ARCHEOBLOG

Giornale archeologico e culturale costantemente aggiornato con le ultime notizie e gli ultimi approfondimenti storico-archeologici



27 giugno 2009

Santa Fiora (GR). Convegno "Le orme dei giganti. Il Megalitismo nella Preistoria"

LE ORME DEI GIGANTI

Il Megalitismo nella Preistoria - Convegno

Santa Fiora (Gr) - Palazzo del Comune

Lunedì 29 giugno 2009  (ore 10 - 13.30)

Relatori

Fulvia Lo Schiavo  Emanuela Paribeni  Paola Perazzi  Elena Sorge

Soprintendenza per i Beni archeologici della Toscana

“Nuova interpretazione delle statue-menhir/statue-stele”

Sebastiano Tusa

Soprintendenza del Mare - Regione Siciliana

“Il megalitismo in Sicilia”

Lucia Sarti

Università di Siena - Dipartimento Archeologia e Storia delle arti

“Reflessioni sul megalitismo”

Raffaella Poggiani Keller

Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia

“Santuari megalitici della Lombardia”

Roberto Maggi

Soprintendenza per i Beni archeologici della Liguria

“Lunigiana e Monte Bego. La contraddizione ligure: gli estremi s’incontrano”

Franco Nicolis

Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici del Trentino

Annaluisa Pedrotti

Università di Trento - Dipartimento Filosofia Storia e Beni Culturali

“Statue-stele del Trentino nel contesto alpino”

Luigi Biondo

Soprintendenza per i Beni culturali di Trapani

“La mostra multimediale LE ORME DEI GIGANTI”

 

Intervengono

Renzo Verdi

sindaco di Santa Fiora

Giuseppe Gini  Rossella Giglio

Soprintendenza per i Beni culturali di Trapani

Guido Vannini

Università di Firenze - Cattedra di Archeologia medievale

Coordina il convegno

Piero Pruneti

direttore di Archeologia Viva

 

Lunedì 29 giugno 2009  (ore 15.30-18)

• Visita alla mostra LE ORME DEI GIGANTI (Chiesa di Sant’Agostino)

• Visita alle robbiane della Pieve di Santa Fiora

• Visita alle sorgenti del fiume Fiora

 

Per chi vuole usufruire di un passaggio per Santa Fiora, abbiamo organizzato un pullman che parte da Firenze (piazza Stazione, lato taxi) alle ore 6.50 dello stesso lunedì 29 giugno. Il rientro è previsto sempre a Firenze per le 20.30 dello stesso giorno. Il passaggio in pullman è gratuito, ma occorre prenotare telefonando al numero: 055.5062303

Con la collaborazione di

Archeologia Viva

Parrocchia delle SS. Flora e Lucilla

Università di Firenze - Dipartimento di Scienze dell’Antichità “G. Pasquali” - Cattedra di Paletnologia

Università di Siena - Dipartimento di Archeologia e Storia delle arti - Sezione di Preistoria

Università di Firenze - Dipartimento Studi storici e geografici - Cattedra di Archeologia medievale

Info: 055.5062303

www.archeologiaviva.it

Fonte: "notizia segnalata via mail"

Etichette:

22 giugno 2009

Chianciano (SI). Mostra "Tutte le anime della mummia. La vita oltre la morte ai tempi di Sety I"

20 giugno 2009 - 06 gennaio 2010 

Tutte le anime della mummia Un centinaio di oggetti provenienti dalle maggiori collezioni egiziane d'Italia e la ricostruzione parziale di una delle sepolture faraoniche più grandi della Valle dei Re sono il cuore pulsante della mostra "Tutte le anime della mummia. La vita oltre la morte ai tempi di Sety I", promossa da Museo Civico Archeologico di Chianciano e Museo Civico Archeologico di Bologna in collaborazione con il Museo Egizio di Firenze e i Musei Vaticani grazie al contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali. Lo scopo dell'esposizione, che apre al pubblico dal 20 giugno 2009 al 6 gennaio 2010 presso il Museo Civico Archeologico di Chianciano (Siena), è quello di illustrare il rituale funerario egiziano in età ramesside, mettendo a confronto lo straordinario contesto sepolcrale del faraone Sety I (Nuovo Regno: XIX dinastia, 1290-1279 a.C.), dal quale provengono una quarantina di statuette e un rilievo riuniti per la prima volta a Chianciano, con un ideale corredo funerario di privato della stessa epoca. Oltre al corpo e alla mummia, i raffinati oggetti esposti in mostra raccontano quali "elementi incorporei" costituiscono la persona, e cioè quante sono le "anime" di un egiziano, da proteggere con cura nella tomba perché il defunto abbia una vita eterna dopo la morte.
Due eleganti vasi canopi in terracotta, uno etrusco e uno egiziano, ideali "case dell'anima", introducono alla prima sezione espositiva, dedicata a ciò che gli Egiziani valutano indispensabile alla vita oltre la morte. Ogni egiziano deve garantire immortalità agli "elementi" che lo costituiscono: corpo, cuore, ombra, nome, Ka, Ba e Akh. La mostra dedica a ognuno di questi "elementi" una sottosezione, ricca degli oggetti del corredo funerario che hanno la funzione magica di proteggerli. Il primo tema trattato è la conservazione del corpo (khat) del defunto attraverso la mummificazione che illustrano bene una mummia donata a Bologna da Papa Lambertini, Benedetto XIV, il sarcofago della defunta Nebtaui e quattro vasi canopi con coperchi che raffigurano le teste dei figli di Horo, la testa umana di Amset, la testa di cinocefalo di Hapi, la testa di canide di Duamutef e la testa di falco. L'elemento centrale dell'individuo, sia da un punto di vista fisico che emotivo, è il cuore (ib). Sede dell'intelletto, della memoria e della sfera morale, il cuore è lasciato nel torace del defunto durante l'imbalsamazione e protetto da formule del Libro dei Morti, da amuleti, da scarabei, da pettorali, numerosi in mostra. L'ombra (shut), che gli Egiziani considerano il doppio immateriale di ogni forma e raffigurano di rado, è il collegamento ideale tra il corpoe gli elementi incorporei dell'individuo.
Il primo di questi, il nome (ren), nasce con la persona e l'accompagna oltre la morte. La trasmissione del nome, inciso o dipinto alle pareti della tomba, su sarcofago, vasi canopi, statua e statuette ushabti e molti degli oggetti del corredo funerario in mostra, è condizione fondamentale per manifestare la sopravvivenza eterna del defunto, distinguendolo da chiunque altro. Il Ba è l'elemento spirituale che corrispondente alla "personalità" dell'individuo. Ha forma di uccello a testa umana, dotato talvolta di mani e di braccia. Pur essendo un'entità spirituale, il Ba mangia, beve, parla e si muove come è ben raffigurato sulla Stele della suonatrice di Amon Takhae di Firenze in mostra. La sua possibilità di librarsi in volo, spostandosi liberamente tra il mondo dell'oltretomba e dei vivi, soddisfa il desiderio di ogni morto di ritornare alla luce del giorno. Il Ka, la forza vitale, il doppio dell'individuo, che il dio vasaio Khnum modella sul suo tornio assieme al corpo, ha bisogno di "ogni cosa pura, bella e viva", così come della mummia e della statua da abitare dopo la morte. La stragrande maggioranza degli oggetti inseriti nel corredo funerario sono destinati al Ka e, tra quelli in mostra, la statua dei coniugi Merimaat e Nefertari, cibi e bevande nei propri contenitori, elementi d'arredo o di uso domestico come il poggiatesta, abiti, monili e altro ancora. L'Akh, raffigurato tramite il geroglifico dell'ibis crestato e qui visibile su un amuleto del cuore, indica uno stato di esistenza spirituale, che l'individuo può raggiungere dopo la morte. Il defunto si trasfigura in Akh solo dopo avere ricevuto i rituali e le offerte funerarie adeguati oltre ad avere superato con successo tutte le prove e i pericoli del viaggio nell'aldilà. Svolgono un ruolo imprescindibile ai fini di questa trasfigurazione i testi funerari, che gli Egiziani definiscono sakhu, vale a dire "ciò che rende (una persona) akh". Se il defunto non raggiunge lo stato di Akh a causa di una pessima condotta di vita terrena, lo attende una seconda e definitiva morte, preceduta da atroci pene e sofferenze. La prima sezione espositiva si chiude quindi con uno di questi testi funerari, il Libro dei Morti, che nasce durante il Nuovo Regno e rimane in uso fino all'Epoca Romana. Le sue formule magiche, dettate secondo gli Egiziani dal dio della scienza e della scrittura Thot, devono proteggere il defunto da ogni tipo di pericolo. Alcuni oggetti esposti riportano i capitoli più noti del Libro dei Morti: il 30B inciso sullo scarabeo del cuore, il 6 iscritto sul corpo delle statuette ushabti, il capitolo 125 dedicato alla Psicostasia o pesatura del cuore/anima, dipinto su un papiro di Firenze.
Il viaggio nella seconda sezione della mostra si svolge all'interno della tomba del faraone Sety I (King Valley 17). La cosiddetta Tomba Belzoni, dal nome del suo scopritore, deve la sua notorietà alle dimensioni eccezionali, alla pianta articolata, alla raffinata tecnica di esecuzione e alla innovativa scelta tematica delle scene scolpite a basso-rilievo e dipinte con grande ricchezza di colori su quasi tutte le sue pareti interne. Quando il padovano Giovanni Battista Belzoni vi entra nell'ottobre del 1817, capisce subito l'importanza della scoperta e, assieme al medico toscano Alessandro Ricci, decide di riprodurre le raffigurazioni parietali tramite disegni, acquerelli e calchi in cera. Questi disegni, ora conservati presso il City Museum and Art Gallery di Bristol, sono serviti per ricostruire in mostra i due ambienti più importanti della sepoltura, la camera a pilastri e l'adiacente stanza del sarcofago, che ospitano numerosi oggetti rinvenuti da Belzoni -quarantatre statuette funerarie in faïence, legno e pietra, conservate abitualmente a Bologna, Firenze e Città del Vaticano- e alcuni altri reperti recuperati in anni successivi sempre nella tomba o negli immediati dintorni -il rilievo con la dea Maat e il grande ostrakon con il ritratto di Sety I di Firenze-. La ricostruzione di queste due camere, che conclude l'itinerario espositivo, offre l'opportunità di rivivere le atmosfere ottocentesche della scoperta della tomba Belzoni, di vedere riunita una parte del suo corredo funerario con l'aggiunta di una statuetta raffigurante di Sety I e di quattro scarabei a suo nome e di immaginare gli interni di una sepoltura straordinaria chiusa ormai da tempo al grande pubblico.

