperimentale di alcuni strumenti: come il chopper, l'amigdala, la lama, il grattatoio, il bulino, il perforatore ecc...
La produzione di cordami: i partecipanti realizzeranno cordicelle ritorcendo fibre vegetali, tendini e budella di animali
Il fuoco: uso e vantaggi, le tecniche di accensione (con percussione e frizione), dimostrazione e prove.
La lavorazione della pelle: verrà spiegato il modo di conciare le pelli, verrà fatto vedere e provare come si raschia una pelle.
I colori minerali: verranno presentati l'ocra e altri ossidi e minerali, si affronterà la loro preparazione e utilizzo, con realizzazione di pennelli, tamponi, e
altri strumenti per le varie tecniche pittoriche compreso quella a spruzzo.
I monili: realizzazione di una collana utilizzando la steatite e conchiglie fossili e attuali.
Le armi: prove pratiche di utilizzo di armi come il propulsore, l'arco e il bolas.

I partecipanti, al termine dello stage avranno realizzato e potranno portare via: un perforatore, un raschiatoio, un ago d'osso con relativa cruna, un pendaglio di steatite e conchiglia, qualche pezzo di materiale colorante, cordicelle da loro prodotte, ecc...


www.archeologiasperimentale.it
www.youtube.it/musteriano
alfio@archeologiasperimentale.it

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25 aprile 2009

Ugento (Le). Presentazione del libro "Ugento: ricerche archeologiche sulla Specchia Artanisi e sul territorio circostante

Presentazione del libro:

UGENTO: RICERCHE ARCHEOLOGICHE

SULLA SPECCHIA ARTANISI E SUL TERRITORIO CIRCOSTANTE

realizzato nell’ambito del progetto

“Interventi di conoscenza, tutela e valorizzazione dell´area archeologica

di località Artanisi ad Ugento (Lecce)”

che si terrà mercoledì 29 aprile 2009 alle ore 19:00.

INTERVERRANNO:

- On. le EUGENIO OZZA

SINDACO DELLA CITTÀ DI UGENTO

- Prof. ANTONIO CASTORANI

DIRETTORE Fondazione Cassa Risparmio Puglia - Bari

- Prof.ssa ANNA MARIA BIETTI – SESTIERI

DOCENTE DI PROTOSTORIA EUROPEA - UNIVERSITÀ DEL SALENTO

- Dott.sa MARIA ANTONIA GORGOGLIONE

ARCHEOLOGA - SOPRINTENDENTENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA PUGLIA

- Dott. GIUSEPPE SCARDOZZI

RICERCATORE CNR – IBAM LECCE

Modera:

Avv. MASSIMO LECCI

VICE SINDACO E ASSESSORE ALLA CULTURA DELLA CITTÀ DI UGENTO

Sala Conferenze del Seminario Vescovile di UGENTO


invito_fronte_ugento














Clicca sull'immagine per visualizzare l'invito


Fonte: "notizia segnalata via mail"

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22 aprile 2009

Roma. Gli eventi di Info.roma.it per il prossimo fine settimana

Venerdi 24 ore 11.00 - Sabato 25 h.11.00 e 17.00 - Domenica 26 Aprile h.17.00
Rione Ripa: L'isola Tiberina ed i Ponti del Tevere

La leggenda vuole che l'isola si sia formata nel 510 a.C. dai fasci di spighe del grano mietuto nelle proprietà del re Tarquinio il Superbo, appena cacciato da Roma. In antichità, ospitava il tempio di Esculapio, dio della medicina, il cui culto fu introdotto in seguito ad una pestilenza.

Nella prima metà del I secolo a.C. venne monumentalizzata riprendeva la forma di una nave, di cui oggi è ncora visibile la prua.

Durante il medioevo, sopra le rovine del tempio, venne costruita una basilica per accogliere le relequi di S. Bartolomeo Apostolo...

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Sabato 25 Aprile - h. 15.30
Palazzo Corsini e la Galleria d'Arte Antica

Situato nel rione di Trastevere, proprio di fronte alla Villa Farnesina, il bellissimo palazzo fu ricostruito nel corso degli anni ’30 del Settecento da Ferdinando Fuga (1699 - 1781), su commissione del cardinale fiorentino Neri Corsini, nipote di Clemente XII, che l’aveva acquistata nel 1737. All'interno del palazzo storico sono oggi collocate la Galleria Corsini con la sua eccezionale raccolta dicapolavori (da Beato Angelico a Caravaggio, da Jacopo Bassano a Rubens) e la sede dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

La Collezione Corsini, è una delle principali del panorama artistico italiano. Infatti oltre all’eccezionale qualità delle opere di cui si compone, è l'unica collezione del '700 a essere restata integra a Roma. L’attuale palazzo è in realtà la rielaborazione di una struttura preesistente: la celebre villa della famiglia Riario, nipoti di Sisto IV. Nel seicento il palazzo era anche stato la residenza della regina Cristina di Svezia, giunta a Roma dopo la sua conversione al cattolicesimo (1659 - 1689), la quale ospitò nel giardino le prime riunioni di quella che sarebbe poi divenuta l'Accademia dell'Arcadia...

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Domenic 26 Aprile - h. 10.00
I misteri di S. Ivo alla Sapienza

Nel 1632 Borromini consegnò il progetto della sua chiesa annessa all’Università “La Sapienza” di Roma, ma il progetto rimase lettera morta per almeno dieci anni. Per qual motivo?

Nei fatti, papa Urbano VIII (Maffeo Barberini) era ben vivo e vegeto e, anzi, aveva accordato piena fiducia all’artista, stima condivisa anche dal nipote del pontefice, il celebre cardinale Francesco. Che cosa era successo, allora? Oscure trame si opposero alla costruzione di questa chiesa – una tra le più simboliche ed esoteriche di Roma, trame di potere contrarie ai Barberini come all’Accademia dei Lincei che, all’epoca, era la punta di diamante della cultura in Roma...

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Domenic 26 Aprile - h. 11.00
Il Museo Nazionale Romano Crypta Balbi

Il Museo della Crypta Balbi è ospitato in un complesso tra Via delle Botteghe Oscure e via Castani che comprende due case di origine medievale su via Botteghe Oscure e il “dormitorio Barberiniano” su via Caetani. L’allestimento studiato e i percorsi di visita previsti consentono di percepire l’articolazione degli antichi edifici e le vie di comunicazioni originarie, in un’area che ha avuto una sostanziale continuità di vita dall’epoca romana ai giorni nostri. Il complesso è costituito da un intero isolato racchiuso tra via delle Botteghe Oscure, via dei Polacchi, via dei Delfini e via Caetani, che nei secoli ha visto diversi usi e insediamenti...

