Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata
Sala ex tipografia italo-orientale san Nilo
Grottaferrata
14 novembre – 10 dicembre 2009
Tra le iniziative che si stanno svolgendo dal 2004, per ricordare i mille anni trascorsi dalla sua fondazione l’Abbazia di Santa Maria a Grottaferrata apre i battenti per una mostra che ha come protagonisti il ricco patrimonio dell’intero complesso abbaziale e la vita del monaco basiliano che la fondò.
La mostra San Nilo da Rossano e l’Abbazia greca di Grottaferrata. Storia e immagini si presenta quindi come il momento culminante delle attività intraprese negli anni con l’obiettivo d’illustrare la storia dell’Abbazia, della figura e dell’opera di san Nilo e della cultura dell’Italia bizantina.
In occasione dell’esposizione saranno per la prima volta aperti al pubblico l’Abbazia nel suo complesso e la Biblioteca del Monumento Nazionale.
Personale specializzato della Biblioteca, dell’Archivio e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, guiderà il visitatore alla scoperta del ricco patrimonio di manoscritti italogreci, incunaboli, volumi a stampa e periodici custodito nella Biblioteca, che rappresenta una preziosa testimonianza del mondo monastico e della storia del territorio. Inoltre, su prenotazione, sarà possibile visitare anche la biblioteca secentesca.
Saranno visibili al pubblico importanti documenti, tra cui l’originale con cui Papa Gregorio IX accolse, sotto la protezione della Sede Apostolica, il Monastero di Grottaferrata, e confermò la proprietà di tutti i suoi beni (Roma 2 luglio 1233) e gli scritti dell’Imperatore Manuele II Paleologo (1381-1425), citato dall’attuale Pontefice, Benedetto XVI, nella sua famosa Lectio Magistralis all’Università di Ratisbona il 12 settembre 2006. Questi ultimi sono contenuti nel manoscritto, dono del cardinale commendatario Bessarione al Monastero, rilegato con una copertina rivestita di seta azzurra su cui sono ricamati in argento lo stemma imperiale, al centro, e il monogramma Palaiologos, ai quattro angoli.
Saranno esposti anche alcuni documenti originali provenienti dall’Archivio del Monastero quali quello recante la firma autografa di S. M. la regina madre Margherita di Savoia in visita all’Abbazia (18 giugno 1904) e il documento d’attestazione di presa in consegna temporanea, da parte della Soprintendenza alle Antichità di Roma, del materiale archeologico ed artistico dell’Abbazia per proteggerlo da eventuali offese belliche (21 marzo 1944), circa un mese dopo il bombardamento di Montecassino (15 Febbraio 1944). Sono solo alcuni esempi dell’importanza dei documenti raccolti nei secoli nell’Abbazia e che saranno esposti in questa mostra che vuole promuovere una riflessione storico-critica sulla fitta trama di rapporti che nel corso dei secoli si è costituita fra popoli e paesi che riconoscono nella comune tradizione classica e cristiana le radici della loro identità.
In questa prospettiva, come sostiene il prof. Santo Lucà, Presidente del Comitato Nazionale, l'opera di Nilo e della stessa Abbazia, valse a mantenere desta e vitale in territorio latino la fiaccola della spiritualità e della liturgia greco-orientale e, al contempo, offrì un contributo singolare alla conservazione e trasmissione del sapere ellenico e cristiano, esercitando anche quella missione ecumenica, che le è propria sin dalle origini, nelle relazioni fra la Chiesa d'Oriente e la Chiesa d'Occidente.
Nel corso del lungo lavoro di ricerca che ha preceduto l’esposizione, è stato recuperato anche il cortometraggio del 1947 “La Gemma orientale dei Papi” di Alessandro Blasetti, che in modo magistrale presenta in tredici minuti l’Abbazia , i suoi tesori artistici, culturali e religiosi e che sarà proiettato nella sua versione restaurata.
A unire simbolicamente l’antico e il contemporaneo, è stato inoltre realizzato un filmato in 3D in cui , per la prima volta, viene visualizzata cronologicamente, con questa tecnica, l’evoluzione architettonica del Monastero niliano, dal criptoportico della villa romana del I secolo a.C. alla prima abbazia del 1400, dal palazzo dei commendatari alla chiesa gotica, fino allo stato attuale con il ripristino della chiesa greca.
Tutti i giorni fino alle 18, su prenotazione, sarà possibile visitare il Monastero, con guide del Gruppo Archeologico Latino Colli Albani "Bruno Martellotta", attraverso un percorso storico-artistico che ne illustrerà la struttura partendo dalla crypta ferrata, una cella sepolcrale a due camere, annessa alla grande villa romana di età repubblicana a cui appartiene anche, perfettamente conservato, il criptoportico, il nucleo antico sui cui resti sorse il Monastero, seguendone l’evoluzione architettonica e storico-artistica fino alla Cappella dei Santi Fondatori.
Quest’ultima è chiamata anche Cappella farnesiana per l’intervento del cardinale Farnese che, nel 1609, commissionò al pittore Domenico Zampieri, detto il Domenichino, gli affreschi alle pareti, ed al celebre Annibale Carracci il quadro della Madonna col Bambino tra i due santi fondatori, posto sull’altare.