La mostra, a cura di Daniela Picchi, si arricchisce di alcuni eventi collaterali destinati a pubblici differenziati per età e interessi.
A partire dal 4 luglio, sempre a Chianciano, si terrà un ciclo di conferenze divulgative con noti esperti di settore. Il primo appuntamento è con lo scenografo Mauro Tinti che interverrà su "Giovan Battista Belzoni. Un Indiana Jones alla riscoperta della tomba di Sety I". Domenica 19 luglio sarà Daniela Picchi, Conservatore della Collezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna e curatrice della mostra, ad intervenire su "Sety I e dintorni. La collezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna". Sabato 1 agosto avrà luogo l'incontro con Maria Cristina Guidotti, Direttrice Museo Egizio di Firenze con una relazione dal titolo "Dalla Valle dei Re al Museo Egizio di Firenze: storie di viaggiatori, studiosi e archeologi". Domenica 22 agosto sarà Daniela Picchi, Conservatore della Collezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna e curatrice della mostra ad introdurci al tema "Ogni cosa buona, pura e ... cibi e delizie sulle sponde del Nilo", a cui seguirà un buffet a base di birra e pietanze alla maniera egiziana a cura di Claudio Cavallotti, esperto della cucina antica. Sabato 5 settembre Francesco Tiradritti, Direttore della missione di scavo Harwa interverrà su "Tutti i colori di Tebe Ovest. Pittura e pittori al tempo dei faraoni conquistatori", mentre sabato 3 ottobre sarà Alessia Amenta, Responsabile del Reparto di Antichità Orientali dei Musei Vaticani a illustrare "L'Egitto alla corte dei papi: nascita della collezione vaticana". Si conclude con sabato 17 ottobre, il giornalista e scrittore Marco Zatterin interverrà sul tema "Il gigante del Nilo: Giovanni Battista Belzoni".

Per i bambini è indetto un concorso a premi dal titolo "Tutte le anime della Mummia. La vita oltre la morte ai tempi dei faraoni" che prevede la premiazione del disegno o del modellino più creativo ispirato al rituale funerario antico egiziano con un week-end soggiorno a Bologna per la famiglia e visita alla collezione egiziana del Museo Civico Archeologico in compagnia della curatrice mostra.

Un convegno scientifico dal titolo "L'egitto in Età Ramesside", che si terrà a Chianciano nel prossimo dicembre, prevede la partecipazione dei principali studiosi italiani di Egittologia.

 

Fonte: "Archaeogate"

Etichette:

19 giugno 2009

Roma. Archeologia d'estate: appuntamenti al Foro, Palatino, Colosseo e Museo Nazionale Romano