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Fonte: "Info.roma.it - Newsletter"

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21 aprile 2009

Roma. Per il Natale di Roma una mostra e un nuovo percorso che unifica i Fori

Celebrare la Città Eterna e ricostruirne la memoria storica in relazione alla sua nascita, ai miti di fondazione, al bagaglio di leggende e tradizioni, attraverso opere artistiche, reperti archeologici, sculture, iscrizioni, documenti, fotografie, testi antichi. Questi gli obiettivi della mostra “La storia racconta il Natale Di Roma” che sarà inaugurata il 21 aprile alle 15, presso Complesso Monumentale del Vittoriano Gipsoteca, ingresso Ara Coeli, dal sindaco di Roma Gianni Alemanno alla presenza del ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi. Alle ore 15.45 ai Fori Imperiali, sarà anche inaugurato il camminamento dai Fori Imperiali al Foro Romano - Basilica Emilia e sarà aperta la recinzione del cantiere. Il tracciato proposto tra i Fori Imperiali sarà aperto al pubblico dalla prossima estate e trasformerà il paesaggio dell'intera area della quale sarà da oggi possibile ripercorrere il filo, senza più ostacoli visivi. Alle ore 16.30 in Via dei Fori Imperiali, angolo Via Tempio della Pace, verrà inaugurata ”I Fori Di Roma. La storia, le storie”, il primo centro espositivo-informativo che unifica i Fori Imperiali e il Foro Romano attraverso una grande planimetria posta all'ingresso dell'area e all'interno una serie di rimandi alla mappa esterna, punto di congiunzione tra i due Fori. Il centro renderà più semplice la conoscenza dei Fori per le migliaia di turisti che affollano Via dei Fori Imperiali.

Fonte: "CulturaItalia"

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17 aprile 2009

Terremoto: A rischio metà dei siti d’interesse culturale

Il sisma che ha devastato L’Aquila e il suo circondario ripropone con urgenza la necessità di mettere in sicurezza i siti d’interesse culturale sui quali pende la spada di Damocle di un terremoto dagli effetti potenzialmente distruttivi.
Perché se è innegabile che proprio dalla catastrofe naturale che ha colpito l’Abruzzo potrebbe venire un nuovo slancio per la salvaguardia di un patrimonio pressoché sterminato, è altrettanto vero che finora sono notevoli i ritardi accumulati. E le stime sono drammatiche. Secondo il direttore generale per i Beni architettonici e storico-artistici del Mibac, Roberto Cecchi, grosso modo la metà dei siti si trova in un’area a rischio sismico. “Sulla base del ‘vincolato’ di cui disponiamo, si tratta di circa 250 mila edifici su un totale di mezzo milione”, anticipa Cecchi al VELINO. Per giungere a questa conclusione, i tecnici del ministero hanno incrociato le aree dove è maggiore la possibilità che si verifichino eventi sismici con la “densità” culturale dell’area. Ma nonostante l’inevitabile approssimazione, il risultato è impressionante.
Dal 2007 una direttiva del presidente del Consiglio dei ministri stabilisce i passi da compiere per la valutazione e la riduzione del rischio sismico nel patrimonio culturale. A cominciare dalla necessità di operare un monitoraggio per comprendere l’effettiva portata del rischio. Il documento portava a compimento e a sua volta riprendeva argomenti già presenti in una direttiva analoga del 2003. Eppure finora ben poco è stato fatto, prevalentemente per la difficoltà di superare il “conflitto” fra architetti e ingegneri, basato su un diverso modo di intendere gli interventi di messa in sicurezza. “Siamo a metà del guado - riconosce l’architetto Pasquale Zaffina dell'Ordine di Roma e coordinatore del gruppo di Protezione civile -. Le linee guida finalmente sono state stilate, ma il monitoraggio stenta a partire. C’è bisogno di parametri di valutazioni univoche per non correre il rischio che ognuno vada per la propria strada”. Al momento la scheda di valutazione del rischio sismico è stata compilata solo per poche decine di siti, tanto da rendere quasi certamente indispensabile una proroga sui termini di legge previsti dalla direttiva ministeriale, che fissa al 31 dicembre 2010 la conclusione della ricognizione del patrimonio culturale e del tipo di operazioni da effettuare.
“A Firenze si sta già lavorando sugli Uffizi e alle Gallerie dell’Accademia, altri edifici sono invece stati già oggetto di verifiche in Veneto - aggiunge Cecchi -. Tuttavia scontiamo il fatto che la prevenzione è vista come un impaccio senza riscontro immediato, mentre anche da un punto di vista economico è molto conveniente: in molti casi con pochi interventi di cucitura si riescono a fare interventi molto efficaci e poco dispendiosi. Ma è necessario disporre di più elementi possibile su un’opera, perché un intervento sbagliato può comportare danni ancora più gravi. Spesso gli interventi di consolidamento in calcestruzzo armato si sono mostrati inefficaci e addirittura perniciosi”, prosegue Cecchi, che cita a esempio il caso del sisma del Friuli e del castello dell’Aquila, dove proprio il calcestruzzo “ha funzionato come un maglio, peggiorando i danni del sisma”.
Un’occasione per fare il punto della situazione sarà la tavola rotonda “Rischio sismico e patrimonio culturale”, che si terrà oggi alla Casa dell’Architettura di Roma. L’incontro, pensato con l’obiettivo di sviluppare una riflessione scientifica e tecnica nell’ambito disciplinare del restauro, metterà a confronto non solo la parte scientifica del Mibac e quella universitaria, ma anche gli operatori del settore, come gli architetti della Capitale i costruttori riuniti nell’Ance. Organizzato sei mesi fa, per una tragica fatalità l’evento giunge a poco più di una settimana dal terremoto dell’Aquila. Ridando attualità a una tematica, quella del “salvataggio” del patrimonio culturale dai terremoti, finora sottovaluta ma ineludibile per non dover piangere a breve una nuova basilica di San Bernardino o un altro campanile come quello di Santo Stefano di Sessanio.

fonte: IL VELINO CULTURA

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Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a seguito della grave calamità che ha colpito l’Abruzzo, ha predisposto una serie di iniziative, tra cui, una raccolta fondi ad offerta libera, presso tutti i luoghi d’arte statali che in occasione dell’XI Settimana della Cultura saranno aperti gratuitamente al pubblico.