Inoltre si potranno ammirare la loggia cinquecentesca, con affreschi di scuola fiamminga, e il portico del Sangallo nel palazzo dei commendatari.
Tutte le visite guidate sono gratuite. Ai visitatori, e agli istituti superiori del Lazio, per i quali si propongono specifici itinerari, si chiede solamente di prenotare presso la segreteria della mostra al numero 06/7231174 dalle ore 9 alle 13 dal Lunedì al Venerdì.
Queste iniziative si inseriscono, secondo l’on. Claudio Mancini, Assessore al Turismo della Regione Lazio, in una complessiva strategia che mira a un incremento e a una più equa distribuzione dei flussi turistici e alla conoscenza anche delle aree limitrofe alla Città Eterna, che l’ATLazio promuove con un lavoro costante e capillare.
Come ricorda p. Emiliano Fabbricatore, Archimandrita Esarca del Monastero, per quanto il luogo possa essere suggestivo e carico di memorie storiche e artistiche, il Monastero non è un complesso di edifici bensì una comunità religiosa che considera il culto divino come propria attività principale. I monaci infatti celebrano ancora oggi gli uffici liturgici secondo un rito più antico di quello in uso nelle altre chiese bizantine, cattoliche ed ortodosse.
Nel ripercorrere la biografia di san Nilo, di cui il prossimo anno si celebreranno i millecento anni dalla nascita, si scopre un personaggio perfettamente calato nel suo tempo ma con delle sfaccettature che potrebbero fare di lui un nostro contemporaneo.
A una esistenza d’ascesi, alla ricerca della definizione il più possibile rigorosa della vita monastica, attraverso lo studio incessante dei testi sacri, si contrappongono le sue origini aristocratiche, la sua esperienza matrimoniale conclusasi prima di abbracciare il monachesimo, le sue doti dialettiche nel rapportarsi ad autorità politiche ed ecclesiastiche.
Nato intorno al 910 a Rossano, nella Calabria bizantina, il monaco ci è noto attraverso il Bios, una biografia che ripercorre le tappe del suo percorso spirituale e umano.
Come spiega nella sua introduzione il curatore dell’esposizione, il prof. Filippo Burgarella, sarà possibile scoprire il mondo del monachesimo greco meridionale, tra le continue minacce saracene e l’ininterrotta ricerca, da parte di san Nilo, di una stabile e sicura dimora e della severa disciplina nella vita monastica che si sforzò di condurre in assoluta umiltà.
Ma grande spazio è dato all’Abbazia, cofondata dallo stesso san Nilo insieme al suo discepolo san Bartolomeo nel 1004, grazie alla famiglia dei conti di Tuscolo, che mise a disposizione del monaco le terre per consentire alla comunità, in continuo peregrinare, di insediarsi in via definitiva nel territorio tuscolano.
Il complesso di Santa Maria a Grottaferrata vide la presenza monastica pressoché ininterrotta nel corso dei secoli e conobbe anche il passaggio di un grande protagonista della storia della Chiesa del XV secolo: il cardinale e umanista Bessarione che fu abate commendatario dal 1462 al 1472.
Ancora oggi l’Abbazia di Santa Maria è custodita dalla Congregazione d’Italia dei Monaci Basiliani.
Attraverso questa mostra, realizzata nell’ambito delle iniziative del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Millenario della Fondazione dell’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata, di cui il prof. Giovanni Pugliese Carratelli è Presidente Emerito, si verrà a contatto con un mondo di ascesi, sapere, spiritualità e ingegno: un tesoro da scoprire e da non perdere, un patrimonio che non racconta solo la storia di un territorio, ma documenta visivamente un'identità condivisa che, nonostante i tanti secoli trascorsi, conserva viva e intatta la sua impronta di autenticità e di fascino.
Si ricorda che il Comitato Nazionale in accordo con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali e il Diritto d’Autore e la Regione Lazio, Assessorato al Turismo ha da tempo avviato le procedure per far riconoscere l’Abbazia come patrimonio dell’Unesco.
Un catalogo di 366 pagine in quadricomia, edito dal Comitato Nazionale, raccoglierà i saggi di numerosi studiosi italiani ed europei che, attraverso i loro scritti, ripercorrono la storia millenaria di questa Abbazia, del suo fondatore e dei suoi discepoli, dotti amanuensi e innografi.
Clicca qui per visualizzare l’invito
Informazioni e prenotazioni per le visite guidate
Monastero: tutti i giorni ore 10/13 - 16/18
a cura del Gruppo Archeologico Latino Colli Albani "Bruno Martellotta"
Biblioteca: lunedì e giovedì ore 10/13 – 16/18; martedì, mercoledì,
venerdì ore 10-13; sabato ore 10-13
a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ingresso gratuito, è necessaria la prenotazione
Telefono: 067231174
Fax: 0670304169
Dalle ore 9 alle 13, dal Lunedì al Venerdì
E-mail: info@comitatonazionalesannilo.it
www.comitatonazionalesannilo.it
Ufficio stampa
Maria Arcidiacono
Erica Battaglia
Telefono: 0672278078
Email: info@microcosmieventi.it
Fonte: notizia segnalata via mail
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