Foro Romano La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma avvia dal 19 giugno un progetto di aperture straordinarie e visite singolari per l’estate 2009. Il programma di Archeologia d’estate prevede l’apertura nel Foro Romano e sul Palatino di siti da lungo tempo chiusi al pubblico a cui si aggiungono visite guidate notturne della mostra Divus Vespasianus nella splendida cornice del Colosseo, oltre a spettacoli serali con ingresso gratuito nelle quattro sedi del Museo Nazionale Romano: Terme di Diocleziano, Palazzo Massimo, Crypta Balbi, Palazzo Altemps. La stagione estiva si chiuderà il 30 settembre, con una sospensione durante il mese di agosto.
L’obiettivo della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma è quello di invitare innanzi tutto i cittadini romani a riscoprire luoghi dimenticati, eppure quotidianamente sotto gli occhi di tutti, e poi accompagnare i visitatori provenienti da tutto il mondo a vedere l’archeologia sotto una luce diversa. Una notte al Colosseo, illuminato da una mongolfiera che brilla sull’arena come la luna piena, i cortili di Palazzo Altemps e di Palazzo Massimo che risuonano delle note di Vivaldi eseguite dall’affermata orchestra de “I Musici” e dei suoni del tango argentino, dei madrigali, dei versi della poesia latina sono solo alcuni degli appuntamenti ai quali si abbina la visita delle antiche collezioni d’arte romana conservate nelle sale dei musei. Alle Terme di Diocleziano i materiali protostorici e le epigrafi non resteranno un linguaggio muto perché, accompagnati dalle direttrici del museo, la lettura delle parole incise su frontoni, stele, are e sarcofagi non avrà più segreti e sembrerà quasi un gioco da ragazzi scioglierne il mistero. Anzi, il visitatore è invitato a scegliere l’opera di cui vuol conoscere e approfondire la storia, creando uno scambio interattivo con chi dirige il museo che potrà coglierne suggerimenti e curiosità. Da qui il titolo di questi incontri: Il museo che vorrei. Scelgo e scopro. Alla Crypta Balbi, poi, ci si stupirà di non trovarsi in un museo come gli altri, perché al suo interno nasconde lo scavo di un intero quartiere tardo romano che visse la trasformazione della capitale dell’Impero Romano in una città stremata dalle invasioni barbariche, ma pronta ad affrontare i primi decenni del Medioevo.
Il Foro Romano e il Palatino apriranno alternativamente luoghi da tempo inaccessibili come la Casa dei Grifi, la Casa di Livia, l’Aula Isiaca nella Loggia Mattei rivelando magnifici affreschi, e ancora l’Oratorio dei Quaranta Martiri e il Tempio di Romolo appena restaurati.
Questa iniziativa è resa possibile dalla disponibilità dei dipendenti della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma che per primi in Italia, e seguendo una circolare ministeriale, hanno deciso di impegnarsi ciascuno in prima persona e indipendentemente dalla qualifica, riversando le risorse derivanti dal Fondo Unico di Amministrazione in un progetto di pubblica fruizione.
Electa e Pierreci, concessionari dei servizi della soprintendenza, partecipano al programma Archeologia d’estate sponsorizzando gli spettacoli serali del Museo Nazionale Romano curati dalla soprintendenza.
Archeologia d’estate consentirà inoltre alla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma di continuare la raccolta di fondi a favore della ricostruzione dei beni archeologici e artistici della città dell’Aquila danneggiati dal terremoto dello scorso aprile, contando sulle libere offerte dei visitatori.
La musica, l’archeologia e la generosità di tutti hanno consentito di realizzare un programma variegato che ha unito, con entusiasmo, affermati professionisti e validi dilettanti in un unico intento, quello di festeggiare il museo e l’arte antica.

- Calendario della manifestazione (documento in formato doc, peso 43Kb);

- Siti aperti al Foro e al Palatino (documento in formato doc, peso 24Kb).

Informazioni Evento

Data Inizio:19 giugno 2009
Data Fine: 30 settembre 2009
Luogo: Roma
Sito Web: http://archeoroma.beniculturali.it



Fonte: "MiBac - Ministero per i Beni e le Attività Culturali"

Etichette:

17 giugno 2009

Paestum (Na). Conferenza del prof. David L. Thurmond "Tecnologie della conservazione dei cibi nell'antica Roma"

18 giugno 2009 

Giovedì 18 Giugno 2009 alle ore 17:00, nel Museo Archeologico Nazionale di Paestum, il Prof. David L. Thurmond (University of North Carolina) terrà una conferenza dal titolo "Elogio della fermentazione: tecniche della conservazione dei cibi nell'antica Roma".
La conferenza è patrocinata dalla Provincia di Salerno, dal Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università di Salerno, dal Centro di Promozione Culturale per il Cilento, dal Museo Archeologico Nazionale di Paestum, dalla Fondazione Paestum, dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, dalla Fondazione Giambattista Vico – Vatolla, dal Mensile "Cronache Cilentane", dagli "Incontri Mediterranei" di Pioppi per la diffusione della Dieta Mediterranea.
Interverranno la Dott.ssa Marina Cipriani (Direttore del Museo di Paestum), il Dott. Fausto Longo (Università di Salerno - Fondazione Paestum); il Prof. Mario Mello (Università di Salerno); il Dott. Fernando La Greca (Università di Salerno); il Dott. Luigi Crispino (Provincia di Salerno - "Incontri Mediterranei" di Pioppi per la diffusione della Dieta Mediterranea); la Dott.ssa Elisa Lanza (Institute of Classical Archaeology, University of Texas). Seguirà un dibattito, coordinato dalla Dott.ssa Elisa Lanza.
Il Prof. Thurmond è autore di un volume di rilevanza internazionale, dal titolo "A Handbook of Food Processing in Classical Rome. For Her Bounty no Winter", edito da Brill (Leiden - Boston, 2006), dal significativo sottotitolo: grazie alle loro ottime e "scientifiche" tecniche di conservazione degli alimenti, i Romani non conoscevano l'inverno, ovvero per secoli non ci fu mai carenza di cibo per le numerose città dell'impero e per un enorme esercito dislocato lungo le frontiere.
Queste stesse tecnologie fanno ancora oggi parte della nostra cultura tradizionale, e sono in grado di produrre cibi non solo deliziosi e salutari, ma anche di altissima qualità. La conferenza, e le ricerche del Prof. Thurmond, si rivelano quindi di grande interesse interdisciplinare non solo per gli studi di antichità, ma per quanti oggi si occupano di scienze della salute e dell'alimentazione, di "slow food", di "dieta mediterranea", e di un modello di sviluppo economico del territorio che punti sulla cultura, sulla tradizione e sulla qualità.

Informazioni

Dott. Fernando La Greca
Dipartimento di Scienze dell'Antichità
Università degli Studi di Salerno
Via Ponte don Melillo
84084 Fisciano (SA)
flagreca@unisa.it
http://www.dsa.unisa.it/Organigramma/fernando_la_greca.php

 

Fonte: "Archaeogate"

Etichette:

16 giugno 2009

Santa Fiora (Gr). Mostra multimediale "Le orme dei giganti"

È in corso a Santa Fiora (Gr) una mostra multimediale sui grandi monumenti megalitici europei: fino al 30 giugno negli spazi espositivi della Chiesa di Sant’Agostino.

Si chiama megalitismo (dal greco megas, ‘grande’, e lithos, ‘pietra’) ed è la più antica sperimentazione dell’arditezza umana nella celebrazione dei propri miti e paure. In Europa il fenomeno si diffuse e sviluppò in varie forme fra il Neolitico e l’età del Bronzo. Si rimane incantati dagli allineamenti di centinaia di menhir a Carnac, dai circoli di Stonhenge e delle Orcadi, dall’imponenza dei menhir bretoni o dai dolmen armoricani, sardi e corsi. Altrettanto impressionanti sono stati per l’uomo del passato, come per noi oggi, i templi megalitici maltesi, i nuraghe della Sardegna, le torri della Corsica e i sesi di Pantelleria. Architetture gigantesche che ci lasciano dubbiosi sia riguardo alle tecniche di costruzione che alla loro funzione effettiva. Monumenti sui quali, soprattutto nell’Europa centro settentrionale e nelle isole britanniche, si sono costruiti i miti e leggende. Elevare un menhir verso il cielo significava apporre al territorio un segno umano. Giustapporre una grande lastra orizzontale su due verticali (dolmen) significava opporre alla morte l’immortalità creando un sepolcro che doveva perpetuare il ricordo dell’eroe o del capo. Porre tante pietre allineate o in circolo era il tentativo di consacrare un luogo delimitandolo e orientandolo verso i lontani capolinea celesti da cui si credeva provenisse l’energia vitale. Non vi può essere una spiegazione univoca per comprendere siffatti monumenti della preistoria; certamente per i nostri antichi antenati europei fu il modo primordiale per manifestare la supremazia dell’uomo sulla natura, il veicolo attraverso cui esprimere miti e credenze. Indubbiamente formale è il ricorso al megalitismo per i sesi di Pantelleria, veri e propri tumuli megalitici, solo per la forma esterna riconducibili lontanamente ai nuraghe sardi, alle torri corse e alle navetas baleariche. Qui non si trattava di seguire una moda, bensì di sfruttare una tecnica per realizzare, laddove era impossibile intagliare facilmente la roccia come nei basalti di Pantelleria, le grotticelle artificiali che costituivano la costumanza funeraria tradizionalmente patrimonio dei portatori della cultura sesiota di origine siciliana.