E’ inoltre attivo un conto corrente intestato a:
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI SALVIAMO L’ARTE IN ABRUZZO
C/C 95882221 – IBAN:IT–85-X-07601-03200-000095882221
CODICE BIC o SWIFT: BPPIITRRXXX

Maggiori informazioni su: http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/index.html

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Torino. Mostra "Akhenaton Faraone del Sole"

fino al 14 maggio 2009

Ha aperto il 27 febbraio 2009 nelle sale di Palazzo Bricherasio la mostra AKHENATON Faraone del Sole, realizzata in collaborazione con il Musée d'Art et de Histoire di Ginevra, che ripercorre le vicende storico-culturali dell'Egitto tra i regni di Amenofi III e Ramesse II, con particolare attenzione alla figura di Akhenaton, il Faraone che istituisce il culto dell'Aton, il disco solare trasformato in un'entità divina a tutti gli effetti. Curata da Francesco Tiradritti e organizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, l'esposizione costituisce sicuramente un momento di alto valore culturale, soprattutto alla luce delle scoperte avvenute negli ultimi anni e grazie alle riflessioni compiute su questa particolare epoca dell'Egitto da esperti internazionali.
La mostra propone al pubblico italiano una lettura scientifica aggiornata di uno dei più importanti periodi della storia dei faraoni, accostando al racconto degli eventi una serie di capolavori, che rendono questa esposizione un evento irripetibile.

Informazioni

Palazzo Bricherasio
Via Lagrange, 20 - 10123 Torino
Tel. 011.5711811 - Fax 011.5711850
INFOLINE: 011.5711888
Orari: da Martedí a Domenica: 9.30-19.30; Giovedì e Sabato: 9.30 - 22.30; Lunedí: chiuso
L'ingresso è consentito fino a 30 minuti prima della chiusura

Link: http://www.palazzobricherasio.it/

Fonte: "Archaeogate"

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16 aprile 2009

La Mesopotamia d’Italia rivive nel nuovo Museo Archeologico di Adria

Ci sono voluti sette anni di lavoro e ingenti investimenti per riorganizzare il cospicuo patrimonio artistico conservato all’interno del Museo Nazionale Archeologico di Adria, in provincia di Rovigo. Nella struttura oltre sessantamila reperti narrano la storia del Polesine dall’Età del Ferro all’epoca Romana. L’i ntegrazione fra lo spazio e il tempo è il filo conduttore che lega le varie sezioni di visita, corredate da documenti cartografici, e collega la storia dell’area in un contesto più ampio che va dalle vicissitudini della penisola italica alla cultura dell’intera area mediterranea. Realizzato su progetto scientifico di Simonetta Bonomi e Loretta Zega, entrambe della Soprintendenza di Padova, il nuovo museo è stato realizzato col contributo della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e i fondi del Gioco del Lotto, di Arcus S.p.A. e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Dei circa sessantamila reperti di proprietà del Museo solo una parte ha finalmente trovato collocazione nella nuova struttura. L’opera ha richiesto sia la ristrutturazione del vecchio stabile che il suo ampliamento. La prima fase dei lavori si è svolta dal 2002 al 2004; a seguire i nuovi allestimenti del Lapidario Romano nel 2006, della Sezione Etrusca nel 2007 e della Sala della Romanizzazione nel 2008. I reperti conservati nel museo, unici perché emersi dai limi di quella che non a torto è stata definita come “la Mesopotamia d’Italia”, testimoniano la storia di una città e di un territorio che hanno dato il nome al mar Adriatico e che hanno visto stratificarsi 2.500 anni di civiltà, dai veneti ai greci, agli etruschi, ai romani.

Il primo passo verso il recupero è avvenuto con la ristrutturazione dei magazzini che hanno accolto i reperti nel momento in cui la struttura museale risultava ancora lontana dagli standard qualitativi che la museografia e la riflessione museologica degli ultimi anni hanno individuato come irrinunciabili. La qualità e la quantità dei reperti recentemente rinvenuti ad Adria e nel Basso Polesine imponevano di focalizzare l'attenzione su questi due poli per rendere conto in maniera compiuta delle civiltà antiche che vi fiorirono.

A riguardo sono state predisposte le diverse sezioni di visita in cui i reperti sono disposti in modo da narrare le storia di un determinato periodo. La nuova esposizione inizia dall’Età del Ferro per giungere all’età romana, seguendo per tutti le sezioni la medesima caratteristica, che si concentra sull’integrazione fra spazio e tempo, fra geografia e storia; a supporto dei reperti una serie di riferimenti cartografici, per porre in relazione i fenomeni locali con quelli della penisola italica e mediterranea. L’età preistorica è documentata da reperti frutto di vecchi rinvenimenti effettuati nel territorio polesano e da testimonianze risalenti all’Età del Bronzo finale, momento in cui il Polesine vide un’ apertura verso il basso Adriatico, il mar Tirreno e il Mediterraneo orientale. Ampio risalto è dato alla ceramica attica a figure nere e a figure rosse, caratteristica specifica della documentazione archeologica di Adria. Seguono sezioni in cui vengono illustrati gli abitati e le sepolture risalenti alla fase arcaica e classica. Si prosegue con gli accadimenti risalenti al IV secolo a.C., epoca di crisi per Adria e di cambiamenti in Italia settentrionale, per l’arrivo dei Celti, e nel Mediterraneo, in conseguenza delle imprese di Alessandro Magno; anche in questo caso le sepolture sono le principali fonti di documentazione. La nuova parte meridionale del piano primo è dedicata al III secolo a.C., periodo in cui Adria attraversò un momento florido; sono esposti ricchi corredi funebri, che illustrano i vari aspetti della nuova società adriese di allora. Un ballatoio permette poi di avere una suggestiva visione dall’alto della Tomba della Biga, un altro degli elementi specifici del museo. Ultima e nuova, la Sezione romana, inaugurata lo scorso 28 marzo, corona e completa il progetto di totale rinnovamento del Museo Archeologico Nazionale di Adria.


Fonte: "CulturaItalia.it"

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Mantova. Mostra-mercato "Libri d’archeologia. Tra ricerca scientifica e divulgazione”

Nella suggestiva cornice del Museo Archeologico Nazionale di Mantova, in piazza Castello, si terrà “Libri d’archeologia. Tra ricerca scientifica e divulgazione”, la mostra mercato dedicata al libro archeologico, giunta alla sua V edizione ed organizzata anche quest’anno dalla Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia-Nucleo operativo di Mantova in collaborazione con la cooperativa Librai Mantovani, nell’ambito dell’XI edizione della Settimana della Cultura.