Tutto questo è ora spiegato in una spettacolare mostra multimediale, LE ORME DEI GIGANTI, aperta a Santa Fiora (Gr) negli spazi espositivi della chiesa di Sant’Agostino fino al 30 giugno (orario 10-12 e 17-20). I principali monumenti megalitici europei vengo presentati in forma didattica con effetti speciali che fanno rivivere le imponenti strutture preistoriche in uno straordinario viaggio nel tempo. La mostra è stata realizzata dalla Soprintendenza per i Beni culturali di Trapani, per la cura di del professor Sebastiano Tusa e dell’architetto Luigi Biondo, in collaborazione con la rivista Archeologia Viva e il Comune di Santa Fiora sull’Amiata.

Info: 0564.979603

Fonte: "notizia segnalata via mail"

Etichette:

15 giugno 2009

Laboratori di Archeologia Sperimentale per il periodo estivo

Gli argomenti trattati saranno:
la lavorazione della selce, il fuoco, il lancio con il propulsore, realizzazione di pitture paleolitiche, strumenti musicali, ecc...

Centro Visitatori del "PARCO DELL'ORECCHIELLA" (Lu)
Per i gruppi la prenotazione è obbligatoria e va fatta ai recapiti sotto.
Mese di giugno: 20-21 e 27-28;
Mese di luglio: 4-5, 18-19, 25-26

Sabato 11 luglio, Parco Regionale Monte Barro (lc)
1 agosto "Archeopark" Boario Terme (bs)
2 agosto Gara del lancio con il propulsore, "Archeopark" Boario Terme (bs)

Laboratorio di Archeologia Sperimentale a cura di Alfio e Ilaria Tomaselli
www.archeologiasperimentale.it
alfio@archeologiasperimentale.it
www.youtube.it/musteriano
Skype "musteriano"
cell. 340-5488956 oppure 0573-545284 dopo le ore 20.30

 

Fonte: "notizia segnalata via mail"

Etichette:

12 giugno 2009

Grosseto. Mostra "Signori di Maremma. Elites etrusche fra Populonia e il Vulcente"

COMUNICATO STAMPA

Populonia -Tomba dei Flabelli elmo Dopo le mostre Teatralità nel Barocco Fiorentino nel 2007 e La Bella Maniera in Toscana nel 2008, prosegue l’attività espositiva del Comune di Grosseto che quest’anno, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, presenta un importante evento sulla civiltà etrusca: SIGNORI DI MAREMMA - élites etrusche fra Populonia e il Vulcente, al Museo Archeologico e d’Arte della Maremma, dal 14 giugno al 31 ottobre 2009.

All’esposizione SIGNORI DI MAREMMA - élites etrusche fra Populonia e il Vulcente si affiancheranno gli ITINERARI ARCHEOLOGICI che, mettendo in relazione la mostra con il territorio, daranno la possibilità di visitare le aree da cui provengono i reperti e approfondirne il tema. Promossa dal Comune di Grosseto con il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Regione Toscana, la mostra è curata da Carlotta Cianferoni, vice Soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana e Simona Rafanelli, direttore del Museo Civico Archeologico I. Falchi di Vetulonia, con i contributi di importanti studiosi tra cui Giovannangelo Camporeale.Vetulonia, tomba del Duce, urna cineraria in argento decorata a sbalzo con animali reali e fantas

L’esposizione presenta oltre duecento reperti provenienti dai siti archeologici della Maremma, conservati per la maggior parte nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, inediti o raramente visti in pubblico. Pezzi unici di straordinaria importanza e bellezza che narrano la vita e la morte dei Signori di Maremma ovvero i Principi Etruschi, durante il periodo di massimo splendore di questa civiltà, detto “Orientalizzante”, compreso tra il VII e il VI sec. a C.. In Etruria, durante questo arco di tempo, emergono delle aristocrazie locali, i cui capi, detti Principes, detengono il controllo del territorio e delle risorse. Sono proprietari terrieri, capi militari e politici, forse anche religiosi. Hanno accumulato enormi ricchezze con il commercio dei metalli e dei minerali, di cui la Costa e l’Isola D’Elba abbondano, ricevendo in contropartita raffinati prodotti artigianali delle civiltà del Mediterraneo e del vicino Oriente: veri e propri tesori, simboli di potere e di prestigio in vita come in morte.

I materiali in mostra provengono da cinque aree della Maremma: Populonia, Vetulonia, Marsiliana d’Albegna, PoggioBuco-Pitigliano e Roselle. Se Populonia e Vetulonia rappresentano lo stile di vita dei “signori di città”, ovvero di un’aristocrazia definibile “urbana”, al suo opposto stanno i “signori di campagna” di Marsiliana d’Albegna e Poggio Buco-Pitigliano, colonie di una delle più grandi città dell’Etruria Meridionale, Vulci.

La mostra si apre con i materiali provenienti da Populonia - le cui fortune sono legate al commercio del ferro- con lo straordinario corredo della TOMBA DEI FLABELLI, eccezionalmente qui riunito. Apre l’esposizione la coppia di ventagli (flabelli) in bronzo decorati a sbalzo, da cui la tomba prende il nome, presentati per la prima volta insieme, dopo il restauro di uno dei due. La scena al centro di uno dei flabelli, con due figure che sembrano scambiarsi una corona, è molto significativa perché la gran parte dei manufatti esotici, ritrovati nelle tombe principesche, furono probabilmente dei doni fra capi di eguale rango. Eccezionali anche le due armature in bronzo, con elmi e schinieri, che restituiscono quella che doveva essere l’immagine pubblica dei principi-guerrieri. Nella tomba, utilizzata per quasi un secolo, sono stati ritrovati quattro elmi corrispondenti alle quattro generazioni qui sepolte, di cui uno importato da Corinto e gli altri realizzati a Populonia. Il rango delle donne è rappresentato dagli oggetti di ornamento personale e da toeletta con pezzi unici come i grandi portaprofumi in alabastro. E’, infatti, una novità del periodo orientalizzante, l’importazione dalla Grecia di oli profumati e creme cosmetiche in contenitori di raffinata fattura. Infine un prezioso servito di bronzo per il banchetto e il simposio con alari per il fuoco; calderoni per cuocere la carne e il pesce o per portare l’acqua vicino alla tavola e mescolarla al vino; stupendi coltelli per tagliare la carne o sgozzare gli animali; una grattugia per il formaggio; delle brocche (oinochoai) dalla forma elegantissima per versarlo; ma anche molti pezzi importati dalla Grecia, tra cui una coppa di Rodi con motivi a uccelli.

Per Vetulonia in mostra il corredo della TOMBA DEL DUCE - dove duce sta per dux, in latino condottiero -l’unico principe etrusco di età orientalizzante di cui si conosca il nome, RACHU KAKANAS, iscritto in un frammento di coppa d’argento scoperto durante il restauro. Proviene da questa tomba uno dei pezzi più straordinari esposti in mostra, la cosiddetta arca d’argento, un’urna cineraria rivestita di lamina d’argento, decorata a sbalzo e a incisione, con figure di animali reali e fantastici. L’arca fu probabilmente realizzata da orafi siriani trasferitisi a Cerveteri. Sempre da Cerveteri, secondo lo studioso Camporeale, proveniva il principe Rachu Kakanas, come sembrerebbero confermare numerosi oggetti ceretani ritrovati nella tomba.

Anche questo corredo funebre, come quello del tumulo dei Flabelli, comprende manufatti di botteghe locali o importati, sia per l’ornamento personale (fibule in oro ed argento per mantelli, bracciali, lamine per decorare le tuniche) che per il banchetto (brocche in argento di Cipro o della Siria, tripodi (bacili) per l’acqua con gambe ornate a occhiello, prodotti a Vetulonia ed esportati in tutto il Mediterraneo).

Alla foce del fiume Albegna, fiorì nel VII sec. a C. il centro di Marsiliana, di cui viene presentata in mostra una scelta di oreficerie e oggetti in avorio provenienti dalle tombe a circolo, recuperati nei terreni del principe Corsini agli inizi del Novecento. In mostra, tra gli altri, la bellissima fibula Corsini in argento fuso, oro laminato e polvere d’oro con decorazione a paperelle ed elementi a sfera; il pettine in avorio con animali fantastici e la famosa tavoletta scrittoria, con il più antico alfabeto etrusco, entrambi provenienti dalla tomba a circolo degli Avori. Sempre in questa sezione è esposta la piccola e misteriosa dea in avorio, ricoperta di foglia d’oro, raffigurante una figura femminile nuda e dalla lunga treccia, che con una mano si stringe il seno e con l’altra ne raccoglie il latte, probabilmente legata a riti di fertilità.

Le tombe principesche di PoggioBuco e Pitigliano ci hanno restituito corredi per lo più in ceramica - un materiale più povero rispetto a quelli metallici delle tombe della costa - e di produzione locale. Vasellame per il banchetto, anche di notevoli dimensioni, come il bellissimo kantharos (coppa per bere) con ansa annodate. Molti di questi servizi ceramici si distinguono più per la singolarità delle forme e delle decorazioni che per il materiale, come nel caso del kyathos (attingitoio per vino) con ansa a figura umana – una delle più antiche rappresentazioni dell’uomo nella nostra cultura classica – o del coperchio di dolio con due figure umane a cavallo nei gesti del cordoglio. Un oggetto dal forte valore simbolico che evoca la vittoria della vita sulla morte, ma anche il potere dei principi che furono in primis proprietari terrieri.

Infine Roselle, che rappresenta la sfera sacra, con alcuni oggetti provenienti dalla cosiddetta CASA DEL RECINTO, ritrovata al di sotto del Foro Augusteo. Per gli studiosi si tratta di un santuario, dove sono state rinvenute importanti iscrizioni di dono e di dedica alle divinità, testimonianze del rapporto fra i principi e gli dèi. Tra gli oggetti in mostra: il frammento di bocca di dolio, con una delle i più importanti iscrizioni mai ritrovate in Etruria, in cui l’oggetto parla in prima persona e dice: “Io sono stato donato da Venel Rapales a Laivena” (mini muluvanite venel rapales laivena).


* Le immagini sono di proprietà della © Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana


INFORMAZIONI

Inaugurazione: 13 giugno 2009, inaugurazione ore 18.00

Sede: Museo Archeologico e d’Arte della Maremma

Date: 14 giugno – 31 ottobre 2009

Orari: GIUGNO - OTTOBRE

da Martedì alla Domenica 10/13.00 – 17.00 /20.00; lunedì giorno di chiusura

Ingresso mostra e museo: 5 euro intero - 2,50 ridotto

Info e Prenotazioni: tel. 0564-488.750

Link: www.comune.grosseto.it


Fonte: "Ambra Nepi Comunicazione - Firenze"

Etichette:

10 giugno 2009

Antico/Presente XI 2009 - Festival del mondo antico - Rimini e territorio - dal 18 al 21 giugno 2009