Il 18 e 19 aprile sotto i portici di Piazza Castello ci saranno gli stand di alcune tra le maggiori case editrici italiane specializzate nella pubblicazione di libri di archeologia e storia antica, un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati dell’antichità oltre che per gli specialisti del settore, per aggiornarsi sulle ultime novità del mercato.

“Libri d’archeologia” infatti intende proporre ai visitatori una visione completa dell’editoria che si occupa di archeologia e del mondo antico: dalle pubblicazioni di carattere scientifico ai testi divulgativi e didattici, dalle riviste specializzate o di settore, alle opere di narrativa.

Nello stesso contesto verranno presentati documentari relativi all’archeologia e all’arte del territorio mantovano.

Orari di apertura

Sabato 18 aprile 14,30-18,30 – domenica 19 aprile 10-18

Alcuni espositori:

-Ante Quem

-Edigiglio

    -Carocci

    -Edipuglia

    -Editoriale Sometti

    -S.A.C.I. Edizioni

    -S.A.P. Società Archeologica Padana s.r.l.

    - CSP Centro Studi di Preistoria e Archeologia Onlus

    -Mur Editore

    -Roberto Scocco Edizioni

    -Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria

    -Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto

    -Museo territoriale del Lago di Bolsena


Fonte: notizia segnalata via mail

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15 aprile 2009

Roma. Gli eventi di Info.roma.it per il prossimo fine settimana

Sabato 18 Aprile - h. 15.30
L'area archeologica ed il museo nazionale della Crypta Balbi

Il Museo della Crypta Balbi è ospitato in un complesso tra Via delle Botteghe Oscure e via Castani che comprende due case di origine medievale su via Botteghe Oscure e il “dormitorio Barberiniano” su via Caetani.

L’allestimento studiato e i percorsi di visita previsti consentono di percepire l’articolazione degli antichi edifici e le vie di comunicazioni originarie, in un’area che ha avuto una sostanziale continuità di vita dall’epoca romana ai giorni nostri. Lo scavo archeologico integrale e il progetto di recupero di tale importante complesso,che può ritenersi uno dei più riusciti progetti di archeologia urbana, è stato condotto per venti anni circa a partire dagli anni ‘80, ed ha consentito di comprendere le varie fasi edilizie dell’area...

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Sabato 18 Aprile e Domenica 19 Aprile - h. 16.30
Rione S. Angelo - Il ghetto di R0ma

Pur essendo il più piccolo rione di Roma, S. Angelo è un vero concentrato di storia. Al tempo dell’antica Roma sorgevano infatti qui alcuni grandi edifici per spettacoli, come il teatro Marcello, quello di Balbo e soprattutto il circo Flaminio. Ma il rione S. Angelo è oggi soprattutto conosciuto per aver ospitato il ghetto ebraico.

La comunità ebraica di Roma, già numerosa al tempo di Augusto, era insediata soprattutto nella zona di Trastevere (dove infatti sorgevano quattro sinagoghe), mentre nel Medioevo cominciarono a trasferirsi sull’altra sponda del Tevere, nell’area di Ponte Fabricio. Nel corso dei secoli incontriamo figure di pontefici che saranno più o meno bendisposti verso la popolazione ebraica di Roma, che nel tempo era aumentata per l’afflusso di profughi da diverse nazioni (tra cui Spagna, Francia e Germania)...

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Domenica 19 Aprile - h. 10.30
Bernini e la res egizia: obelischi, neoplatonismo e scienza occulta

“Bevanda per gli assetati, cibo per coloro che meditano”

Ecco un frammento di quel che č scritto su di una delle lapidi sotto l’obelisco che ospita la Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini e tale frase è un buon indizio per comprendere la storia, il progetto, le motivazioni e le frequentazioni di questo artista.

Da queste prime considerazioni ci tufferemo in una intrigata – ed intrigante – storia fatta di motivazioni politiche (era finita da poco la Guerra dei Trent’anni), ipotesi di plagio (Borromini per primo aveva ipotizzato una fontana dedicata ai fiumi), uomini di fiducia papale che vigilavano costantemente sulle decisioni artistiche mentre il tutto era attraversato da strane e segrete ricerche sollecitate dai più alti vertici ecclesiastici intorno alla “scienza occulta” dei geroglifici egizi che troneggiavano sugli obelischi della Roma barocca...

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Domenica 19 Aprile - h. 15.00
Il Monte dei Cocci di Testaccio

Il Monte dei Cocci o Monte Testaccio (in latino Mons Testaceum) a Roma, è costituita da innumerevoli strati ordinatamente disposti di cocci (in latino testae, da cui il nome del monte) di anfore olearie sbarcate dal vicino porto fluviale sul Tevere e destinate alla vendita a Roma.

Si trova tra le Mura aureliane e il Tevere, all'estremo sud della città murata...

Link per avere informazioni o prenotare la tua partecipazione >>


Fonte: "Info.roma.it - Newsletter"

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Monte Porzio Catone (RM). “Passeggiate tuscolane”: visite guidate gratuite al patrimonio di Monte Porzio Catone

Dal 18 al 26 Aprile 2009

COMUNICATO STAMPA

Locandina_Settimana_Cultura Nell’ambito dell’ “XI Settimana della Cultura” promossa dal Ministero dei Beni Culturali con lo slogan :”La cultura è di tutti:partecipa anche tu!” il Polo Museale Urbano di Monte Porzio Catone aderisce all’iniziativa proponendo la seconda edizione di “Passeggiate tuscolane”: visite guidate gratuite al patrimonio di Monte Porzio Catone.

DOMENICA 19 APRILE – ORE 10:30

Visita ai casali storici di Monte Porzio Catone a cura della Dott.ssa Diana Cortese e della Dott.ssa Francesca Giusberti.

Appuntamento a piazza Borghese bus navetta gratuito con posti limitati (prenotazioni al 331/5811061)

VENERDI’ 24 APRILE : ORE 18:00

Presso la biblioteca comunale “Marco Albertazzi” inaugurazione della Mostra Documentaria “La Cappella Rurale di Sant’Antonino Martire di Monte Porzio Catone” a cura della Dott.ssa Micaela Vivaldi.

Durata della mostra : dal 24 Aprile 2009 al 10 Maggio 2009.

Per informazioni e prenotazioni 06/9428323 06/62279426 331/5811061 segreteria@pcr.it

Fonte: notizia segnalata via mail

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14 aprile 2009

Roma. Convegno Nazionale di Archeologia Aerea

Roma, 15-16 aprile 2009

Il primo volo aereo in Italia fu compiuto dal francese LEON DELAGRANGE il 15 maggio 1908 a Roma, 5 anni dopo il primo decollo del leggendario Flyer dei fratelli Wright sulla spiaggia di Kitty Hawk nella Carolina del Nord.
L’anno successivo, sempre a Roma, il maggiore MAURIZIO MORIS, quello stesso ufficiale che aveva promo sso l’istituzione della Sezione Fotografica del Genio Militare e che aveva accompagnato GIACOMO BONI nella sua prima ascensione in pallone aerostatico sul Foro Romano, presidente del Club Aviatori, si rese promotore di una importante iniziativa, invitando WILBUR WRIGHT per un’esibizione e per istruire due piloti italiani.
Al grande entusiasmo con cui venne accolto l’evento, non ci fu un adeguato sviluppo e nessun giovamento nell’uso del nuovo mezzo aereo per applicazioni di tipo archeologico e non si ebbe alcuna iniziativa di rilievo. Dopo le prime applicazioni pionieristiche per la documentazione degli scavi del Foro Romano ad opera del Boni ed altre consimili immediatamente successive (Ostia, Pompei, Porto), questo genere di studi non ebbe l’evoluzione e la diffusione che sarebbe stato legittimo attendersi. Infatti, per vedere utilizzazioni di questo strumento efficaci e rigorose, se si fa eccezione di alcuni tentativi e studi di GIUSEPPE LUGLI, sarà necessario aspettare il secondo dopoguerra con le ricerche fondamentali di FERDINANDO CASTAGNOLI. Da questo punto in avanti il metodo, anche nel nostro Paese, raggiunta ormai la piena maturità, si diffuse grazie all’opera di grandi studiosi come JOHN BRADFORD, GIULIO SCHMIEDT, DINU ADAMESTEANU, NEREO ALFIERI, solo per citare i più famosi. Attualmente, in Italia, questi studi sono ben rappresentati, fra gli altri dai centri di Fotogrammetria finalizzata e di fotointerpretazione archeologica presenti presso la Seconda Università di Napoli, l’Università di Siena e l’Università del Salento.
A 100 anni esatti da quella importante esperienza, legata alla presenza a Roma di uno dei fratelli Wright e testimonianza del grande entusiasmo che seguì l’invenzione dell’aeroplano, si vuole organizzare un primo Convegno di Studi sulle attività di ricerca legate all’Archeologia Aerea in Italia in questo ultimo secolo.
Il Laboratorio di Topografia Antica e Fotogrammetria (LABTAF) dell’Università del Salento, in collaborazione con il Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi e Telerilevamento (LAP&T)
dell’Università di Siena e con l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBAM-CNR) vuol far coincidere a questa ricorrenza l’organizzazione di un Convegno, con l’intento di fare il punto della situazione e di avviare un vivace scambio di idee e di dati, per confermare la validità e la vitalità di questo genere di studi.
Auspicando di poter dare un panorama abbastanza rappresentativo di quelle che sono le attitudini principali e le metodologie fondamentali che animano il panorama italiano, si vuole dare spazio a tutti i ricercatori delle varie tendenze, lasciando spazio anche ad interventi di giovani studiosi.
Nel panorama scientifico italiano è la prima volta che si vuole organizzare un incontro tra archeologi specialisti del settore, in modo da colmare una lacuna in questo ambito specifico della ricerca archeologica.

All’interno della Manifestazione saranno sviluppate quattro diverse sessioni:
• una prima sessione relativa alla storia degli studi, all’opera dei pionieri ed al materiale aerofotografico storico;
• una seconda sessione con contributi di metodologia ed applicazioni di fotointerpretazione archeologica e lavori di fotogrammetria finalizzata;
• una terza sessione in cui verranno presentati i progetti che attualmente in Italia prevedono l’impiego sistematico delle immagini aeree;
• una quarta sessione in cui verrà dato spazio alle applicazioni specialistiche legate alle nuove tecnologie di remote sensing, con esemplificazioni di casi di studio in Italia e all’estero.
È inoltre prevista una sessione poster.

La pubblicazione degli Atti del Convegno è prevista all’interno del 4° numero di “Archeologia Aerea. Studi di Aerotopografia Archeologica”, il quale verrà interamente riservato all’iniziativa.
Il comitato organizzatore del Convegno sarà lieto di poter ospitare i contributi di quanti siano interessati all’iniziativa.

Fonte: "ArcheoMedia"

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Roma. Conferenza "Dopo le scoperte. Il Parco Archeologico dei Fori Imperiali"

Sabato 18 APRILE  alle ore 10.45 organizzata dall'Associazione Roma Sotterranea, si terrà presso il Cinema Trevi, Vicolo del Puttarello 25 (a pochi metri da Fontana di Trevi), la conferenza:

"Dopo le scoperte. Il Parco Archeologico dei Fori Imperiali"

relatore Roberto Meneghini Archeologo. Responsabile Ufficio Fori Imperiali del Comune di Roma.  

L'argomento è di assoluta attualità, in previsione dell'abbattimento, il 21 Aprile, delle barriere che dividono l'area dei Fori fra la parte di competenza comunale e quella di competenza statale.


INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI.



Link: Associazione Roma Sotterranea - Le Conferenze

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Peccioli (PI). "Peccioli e la Valdera dal Medioevo all'Ottocento. Itinerari archeologici fra Pisa e Volterra"

Giornata di studi archeologici_18 aprile 2009 I paesaggi della Valdera non celano solo le tombe, i santuari, le fattorie etrusche e romane che hanno alimentato la ricerca archeologica dal Settecento ai nostri giorni, con i risultati che è oggi possibile apprezzare sia nei musei del territorio, che in una ricca serie di pubblicazioni.

Da quasi trenta anni, infatti, lo scavo rivela anche la trasformazione dei paesaggi e degli insediamenti, e le tracce delle attività produttive, che hanno segnato la vita del territorio in età medievale e moderna, sedimentandosi nelle forme che ancora connotano gran parte del territorio e dei centri storici.

La Giornata di Studio organizzata a Peccioli si propone di consentire – a vari livelli – la diffusione dei risultati conseguiti negli ultimi anni, anche grazie al moltiplicarsi dell’attività di tutela e di ricerca, e di confrontarli con le esperienze delle aree urbane di Pisa e Volterra, e dell’area che va dal Valdarno alla Valle del Cecina.