18 giugno 2009 - 21 giugno 2009 

Antico/Presente, la rassegna che dal 2005 si è trasformata in Festival del Mondo Antico, giunto alla sua undicesima edizione, tornerà a Rimini e località limitrofe dal 18 al 21 giugno, offrendo al pubblico nuove e più ricche opportunità di riscoprire Rimini antica e il suo territorio, ma anche di trovare occasioni di incontro ed approfondimento.
Si tratta, ancora una volta, di un viaggio nel mondo dei Greci e dei Romani, nel vicino e lontano Oriente, alle origini dei riti e dei miti del tempo presente, in compagnia di protagonisti della cultura contemporanea.
Le quattro giornate del festival riguarderanno i temi più diversi, modalità comunicative molto articolate, pubblici differenti, compresi i più piccoli: temi letterari, filosofici, storici, archeologici, antropologici, religiosi, giuridici, economici, scientifici saranno trattati in presentazioni di novità editoriali, commenti magistrali, happening poetico musicali, giochi, laboratori, ricostruzioni, rapporti, seminari, proiezioni cinematografiche, iniziative gastronomiche, etc.
Anche per l'edizione 2009 si preparano, oltre ai consueti, nuovi o rinnovati scenari, anche in relazione a collaborazioni suscitate dal Festival: a Rimini oltre al Museo, alla Domus del chirurgo, all'Anfiteatro romano, alla Piazza, alla Biblioteca, al Museo degli Sguardi, si aggiungerà quest'anno la nuova Darsena dove, grazie alla collaborazione con il Museo del mare di Cesenatico, arriveranno e saranno ormeggiate alcune imbarcazioni tradizionali, gli antichi trabaccoli, che saranno teatro di esperienze, ricostruzioni e ricognizioni (anche dal vivo) dei modi arcaici della navigazione curati dall'archeologo navale Stefano Medas in collaborazione con Rossana Valenti dell'Università di Napoli.
Scenari interessanti saranno poi Verucchio, con il suo splendido museo e la sua necropoli etrusco villanoviana e poi Santarcangelo, Cattolica, con i loro musei e forse anche altre località interessate, come Cesenatico e il suo Museo galleggiante.
Il festival si aprirà, come nelle edizioni trascorse, con una giornata di studi: il tema sarà La guerra degli antichi (e dei moderni) per la cura di Giovanni Brizzi e con la partecipazione di autorevoli studiosi, italiani e stranieri, come Yann Le Bohec, Mario Gallina, Water Barberis, Giorgio Rochat e con la partecipazione di Sergio Valzania, direttore dei programmi radiofonici di Radio 2 e Radio 3, nonché esperto di storia militare.
Un posto di rilievo sarà occupato come al solito da commenti, presentazioni editoriali, introduzioni a testi, letterari, filosofici, o anche cinematografici, con interventi di Alberto Angela, Edoardo Boncinelli, Maurizio Bettini, Luciano Canfora, Massimo Cacciari, Gabriella Caramore, Ivano Dionigi, Luigi Magni, Laurent Pernot, Giuseppe Pucci, Silvia Ronchey, Tzvetan Todorov, Paul Zanker, etc.
Dialoghi a più voci riguarderanno temi per così dire invariabili, che registrano di recente l'uscita di nuovi libri: ad es. su Edipo convergeranno i punti di vista di Guido Avezzù, Federico Condello, Giulio Guidorizzi, Guido Padano, Andrea Rodighiero
Tra i momenti notevoli è prevista la simulazione di un altro processo penale romano, sulla scia di quelli tanto apprezzati dal pubblico nelle precedenti edizioni, sempre ideati da Giuseppe Giliberti e Gianluca Sposito della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Urbino: Il caso della Venere di Urbino è il titolo di questo processo che riguarda il caso di un furto, con omicidio, di un'opera d'arte che si concluderà con una discussione alla quale parteciperanno personalità di rilievo nel campo della tutela del patrimonio storico artistico.
Lo spazio teatrale vedrà una originale riproposizione dell'Asino d'oro di Apuleio, messo in scena da Francesco Lagi e Francesco Colella e la prima di un nuovo spettacolo curato da Luigi Spina con il gruppo Kalogacathoi, Sottoterra, dialoghi ispirati all'Antologia di Spoon river e alle iscrizioni funerarie greche e latine rappresentato all'interno del grande scavo musealizzato della Domus del chirurgo di Rimini. Ci saranno anche gli interventi di "animazione poetica" messi in atto nell'ambito del progetto europeo Multipoetry ed altre forme di suggestione spettacolare.
Il festival sarà anche il luogo in cui si daranno appuntamento i rappresentanti delle istituzioni museali europee coinvolte, come quelle di Rimini, in programmi che hanno per oggetto l'arte, la cultura, il dialogo interculturale come Euromuse e Map for Id (Museums for intercultural dialogue).
Moltissime, poi, le presentazioni di novità editoriali: un appuntamento, questo, che ormai si configura come una vera e propria occasione di aggiornamento, di incontro e di scambio culturale tra studiosi e un vasto pubblico che trova in quella riminese una delle rare occasioni per soddisfare i propri interessi intellettuali.
Accanto alla cultura "immateriale" il festival propone anche molti itinerari di visita a monumenti e siti di interesse archeologico, come ad es.la possibilità di visitare il Ponte di Tiberio passandovi sotto a bordo di piccole imbarcazioni; per i buongustai, poi, ricette romane in diverse trattorie e, soprattutto, l'apertura della nuova taverna, lo spazio di ristoro enogastronomico del Meso della Città.
Non mancheranno inoltre, rinnovate nei contenuti, le rubriche che hanno fin qui contraddistinto la manifestazione: "Biblia", ossia le letture bibliche realizzate in collaborazione con l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini, che quest'anno avranno come tema il Qoelet, "Archeologi in missione", una scelta di esperienze di scavo in siti lontani (in Africa settentrionale, nel vicino Oriente) presentate dall'archeologo Mario Luni, cui si aggiungerà la testimonianza di Giuseppe Orefici, reduce dalle ultime scoperte in Perù.
Ritornano le lezioni sulla vita quotidiana dei Romani tenute da Maria Grazia Maioli, il mini corso letterario di Marinella De Luca (quest'anno dedicato ad Aristofane e alla comicità dei Greci), cui si aggiungerà il seminario di Patrizia Paradisi sull'onomastica dei Latini, la rassegna di rarità e curiosità cinematografiche con la partecipazione di Giuseppe Pucci e Roberto Maria Danese, le visite alla "Domus del chirurgo" condotte da Jacopo Ortalli, il responsabile scientifico di questo scavo musealizzato ormai noto internazionalmente.
Una parte significativa sarà assegnata, come è nella tradizione, alle iniziative per bambini e ragazzi, come "la paletta dell'archeologo", il "banchetto dei Romani", i vari giochi all'aperto e anche da tavolo con le nuove "carte mitologiche" ideate da Donatella Puliga.
L'iniziativa è organizzata dalla Biblioteca, dai Musei comunali e dalla Istituzione "Musica Teatro Eventi" del Comune di Rimini in collaborazione con la Provincia di Rimini e con i Licei di Rimini.
È previsto, come negli anni passati, l'alto patronato del Presidente della Repubblica, del Ministero per i beni e le attività culturali, della Regione Emilia-Romagna, del Polo scientifico-didattico dell'Università degli Studi di Bologna.
Sono partner l'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, i Musei di Cattolica, Cesenatico, Verucchio, Santarcangelo di Romagna.
Contribuiscono la Camera di Commercio della provincia di Rimini, la CNA Rimini, la Lega coop.

 

Link: http://antico.comune.rimini.it/

Etichette:

08 giugno 2009

Torino. Torino quadrata - La città romana e medievale da Augusta Taurinorum a Taurinus

fino al 20 giugno 2009

Sabato 23 maggio alle ore 15,30 i volontari del Gruppo Archeologico Torinese (GAT) hanno presentato alla Biblioteca Civica Villa Amoretti di Corso Orbassano 200, Torino (Parco Rignon) la mostra “TORINO QUADRATA”.
Si tratta di un itinerario virtuale, ricco di documentazione iconografica e documentaria, attraverso le vie del "quadrilatero", alla ricerca delle numerose e spesso sconosciute tracce della Torino romana e medievale.
Grazie a pannelli di grande formato, il visitatore potrà trovare non solo informazioni e curiosità sui monumenti più celebri – come la Porta Palatina, la chiesa di San Domenico o il Castello di Palazzo Madama – ma anche scoprire luoghi e reperti “minori”, quali la Casa del Senato, la Casa del Pingone, gli scavi archeologici sotto il Duomo, i resti di mura e torri romane, case e finestre medievali, sotto gli occhi di tutti sebbene il più delle volte passino inosservati.
Foto e didascalie appositamente realizzate sveleranno ad adulti e ragazzi una Torino insolita e affascinante, sempre più fragile e a rischio di scomparire, ma qualche volta, per fortuna, mirabilmente recuperata.
Nel corso dell’inaugurazione sarà presentata e distribuita la nuova Guida Archeologica di Torino, due volumi (cm 16x23) che consentiranno al lettore di prendere confidenza con il passato più antico della città e con i misteri che ancora lo avvolgono, e potranno accompagnarlo in una vera e propria visita autoguidata.
L’iniziativa è realizzata con il contributo della Provincia di Torino e della Fondazione CRT.

Info:
fino al 20 giugno 2009 con i seguenti orari:
lunedì 15.00-19.55; dal martedì al venerdì 8.15-19.55; sabato 10.30-18.00
Ingresso gratuito

Gruppo Archeologico Torinese  - Via Bazzi 2 – 10152 Torino
Tel. 011.4366333 (il venerdì dalle 18 alle 21)
e-mail: segreteria@archeogat.itdirezione@archeogat.it

Biblioteca Civica Villa Amoretti - Corso Orbassano, 200 - 10137 Torino  - Tel. 011.4438604/5 - fax 011.4438619

segreteria@archeogat.it

Etichette:

Ustica. Lezioni di Archeologia e Scienze Subacquee

Ustica 2009 USTICA 2009
LEZIONI DI ARCHEOLOGIA E SCIENZE SUBACQUEE
Punta Spalmatore 22 - 31 agosto 2009

XVIII Edizione

CORSO A1
ACQUISIZIONE BREVETTO SUB 1°
Docente: Gianfranco Purpura (Università di Palermo)
Lezioni teoriche: v. Programma corso B
Attività pratiche: Corso per l’acquisizione del brevetto subacqueo di 1° grado (Open water diver - Nase).
----------------------------
CORSO A2
ACQUISIZIONE BREVETTO SUB 2°

Docente: Gianfranco Purpura
Lezioni teoriche: v. Programma corso B
Attività in mare: Corso per l’acquisizione del brevetto subacqueo di 2° grado (Advanced - Nase).
---------------------------
CORSO B
STORIA DELL’ARCHEOLOGIA SUBACQUEA E VISITE AI FONDALI
Docente: Gianfranco Purpura
Lezioni teoriche (n. 7 incontri): L’archeologia sott’acqua - Anfore e relitti lungo le coste della Sicilia occidentale - Anfore e commercio delle derrate - La nave e le sue attrezzature - Marinai, passeggeri e mercanti: vita quotidiana a bordo - Tra terra e mare: pesca, commercio del corallo e stabilimenti per la lavorazione del pesce - Ai limiti del mondo conosciuto: esplorazioni e viaggi oltre i confini dell’Impero - Dalla cronaca alla storia: l’archeologia marittima dei recenti conflitti bellici.
Attività in mare (n. 7 immersioni): Visite guidate su fondali d’interesse archeologico e naturalistico.
---------------------------
CORSO C
Metodologie e tecniche DI SCAVO SUBACQUEO
(operativo per subacquei esperti)
Docente: Sebastiano Tusa (Soprintendenza del Mare)
Scavo archeologico subacqueo. Il corso prevede lo scavo di un giacimento subacqueo di età antica sotto la direzione della Soprintendenza del Mare.
Lezioni teoriche (n. 7 incontri): Definizione e storia dell’archeologia subacquea - Insediamenti sommersi, porti e approdi - Archeologia navale - Processi formativi dei relitti - Ricognizione subacquea - Identificazione del giacimento - Pianificazione di un intervento archeologico - Scavo stratigrafico: principi, esecuzione e finalità - Gestione informatizzata dello scavo - Metodi di recupero - Primi interventi di conservazione e restauro - Post-scavo: siglatura e classificazione preliminare - Ricerche in alto fondale
Attività in mare (8 immersioni): Allestimento del cantiere subacqueo - Documentazione preliminare - Posizionamento della griglia geodetica - Definizione e siglatura dei quadrati - Allestimento della sorbona - Scavo, identificazione, siglatura, documentazione e recupero dei reperti - Elaborazione del sistema informatizzato di scavo - Primo trattamento conservativo dei reperti - Documentazione grafica e fotografica - Rapporto preliminare.
---------------------------
CORSO D
BIOLOGIA MARINA
Docente: Manuela Falautano (biologa marina)
Lezioni teoriche (n. 8 incontri): Introduzione alla Biologia marina - Relazioni tra Biologia e Archeologia subacquea - Caratteristiche chimico-fisiche del mare (salinità, temperatura, correnti, gas disciolti, sali nutritivi e luce) - Vegetali marini (alghe e piante) - Praterie sommerse (Posidonia oceanica) - Invertebrati marini (Poriferi, Cnidari, Briozoi, Anellidi, Crostacei, Molluschi ed Echinodermi) - Vertebrati marini - Pesci ossei e cartilaginei - Principali specie ittiche - Campionamento subacqueo - Biocenosi dell’infralitorale fotofilo - Biocenosi di archi e grotte sottomarine.
Attività in mare (n. 7 immersioni): Visite guidate e identificazione delle più importanti biocenosi costiere - Riconoscimento dei principali organismi marini - Descrizione ambientale del sito d’immersione - Tecniche d’immersione “environmental friendly”.
---------------------------
CORSO E - UDITORI
Lezioni teoriche: v. Programma corsi B, C, D
Attività pratiche: non in programma
---------------------------
CORSO F - SCAVO A TERRA
22 agosto - 3 settembre
Direttore delle ricerche: Francesca Spatafora (Soprintendenza di Palermo)
Attività teorico-pratica: Scavo stratigrafico, condotto dalla Sezione archeologica della Soprintendenza per i Beni culturali di Palermo, nel Villaggio dei Faraglioni, uno dei più importanti insediamenti dell’età del Bronzo nel Mediterraneo. Mattino: scavo. Pomeriggio: metodologia e laboratorio (lavaggio, siglatura, classificazione).
---------------------------------------------------------------
ALTRE ATTIVITÀ*
• Presentazione delle ricerche archeologiche della Soprintendenza di Palermo • Presentazione della Soprintendenza del Mare • Conferenza “Fauna subacquea nel Mediterraneo” • Visite guidate a: Villaggio preistorico dei Faraglioni e Acropoli della Falconiera • Escursione naturalistica: traversata a piedi dell’isola (durata 3 ore) *N.B. Le “Altre attività” sono gratuite (salvo passaggio in bus dove necessario): non si garantisce che tutte abbiano luogo e che possano essere programmate in orari liberi dalle lezioni.
CONVEGNO “PELAGOS”
Dal 31 agosto al 3 settembre il nuovo Centro Congressi di Ustica ospita “Pelagos” - III Convegno internazionale sulla cooperazione mediterranea per la ricerca, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo, organizzato dalla Soprintendenza del Mare. Intervengono i responsabili delle ricerche archeologiche subacquee di tutti i Paesi del Mediterraneo. Chi è interessato a seguire l’evento può chiedere l’estensione del soggiorno (prezzi convenzionati) al momento dell’iscrizione alle Lezioni di archeologia e scienze subacquee. La partecipazione a “Pelagos” è gratuita.
---------------------------
Direzione dei corsi:
Piero Pruneti - Archeologia Viva
---------------------------
• Servizi. I servizi di ospitalità (pensione completa) iniziano con la cena della data di arrivo e terminano con la prima colazione della data di partenza.
• Documentazione richiesta. Corsi A1 e A2: certificato medico d’idoneità all’immersione e n. 2 fototessera. Altri corsi: certificato medico e brevetto sub. L'ammissione ai corsi è soggetta a insindacabile parere dei docenti.
• Attrezzatura sub. I corsisti subacquei devono arrivare dotati di attrezzatura personale completa per l'immersione (esclusi piombi e bombole). Sono obbligatori manometro e doppio erogatore. Chi ha necessità di affittare parte dell'attrezzatura deve comunicarlo all'iscrizione. Gli iscritti al Corso A1° basta che siano dotati di maschera e pinne.
• Materiali didattici. Ogni corsista deve essere dotato di materiali per appunti in aula. Gli iscritti ai corsi C, D devono disporre di lavagnetta subacquea, lapis e gomma.
• Diplomi. Al termine dei corsi viene rilasciato un attestato di partecipazione.
---------------------------
Quote di partecipazione:
Corso A1: € 900
(compreso brevetto Open water - Nase)
Corso A2: € 880
(compreso brevetto Advanced - Nase)
Corso B: € 800
Corso C: € 910
Corso D: € 820
Corso E: € 620
Corso F: € 785
------------------------------------------------
La quota comprende:
Trattamento di pensione completa (formula brunch, vino e acqua inclusi) in camera tripla presso il Villaggio “Punta Spalmatore” (eventuale possibilità di sistemazione in doppia o singola da concordare all’atto dell’iscrizione) • Imbarcazioni, bombole e piombi • Attrezzatura completa (escluse maschera e pinne) per i soli iscritti al Corso A • Lezioni teoriche, attività in acqua e tutto quanto riportato in programma (comprese “Altre attività”) • Abbonamento e maglietta “Archeologia Viva”. La quota non comprende gli extra e tutto quanto non specificato in programma.
-------------------------------------------------
Iscrizioni e organizzazione tecnica:
Blu Sails, via F. Cilea 97, 90144 Palermo
338.9023849
blusails@libero.it
(termine iscrizioni a esaurimento disponibilità)