Alla rassegna dei dati di scavo nel territorio, presentati in modo da far risaltare le trasformazioni del paesaggio, seguirà dunque l’analisi dei ‘casi’ di Pisa e Volterra, per giungere infine ad una sequenza di contesti della Valdera, che permettono di affrontare i temi della circolazione monetaria, delle tecniche costruttive, delle attività produttive e della loro relazione con gli assetti sociali, integrandosi in specifiche ricerche sul territorio di Peccioli.


Sabato 18 aprile, ore 10.00

Centro Polivalente

Via del Carmine, Peccioli (Pi)


Fonte: notizia segnalata via mail

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09 aprile 2009

XI Settimana della Cultura (18-26 aprile 2009)

Locandina_Settimana_Cultura Il Ministero da oltre trenta anni dedica ogni anno una settimana alla promozione del patrimonio culturale, con l’organizzazione di eventi e l’apertura gratuita di tutti i luoghi statali.

La manifestazione che quest’anno si svolgerà dal 18 al 26 aprile 2009, è alla sua  XI edizione con il nuovo ciclo denominato “Settimana della Cultura”.

Scopo fondamentale  dell’iniziativa è quello di  favorire la conoscenza della cultura e di trasmettere l’amore per l’arte ad una sempre più ampia platea di cittadini che per sette giorni  potranno scegliere tra mostre, convegni, laboratori, visite guidate, concerti, spettacoli, proiezioni cinematografiche e aperture straordinarie in tutte le regioni d’Italia.

La Settimana della Cultura registra, anno dopo anno, un successo crescente di eventi e di partecipazione di pubblico. A testimonianza del gradimento della manifestazione e della forte voglia di cultura che esiste nel Paese, ed è anche una risposta all’aspettativa di apertura dei luoghi dell’arte e dello spettacolo per tutte le persone e tutte le famiglie.

Con lo slogan scelto quest’anno “La cultura è di tutti: partecipa anche tu”, si vuole mettere l’accento su due concetti fondamentali: il valore inestimabile del patrimonio culturale e la sua natura di risorsa preziosa e ineguagliabile a disposizione, ogni giorno, di ciascun cittadino e tradizionalmente offerta gratuitamente per la Settimana della cultura.

Alla realizzazione dell’evento partecipano,  apportando un valore aggiunto alla missione di questa manifestazione tutti gli Istituti territoriali del Ministero, gli Enti locali, Istituzioni, Associazioni, Fondazioni statali e private e  il Ministero degli Affari Esteri con gli Istituti Italiani di Cultura all’Estero per la promozione e la divulgazione della settimana a livello internazionale.

Tutti coloro che vorranno aderire all 'iniziativa potranno inviare le proposte alle Direzioni Regionali di competenza che ne valuteranno la validità e il loro possibile inserimento nel Sito del Ministero.



Fonte: "MiBac - Ministero Beni e Attività Culturali"

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Attività di ricognizione nel Pinerolese


Attività di ricognizione
nel Pinerolese

13-21 Aprile 2009


Il Gruppo Archeologico Subalpino, aderente ai Gruppi Archeologici
d’Italia, e il museo CeSMAP di Pinerolo, annunciano che a partire dal
13 fino al 21 aprile 2009 verrà intrapresa un’attività di ricognizione
archeologica superficiale nel comune di Pinerolo.
Tale attività si inserisce all’interno di una pluridecennale tradizione
di ricerca archeologica territoriale svolta dal museo, che in passato ha
consentito l’individuazione e lo studio di siti rupestri di importanza
internazionale.
L’obiettivo dell’imminente ricognizione è quello di definire le
dinamiche insediative delle aree pianeggianti occupanti la parte
orientale del comune di Pinerolo, producendo successivamente una
carta archeologica della zona indagata .
Nei prossimi giorni si terrà una conferenza stampa presso la sede
del museo CeSMAP, nel corso della quale verranno fornite ulteriori
informazioni.

Informazioni

garcheo.subalpino@libero.it
cesmap@cesmap.it

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08 aprile 2009

Genova. Mostra itinerante "Paesaggi Nascosti. Le zone umide, un patrimonio da scoprire"

Mogge di Ertola Le zone umide sono note per la loro importanza naturalistica e da tempo sono oggetto di ricerche e azioni di tutela ambientale. Paludi, torbiere e altre aree con una elevata presenza di acqua sono ambienti ecologicamente fragili e per questo a rischio, che ospitano numerose e particolari specie vegetali e animali, quali – ad esempio – diverse specie di uccelli migratori. Ma le zone umide possono avere anche un valore culturale, spesso non immediatamente percettibile, una sorta di lato nascosto.

La mostra “Paesaggi Nascosti. Le zone umide, un patrimonio da scoprire”, promossa dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria, dal Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale (DISMEC – DIPTERIS) dell’Università degli Studi di Genova e dalla Regione Liguria - Dipartimento Pianificazione Territoriale - Servizio Parchi e Aree Protette, con la collaborazione di Comune di Genova, Parco Naturale Regionale dell’Aveto e Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, desidera illustrare una “nuova e diversa chiave di lettura” per questi singolari ambienti, attraverso l’approccio dell’archeologia ambientale.

Mogge di Ertola_scavo archeologico Nel percorso espositivo è possibile scoprire, nell’alternarsi di immagini fotografiche, reperti, una postazione informatica e alcuni video, in che modo le comunità umane abbiano modellato e “costruito” il paesaggio culturale, ad esempio modificando la copertura vegetale attraverso pratiche agro-silvo-pastorali, e viene svelato come le zone umide liguri siano dei veri e propri archivi bio-stratigrafici, che hanno conservato tracce più o meno invisibili della millenaria evoluzione dell’ecosistema di cui fanno parte. Indicate localmente con diversi nomi geografici (sprugola, moggia, pramollo, piani, lago e altri), “interrogando” le zone umide, analizzando le loro caratteristiche e il loro contenuto, questi ambienti “parlano”, “raccontano” la storia dei nostri paesaggi.

Lago del Padu Il loro sottosuolo impregnato d’acqua e quasi privo di ossigeno, infatti, può conservare inalterati per lungo tempo legno, fibre vegetali, tessuti, alghe, carboni e altri “oggetti” invisibili a occhio nudo. Questi resti permettono di ricostruire la storia degli ambienti che li hanno prodotti e custoditi per millenni: come si sono formate le zone umide? In quale antico paesaggio? Le torbiere dell’Appennino ligure, essendosi formate in piccoli avvallamenti, hanno potuto “catturare” e conservare spesso per millenni tracce degli ambienti passati e delle attività svolte dall’uomo. Molte di esse ebbero origine alla fine dell’ultima era glaciale, circa 10000 anni fa, quando alcune depressioni vennero liberate dal ritiro dei ghiacciai. Ma alcune, invece, hanno avuto storie assai diverse…

Alcune torbiere dell’Appennino ligure si trovano in prossimità dell’Alta Via dei Monti Liguri e sono caratterizzate dalla presenza di numerosi alberi fossili o sub-fossili conservati nel sottosuolo. Le datazioni radiocarboniche finora eseguite collocano gli episodi di “caduta” di tali alberi - soprattutto di abete bianco (Abies alba) oggi pressoché scomparso dai monti liguri - fra il IV ed il II millennio a.C. Lo scavo archeologico in estensione di una di queste torbiere, in Val d’Aveto, ha permesso di acquisire preziose informazioni sui resti di questa foresta fossile e di recuperare alcuni dei tronchi che saranno esposti nella mostra.

La mostra è una componente dell’azione Alta Via dei Monti Liguri. Individuazione e valorizzazione delle risorse culturali e storico-ambientali afferente al “Progetto di iniziativa regionale Alta Via dei Monti Liguri”.

L’esposizione prende spunto dai temi e dai primi risultati dello “Studio di fattibilità di un progetto per la conoscenza, conservazione e gestione delle zone umide liguri”, promosso tra 2005 e 2007 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria e dal Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea dell’Università degli Studi, che ha permesso un censimento delle zone umide liguri e l’avvio di ricerche interdisciplinari su alcuni di questi archivi bio-stratigrafici, con la partecipazione di archeologi, paleobotanici, geografi, geologi, ecologi, storici ed esperti di altre scienze.

Gli EVENTI

La mostra è stata preceduta, lo scorso 29-30 Gennaio 2009 presso l’Archivio di Stato di Genova, da un seminario internazionale dal titolo “Le zone umide: archivi del paesaggio culturale tra ricerca e gestione”, durante il quale esperti da tutta Europa hanno dibattuto sulle politiche di valorizzazione delle zone umide attraverso esempi di casi di studio di siti di interesse archeologico-ambientale in Francia, Inghilterra, Svizzera, Norvegia ed Italia. Un’occasione di scambio di esperienze tra studiosi, ricercatori e pianificatori sul tema dell’identificazione dei valori culturali di questi particolari ambienti.

Durante la sua apertura presso il Museo Civico di Storia Naturale "Giacomo Doria" di Genova, invece, si svolgeranno due conferenze:

il 23 aprile 2009 alle ore 17.00, “Il fuoco ha creato l’acqua. Il contributo dell’archeologia ambientale alla conoscenza delle zone umide liguri”, a cura di Andrea De Pascale (Università degli Studi di Genova, Dipartimento DISMEC – Museo Archeologico del Finale, IISL) e Roberto Maggi (Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria);

il 14 maggio 2009 alle ore 17.00, “Un altro punto di vista. Ricerche di ecologia storica nella montagna ligure”, a cura di Roberta Cevasco (Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" Dipartimento POLIS).


Didascalie immagini:

a) Mogge di Ertola (Rezzoaglio – GE). Le sequenze stratigrafiche di questo sito hanno “registrato” per millenni i fenomeni di erosione dei circostanti versanti, dovuti ad attività di disturbo antropico, consentendo di ricostruirne la storia ambientale (foto archivio LASA – Università degli Studi di Genova)

b) Mogge di Ertola (Rezzoaglio – GE), lo scavo archeologico in estensione della torbiera ha permesso di riportare alla luce decine di alberi di Abete bianco datati all’Età del Rame e all’Età del Bronzo, il cui studio suggerisce le pratiche di attivazione e gestione delle risorse ambientali da parte delle comunità umane preistoriche (foto archivio LASA – Università degli Studi di Genova)

c) Il Lago del Padu, una delle zone umide presenti nel Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo (AL) (foto A. De Pascale)

 


QUANDO E DOVE

La mostra “Paesaggi Nascosti. Le zone umide, un patrimonio da scoprire” sarà visitabile:

dal 7 aprile al 31 maggio 2009

Genova, Museo Civico di Storia Naturale "Giacomo Doria"
Via Brigata Liguria 9 - 16121 Genova (Tel. 010.564567 -  010.582171 - www.museodoria.it)

Orario di apertura: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì 9-19; sabato e domenica 10-19; lunedì chiuso

dal 6 giugno al 5 luglio 2009

Rezzoaglio (Genova), Centro Visite del Parco Naturale Regionale dell'Aveto

Via Roma 47 - 16048 Rezzoaglio (GE) (Tel. 0185.870171 - Fax 0185.871928 - www.parks.it/parco.aveto)

Orario di apertura: venerdì, sabato, domenica e lunedì 8-12

dal 11 luglio al 31 agosto 2009

Lerma (Alessandria), Biblioteca Civica

Corso Luigi Spinola 12 - 15070 Lerma (AL) (Tel. 0143.877337 - www.parcocapanne.it)

Orario di apertura: martedì e sabato 16-18


Fonte: "Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria" - Notizia segnalata via mail

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07 aprile 2009

Siena. Mostra "L’occhio dell’archeologo”: Siena vista da Bianchi Bandinelli

4 aprile 2009 - 5 luglio 2009

Il Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena ospita, dal 4 aprile al 5 luglio, la mostra “L'occhio dell'archeologo. Ranuccio Bianchi Bandinelli nella Siena di primo '900”, in cui si delinea il rapporto dello studioso con la sua città natale. L’esposizione, che si snoda narrando la vita e le ricerche dagli anni giovanili alla creazione del Museo Archeologico di Siena, è curata da Marcello Barbanera, docente di Archeologia presso l'Università “Sapienza” di Roma. Diverse iniziative sono state organizzate per l’occasione all’interno dei musei archeologici situati nel territorio senese.

Idee, progetti, prove grafiche, ricerche archeologiche, associate a oggetti di uso quotidiano e piccoli ritratti fotografici di vita privata costituiscono il percorso espositivo, che racconta la vita e le ricerche di uno degli archeologi più famosi al mondo. La mostra indaga l’attività di Bandinelli partendo dal 1934, anno della vendita della villa urbana “Il Pavone”, sede di incontri rari e memorabili, che segna la fine di un'epoca per la sua famiglia e per lo stesso archeologo, ormai cattedratico a Pisa e lontano dall'ambiente senese, percepito come troppo limitato e angusto. La visita prosegue col fulcro dell’itinerario, incentrato sull’attività da archeologo e sulle indagini effettuate a Siena e nel territorio limitrofo. A riguardo la sezione più importante, a cura degli archeologi Debora Barbagli e Giuseppina Carlotta Cianferoni, pone l'accento sul contributo che il giovane Bandinelli ha dato agli studi sugli etruschi, che all'epoca vivevano una sorta di “rinascita”. Le ricerche “pionieristiche” effettuate sul territorio di Chiusi e della Val D’Elsa, hanno arricchito le informazioni topografiche sulla presenza di popolazioni etrusche, in particolar modo nella città di Murlo. Infine, una sezione di approfondimento è dedicata al confronto fra il metodo di ricerca di Bianchi Bandinelli con le attività di studio effettuate nelle epoche successive dalla Soprintendenza Archeologica. La mostra si conclude con l’esposizione del progetto di Bandinelli per il Museo Archeologico di Siena, documentando l’e voluzione che ha condotto alla creazione della moderna struttura nel Complesso Museale Santa Maria della Scala.

Come approfondimento del percorso sono stati ideati alcuni itinerari nei musei del territorio senese delle “mostre nella mostra”; a riguardo il Museo Archeologico Nazionale della Città di Chiusi ha affrontato il legame fra Bandinelli e la città etrusca di Porsenna, mentre nell’Antiquarium di Poggio Civitate a Murlo si ripercorre la storia delle prime intuizioni del giovane Ranuccio con l’esposizione di alcuni reperti ricavati durante i suoi primi sopralluoghi. Infine, sulla progettazione della Carta Archeologica di Etruria si focalizza la mostra allestita all’interno del Museo Archeologico del Chianti Senese a Castellina in Chianti.

Fonte: "CulturaItalia.it" - Newsletter

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02 aprile 2009

Roma. Visite al Rione Trastevere, all'Excubitorium e all'area archeologica di S.Crisogono

Venerdi 3 Aprile - h. 11.00 | Sabato 4 - h. 16.30 | Domenica 5 Aprile - h. 16.30
Il Rione Trastevere - La contrada di S. Cecilia

Oltre alla basilica dedicata a S. Maria, Trastevere vanta alcuni dei luoghi di culto cristiani più antichi della città, come le basiliche di S. Crisogono e quella di S. Cecilia databili entrambe al V secolo e che furono, soprattutto durante il periodo medievale, punti di aggregazione dell’abitato del rione.

L’area di Trastevere conserva infatti ancora l’animo profondamente popolare, già proprio dei primi insediamenti di età romana, quando tutta la zona era occupata da strutture di carattere commerciale, nelle quali lavoravano moltissimi stranieri, che progressivamente introdussero in città le religioni dei loro paesi d’origini. La presenza più importante era costituita da un’importante colonia ebraica, determinante per la precoce diffusione del Cristianesimo in tutto il rione...

Link per avere informazioni o prenotare la tua partecipazione >>

Sabato 4 e Domenica 5 Aprile - h. 15.00
L'Excubitorium - La VII Coorte dei vigili a Trastevere

Il monumento, unico esempio di sede di un corpo di guardia pervenuto fino ai nostri giorni, è situato a circa m. 8 di profondità, rispetto all’attuale quota stradale. Gli excubitoria erano i corpi di guardia per i vigili dell’antica Roma.

Gli aspetti della vita quotidiana dei vigili sono documentati dai graffiti, rinvenuti sulle pareti del cortile. Riportato alla luce nel 1865-1866, durante uno dei numerosi scavi intrapresi per il recupero di opere d’arte...

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Domenica 5 Aprile - h. 11.00
L'area archeologica sotto la basilica di S. Crisogono

L’area archeologica scavata sotto la grande basilica medioevale di S. Crisogono è di notevole interesse quale testimonianza relativa all’urbanistica e alla topografia del Trastevere in età romana, quartiere cosmopolita e densamente abitato dove fiorì una notevole comunità cristiana.

I resti rinvenuti sotto l’attuale basilica ci aiutano a comprendere l’antico livello stradale di epoca romana e ci “raccontano” la trasformazione di quella che probabilmente era una casa romana di età imperiale che in epoca paleocristiana fu occupata da un titulus, ossia un antico luogo di culto cristiano che nel tempo si trasformò fino ad assumere un impianto basilicale che oggi giace a diversi metri sotto il suolo del Trastevere, dotato di un grande battistero del V secolo...

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Fonte: "Info.roma.it"

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01 aprile 2009

Firenze. "Patrimonio in prima linea - La Palestina", in ricordo di Michele Piccirillo e Fabio Maniscalco

Firenze - Limonaia di Villa Strozzi (via Pisana, 77)

Sabato 4 aprile 2009 - ore 16

Partecipano

Osama Hamdan                                                                            docente di Conservazione architettonica all’Università “Al Quds” di Gerusalemme
Beni culturali in area di crisi: il caso palestinese

Lorenzo Nigro
direttore della Missione archeologica in Palestina e Giordania
Università di Roma "La Sapienza"
“In direzione ostinata e contraria...”: la Palestina ricomincia da Gerico. Le ultime scoperte della Missione della Sapienza e del Dipartimento delle Antichità palestinese

Maria Rosaria Ruggiero Maniscalco                                                Osservatorio per la Protezione dei Beni Culturali
A mani nude contro i nemici della memoria

Guido Vannini
docente di Archeologia medievale all’Università di Firenze

L’archeologia di padre Michele fra Palestina e Giordania

Proiezione del film: Tessere di pace in Medio Oriente, prod. Rai Cinema, 75’. Interviene il regista Luca Archibugi

Introduce

Piero Pruneti                                                                     direttore di «Archeologia Viva»

Intervengono

Giuseppe D’Eugenio                                                                      presidente Quartiere 4 / Comune di Firenze

Eugenio Giani                                                                                assessore alla Cultura - Comune di Firenze

Paolo Fancelli
presidente Commissione Cultura - Quartiere 4 / Comune di Firenze

Ingresso libero - Info: 055.5062303 www.archeologiaviva.it

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Comune di Firenze - Quartiere 4 / Commissione Cultura

Archeologia Viva

Con la collaborazione di
Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico - Museo Civico di Rovereto

Programma completo su http://www.archeologiaviva.it (pagina 'Incontri')

Fonte: notizia segnalata via mail

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