Informazioni:
Archeologia Viva 055.5062303
archeologiaviva@giunti.it
www.archeologiaviva.it

 

Fonte: "notizia segnalata via mail"

Etichette:

05 giugno 2009

Finale Ligure capitale del Neolitico: tre giorni di studio sull'Italia di 7.000 anni fa

COMUNICATO STAMPA

FINALE LIGURE CAPITALE DEL NEOLITICO: TRE GIORNI DI STUDIO SULL’ITALIA DI 7000 ANNI FA

Museo Archeologico Finale Ligure_vasi neolitici Da lunedì 8 a mercoledì 10 giugno oltre un centinaio di studiosi, italiani e stranieri, si incontreranno a Finale Ligure per presentare le più recenti e importanti scoperte effettuate in Italia sul pieno Neolitico, un momento particolarmente significativo  della Preistoria, corrispondente all’incirca al V millennio avanti Cristo. In tale periodo si sviluppò una vera e propria rivoluzione culturale, sociale e tecnologica con fondamentali innovazioni che ancora oggi caratterizzano il nostro vivere, come l’agricoltura, l’allevamento e la produzione ceramica. Questo convegno/workshop, ospitato presso il Museo Archeologico del Finale e l’Auditorium di Santa Caterina in Finalborgo, è promosso da numerosi enti di ricerca e tutela italiani: l’Università di Roma “La Sapienza” (Dipartimento di Scienze Storiche, Archeologiche e Antropologiche dell’Antichità), la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, il Museo Archeologico del Finale, l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, con la collaborazione del Comune di Finale Ligure.

La scelta di Finale Ligure per questo incontro non è casuale. Il Finalese è un territorio di grande valore naturalistico, archeologico e paesaggistico. Fin dall’Ottocento, nelle valli interne o lungo la costa, gli archeologi hanno qui ritrovato importanti testimonianze della Preistoria, ed in particolare proprio del Neolitico. Il sito archeologico più celebre è sicuramente la Caverna delle Arene Candide, un archivio di preziosi ed eccezionali reperti delle culture umane tra 28.000 anni fa ed il VII secolo d.C., ora al centro di un progetto di valorizzazione promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Liguria. Da alcune settimane sono state avviate nuove indagini scientifiche condotte da ricercatori di Università italiane e straniere, grazie anche al supporto del Comune di Finale Ligure e al rinnovato sostegno della Freddy Spa, come già avvenuto l’anno scorso, testimoniando l’interesse che questo sito riveste per la ricerca e quanto ancora abbia da svelare.

Come sottolineano gli organizzatori, “durante le tre giornate di studio a Finalborgo si potranno mettere a confronto tutte quelle importanti modificazioni nella struttura sociale, negli aspetti tecnologici ed economici, nel mondo ideologico che caratterizzarono sia l'Italia peninsulare, sia quella settentrionale durante il Neolitico”. L’incontro avrà le caratteristiche di un workshop organizzato in una serie di tavole rotonde, nelle quali ci si propone di discutere e confrontare, anche tra metodologie e approcci di studio diversi, i dati più recenti acquisiti dai ricercatori in tutta Italia.

Con questa iniziativa Finale Ligure sarà al centro dell’attenzione degli studiosi che si occupano di Neolitico. Una tre giorni in cui si produrranno importanti risultati scientifici e durante i quali il patrimonio archeologico e culturale della città, basti pensare al Museo Archeologico del Finale e alla Caverna delle Arene Candide, trasformeranno Finale Ligure nella “capitale” della Preistoria.

Tutte le informazioni e il programma del convegno sono disponibili sul sito web: http://italia5000ac.org/

Fonte: "Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria - notizia segnalata via mail"

Etichette:

01 giugno 2009

La stele daunia restaurata

Su un lato, una grande nave carica di guerrieri, attorniata da pesci e scialuppe; sull’altro si affrontano due cavalieri, uno con elmo e scudo, l’altro con una lunga asta. Una greca di svastiche e rombi incornicia le due scene.
Il restauro a tempo di record della stele rinvenuta a Cattolica il 22 settembre 2007 non restituisce solo un quadro su pietra di 2500 anni fa ma mette fine a quasi due anni di polemiche.
La stele fu casualmente ritrovata da alcuni cittadini negli scarichi di terreno di fronte al costruendo VGS. Presa in consegna dai Carabinieri di Cattolica è stata subito portata a Bologna, nella Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, per le valutazioni di competenza.
Fin dal momento del ritrovamento, la stele è stata al centro di una ridda di illazioni proprio mentre le indagini cercavano di chiarire l'autenticità di un monumento tanto importante quanto inconsueto per quest’area, la sua provenienza, lo stato di degrado e le caratteristiche strutturali e compositive.
Le analisi hanno confermato l'origine apula del reperto: la pietra in cui è stata ritagliata è perfettamente compatibile con la regione della Daunia e con altre stele note e già studiate di provenienza apula. Altrettanto pertinente all'ambiente dauno appare sotto il profilo culturale, come attestano le decorazioni e i graffiti di entrambe le facciate.
Il rinvenimento della stele, datata al VI secolo a.C., ha dato il via ad una serie di indagini archeologiche che hanno interessato per oltre 16 mesi l'area del cantiere oggetto di escavazioni, la stessa da cui qualcuno ipotizzava provenisse il monumento funerario.
In realtà, lo scavo ha sì messo in luce evidenze archeologiche di una certa importanza ma nessuna riferibile al periodo della stele. Nello strato più superficiale è stata rinvenuta una necropoli romana di età imperiale mentre lo strato sottostante ha restituito un insediamento del bronzo antico (2000–1700 a.C. circa) di estremo interesse: si tratterebbe infatti non solo di uno dei pochissimi insediamenti di questa età noti in Romagna, ma anche del meglio articolato e indagato.
Non sono invece stati rinvenuti livelli protostorici che si avvicinino cronologicamente ai secoli di pertinenza della stele, confermando così l’ipotesi indiziata dal fatto che il reperto era stato ritrovato in un cumulo di terreno superficiale di scarico, probabilmente proveniente da altre zone.

Dal 25 maggio al 7 giugno, gli orari di visita saranno eccezionalmente estesi a tutti i pomeriggi, dalle 16 alle 19.

Museo della Regina
Via Pascoli n. 23 - Cattolica (RN)
info: 0541 966577 - e-mail: museo@cattolica.net

 

Fonte: "MiBac - Ministero per i Beni e le Attività Culturali"

Etichette: